Tristezza e speranza
Storia di vita
Quante storie di vita si vedono,come in un megaschermo nelle stazioni,. Storie delle quali nessuno parla, né la televione né i giornali
Una stazione, una sera sul finire del triste novembre 2012. Il palcoscenico è una angusta sala di aspetto del nono binario,l'attrice una donna senza tetto e senza età che sostiene di essere una vittima dell'alluvione che ha colpito la città un anno fa,intorno a lei tante mute comparse e un pubblico poco interessato al suo discorrere. La voce stentorea della donna, contrasta con la figura curva e l'aspetto dimesso d. Ha i capelli neri , grigi,sporchi. Un giaccone verde che ha visto tempi migliori e un paio di ciabatte ai piedi. Trascina due borse di plastica ed una borsetta logora che contiene con tutta probabilità tutti i suoi averi. La donna racconta ad un pubblico muto la sua giornata e improvvissamnte mi mette adosso una grande tristezza. Mi vedo davanti una giornata vuota e cammino con lei per i vicoli sferzati dal vento e bagnati dalla pioggia battente.. Una vita persa, ma la donna è allegra e racconta,ma credo che si prenda molte confidenze con la realtà.
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Abitavo in via Rossi,esordisce,e l'alluvione mi ha messo sul lastrico, ho perso la mia casa,i miei mobili, i miei ricordi più cari. Non nomina né un figlio,nè un marito E' venuta dal nulla per non far nulla. La sua condizione non l'amareggia, anzi stasera lei è una eroina per caso sulla scena della vita-
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In via Rossi, devastata esordisce, mi ha fermata un giovane che aveva vent'anni, voleva fare l'amore con me,ma non gliel' ho permesso;anzi gli ho detto che potrei esserle madre, ma lui torna tutte le sere e mi cerca.
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E poi ricomincia con la descrizione del vuoto, un giro per le strade,ma è dura arrivare a sera.
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L'estate è caldo, ma di autuno ed inverno la resistenza della poverina è messa a dura prova. Ci porta negli alloggi dei stenza tetto. Una stanzetta misera,con quattro lettini, dove si deve sgombrare il mattino presto.Oppure su un binario di stazione,dove si fa lite per aver un posto al riparo. Eppure la donna è felice, una sorta di soddisfazione le pervade la voce. Lei non ha nulla,ma ha smesso di cercare ogni cosa. E' serena perchè consapevole che quel pochissimo che ha non le verrà tolto. Con il sole,con il vento o la pioggia la sua giornata si trascinerà da una via ad un vicolo, da una piccola osteria ad un misero ricovero, ad un alloggio di fortuna sui binari della stazione, a vivere ed a respirare la vita degli altri.Penso,” ma questa donna così stranamente appagata, che tipo di vita avrà avuto?. E mi immagino un giovinetta con i capelli castani, piccola e sottile che corre ridente incontro ad un ragazzo giovane. E poi, quale dramma quali alluvionie ci saranno state nella sua vita per trascinarla allo stato attuale? Non ho risposte. Ma dentro di me naviga un dolore sordo simile alla paura. Mi spaventa la povertà della vita e le cause sconosciute che possono portare l'individuo a vivere alla giornata. Mi terrorizza l'ipotesi di un sistema di vita senza progetti,senza aspettative, un oggi identico al domani. Unica e sola alternativa il vicola alla via,la mensa della cartas o la piccola osteria, il binario della stazione o l'alloggio dei senza tetto. Ho paura della rassegnazione e dell'assuefazione dell'essere umano alla miseria,alla pochezza alla mancanza di dignità,di pulizia e di ordine. Mi riempie di pena guardare e pensare che queste persone,un giorno hanno avuto un focolare,un bambino,un marito. Sono forse state,mogli,amanti,fidanzate,massaie,operaie o impiegate ed ora stringono tra le mani delle borse piene di miseria,avanzi,rifiuti altrui. Forse il degrado del nostro paese è proprio questo. Spegnere la speranza, creare delle zone di ombra tali, dove l'individuo annienta se stesso nel nulla e nel grigiore. Quando la speranza se ne va, va via anche la vita. Resta un corpo che sopravvive a sé stesso malgrato tutto. Coltiviamo la speranza,l'amore, e lottiamo ogni giorno. Grazie sconosciuta, tu senza speranza, mi hai ridonato la gioia di potermi sentire ancora viva, perchè nel mio pensiere è racchiusa la speranza che il mondo,possa comunque diventare migliore.
gianna
pubblicato il 01.12.2012 [Testo]