"L'amica possibile"
'Ciao, ti ricordi di me? Eravamo insieme in classe. Io ero quella con l'apparecchio ai denti, si quella sfigata che cercava di essere meno bruttina in un periodo in cui portare quell'attrezzo era il massimo del fuori stile. Ora è quasi il contrario, con tutte quelle protesi metalliche brillantinate.
Ho visto apparecchi di tutti i colori con esaltazioni di strass, portati con la disinvolta consapevolezza di chi spendo-un-casino-ma-poi-vedrai-che-sorriso. E nel frattempo? Sfoggiano dentature alla Frankenstein come se fosse l'ultima arma seduttiva.
Ho passato tanto di quel tempo con le mani davanti alla bocca che la mia sorellina mi disegnava così . Andava in giro dicendo che non avevo bocca e che stavano pensando di cucirmi stabilmente la mano sinistra sotto il naso in modo tale che avrei fatto meno fatica.
Mi sono sempre chiesta come i miei genitori abbiano potuto generare un essere fornito di tale prodigiosa fantasia. Probabilmente dopo dieci anni di pausa dal mio arrivo, il tempo aveva mostruosamente interferito su geni, cromosomi e le loro possibili combinazioni. La mia cara sorellina Maria Elena raccontava cose della mia famiglia che i televisivi Addams avrebbero trovato quantomeno bizzarre.
Ma torniamo a noi. Ti starai chiedendo perché ti scrivo: non lo so. Non so neanche se abiti ancora a questo indirizzo. Non ricordo il suono della tua voce, dicono che sia la prima cosa che si dimentica. Fatico anche ad inquadrare le tue fattezze, ma le tue cattiverie quelle si che le ricordo bene!
D'accordo non c'era nulla di personale. Oggi lo chiamano bullismo, ieri arroganza e maleducazione ma io non ho mai capito cosa ti avessi fatto proprio io. Perché non te la sei presa con la mia compagna di banco? Quella si che era una sfigata patentata: nessun apparecchio ai denti ma occhiali spessi e coda di cavallo a sottolineare un aspetto dimesso e cosi anonimo da irritare. No, lei se l'è scampata.
Sai che si è sposata? Però ha mantenuto rigorosamente lo stesso look: un orrore stagionato. Ha avuto una bambina, o meglio una fotocopia, anche lei coda di cavallo, occhiali ed espressione da paracarro.
Ho sentito che il giorno delle nozze si è concessa un cambio di pettinatura, capelli raccolti a chignon, e ha rinunciato agli occhiali. Risultato: anello nell'occhio dello sposo anziché al dito (si ma anche lui non mi sembra del tutto giusto!), accompagnato da un tentativo di sezionamento (sempre allo sposo) al posto della torta nuziale, spumante rovesciato nella manica del vestito (leggi marito) nella banale posa plastica dell'intreccio dei calici, finale pirotecnico con spiaccicamento sui cesti delle bomboniere (questa volta lei). Bomboniere in puro silicio cristallizzato (vetro) finite in frantumi ma dopo essersi vendicate sul suo vestito bignè aprendo numerose prese d'aria nei metri e metri di tulle.
Quella si che era una vera autentica sfigata da perseguitare! Che c'entravo io? Ti sei persa il meglio. Ma si sa il liceo lascia più rimpianti che cultura.
Ora mi devo interrompe ma non preoccuparti mi faccio sentire presto.
Un abbraccio
L.
'
marina
pubblicato il 22.01.2007 [Testo]