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Uno scritto a caso

Amore ininterrotto,
[poesia] Incondizionato
Daniel.S
28.06.2019

workers

diario di bordo di una impiegata. diario di bordo impiegate nel grattacielo di vetro .

Oracle.

 

 

Un Grattacielo.

Un ufficio.

Una giornata di lavoro davanti al computer.

La scrivania davanti alla finestra.

Oracle. L'oracolo.

Un grattacielo alla periferia di Milano.

Un grattacielo di vetro che riflette le nuvole che corrono, nei giorni di vento, e la pioggia, nei giorni di tempesta.

Un parallelepipedo dal quale, nelle mattinate serene, si vedono tutte le montagne e, verso sera, tramonti colorati come quelli della savana tropicale del parco del Serengety.

In quello spazio chiuso senza muri,  e riflettente tutti I colori dell'atmosfera, mi sembra quasi di stare più sospesi che nel cielo.

Quasi   sospesi  al limite dell'universo quando diventa infinito.

Angeli   transitano attraverso  quei diaframmi di vetro lasciando, ad ogni passaggio, la traccia di qualche piuma profumata di vento.

Sento, a volte, la carezza dell'aria spostata dalle loro ali.

Ogni angelo è qualcuno che ci ha lasciato.

Ogni angelo porta un dolore.

Ogni angelo era il grande amore.

Ogni angelo è un fantasma.

Durante le giornate serene, le più limpide, il cielo si trasforma in un acquario vasto come un oceano; in quelle giornate gli angeli non volano, nuotano.

Nuotano come cetacei alle foci dei fiumi , nei mari caldi, sulle superfici dei quali si specchiano cieli limpidissimi e nuvole sparse che sembrano anch'esse cetacei che nuotano nel cielo come fossero nell'oceano.

Tutto quanto, appare imprigionato all' interno del grattacielo, contemporaneamente appartiene allo spazio infinito.

Lo sguardo conosce solo il limite del vetro, come la fantasia conosce solo quello dello sguardo; la  fantasia capovolge immagini e racconti.

Ogni sguardo è al riparo.

Ogni sguardo è esposto.

Ogni sguardo porta un ricordo.

Ogni sguardo porta una scoperta.

Occhi sono dello stesso colore di un cielo in un giorno di tempo variabile.

Anche gli stati d'animo, come gli occhi, come il cielo, cambiano umore durante l'osservazione di un fondale sempre uguale, che cambia a seconda del passaggio delle nuvole.

Ogni passaggio rievoca amori passati, ormai solo sofferti.

Ogni passaggio rievoca amici presenti

Ogni passaggio rievoca incontri.

Ogni passaggio non é mai lo stesso.

Non sono mai le stesse le nuvole che si specchiano nel vetro del grattacielo.

Non sono mai gli stessi i ricordi che attraversano il cristallino degli occhi.

Non sono mai le stesse le storie.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- tutto era “un’altra cosa”

 

 

Eccomi quì,

assunta in oracle: seconda corporazione al mondo nel campo del software.

Fino a quindici anni fa tutto era “un’altra cosa”

Mi ero diplomata a pieni voti al liceo artistico, poi avevo compiuto con successo e riconoscimenti  il percorso accademico all’accademia di belle arti di Brera, avevo vinto una borsa di studio che mi permise di lavorare nell’ambiente della cosmesi.

Andai a vivere da sola.

Avevo trovato una piccola casa in zona fiera, piccola casa all’ultimo piano di una palazzina di fine ottocento, col portone di legno scolpito e raffigurante mot5ivi neoclassici e i vetri colorati lungo le scale decorate con preziose imitazioni di marmi pregiati,

il piccolo bilocale era all’ultimo piano era luminosissimo, con  tutte le portefinestra delle camere che si affacciavano lungo uno spazioso balcone.

L’affitto era ad equo canone, significa che incideva non più del dieci per cento sul mio reddito, significa che il mio reddito poteva non necessariamente essere vincolato da forti pressioni date dalla scadenza dei pagamenti, significa che me la prendevo comoda.

Poi mi ero iscritta al d.a.m.s. di Bologna

intanto lavoravo, come illustratrice, risparmiandomi il più possib ile, per potermi dedicare anche ai miei interessi, potevo permettermelo ....

Viaggiavo molto, leggevo, studiavo,

dipingevo  e talvolta lavoravo.

Ero inconsapevolmente felice.

nella mia vita mi è sempre sembrato che ci fossero talmente tante opportunità da potermi permettere alcuni lussi, quale  quello di non preoccuparmi del futuro, sebbene intuissi che non poteva non esserci qualcosa che non avevo sufficientemente calcolato e ponderato, la vita facile mi rendeva abbastanza ottimista.

Ottimista e avventurista.

Approfittai di un invito di un caro amico, un amico di quel raro tipo che dopo tanti anni ci sentivamo come fratelli, e mi trasferii in costa d’avorio, in Africa.

appena arrivata....sentii di essere arrivata a casa.

Stavo bene.

Abitare al confine della foresta pluviale con la laguna di fronte e l’equinozio costante come la temperatura di 30°, mi faceva sentire a mio agio.

Finalmente un luogo in cui il senso stava nel vivere senza cercare di progettare il senso, poichè la natura restava talmente forte e selvaggia, che qualunque inquilino vi si trovasse a convivere, lo faceva con umiltà “alla giornata”.

Mi ambientai facilmente, mi piaceva l’idea di vivere  nella morbidezza dell’aria appiccicosa tipica dei climi equatoriali.

mi piaceva vivere lì.

Stavo bene.

Rientrai in italia in seguito ad un malessere che non riuscivo a curare,

feci un viaggio in sicilia, riincontrai amico quasi per caso, ci sposammo

pochi mesi dopo nacque il nostro bambino, che purtroppo morì a seguito di una polmonite.

Anche a me diagnosticarono una malattia allora definita di quelle “ ad esito infausto”,

per potermi tenere sotto controllo, non avrei potuto più lasciare l’italia.

Non stavo più bene .

Poi un edema celebrale  mi costrinse anche a lunghi soggiorni in ospedale .

E così, davvero mi sembrò di aver perso quasi tutto.

Conseguentemente ai danni neurologici, smisi anche di lavorare.

Divorziai.

Mi  “guadagnai “ un’invalidità pari al “100% con residue capacità lavorative”.

Non lo sapevo ma ero nella lista regionale  fra i cittadini appartenenti alle categorie protette.

Questo fece sì che,  qualche anno dopo, la corporazione americana, dove tutt’ ora vengo a lavorare, mi chiamasse per fare un colloquio di lavoro, avendo lei l’obbligo vincolante -per onorare le leggi italiane-, di avere nell’organico dipendenti lavoratori appartenenti a questa categoria di cittadini invalidi.

Da pittrice qual’ero, di informatica ne sapevo nulla, ma in virtù di quella borsa di studio vinta appena diplomata, mi ritenne capace e dopo due mesi di prova, mi assunse a tempo indeterminato.

Di questi tempi l’assunzione con un contratto a tempo indeterminato, per un giovane che entra nel mondo del lavoro,  è un miraggio, una fortuna inconcepibile, e forse solo ultimamente i partiti di governo stanno valutando che l’aver introdotto contratti atipici defiscalizzati, comporterà un onere per le generazioni  future che sarà socialmente insopportabile .

Difatti La defiscalizzazione si ripequote sulla quantità e sulla qualità dei servizi pubblici.

Che saranno insostenibili individualmente, per le classi che peraltro ne hanno più bisogno, questo stà generando non solo un forte conflitto sociale, ma pone il paese innanzi ad una contraddizione costituzionale che ad oggi, le classi dirigenti politiche, non sono in grado, o interessate,  di risolvere.

Ma il giorno della mia assunzione mi preoccupavo  più del fatto che non fossi certa di saper imparare quel mestiere che nemmeno sapevo cosa fosse;  di non sapermi adattare alla vita di dipendente, così “blindata” da orari , pause , straordinari se solo fossi rimasta in ufficio un’ora in più, e giorni di ferie e fine settimana .

Ero preoccupata del fatto che non sarei stata felice.

Mi  incoraggiò a firmare il contratto un amico che mi promise che mi avrebbe insegnato tutto riguardo l’uso dei computer....mentiva: due mesi dopo si tolse la vita e io rimasi così: come su un’isola.

Un’isola dentro ad un grattacielo di vetro.

Un po’ alla deriva

Sono convinta che ci sia uno spazio virtuale fra la realtà e la verità.

Uno spazio virtuale, nel linguaggio scientifico, è uno spazio talmente piccolo da essere incalcolabile ma che si afferma debba esistere.

Sono convinta che esista uno spazio simile anche nell’ esistenza di ciascuno di noi: in quello spazio risieda il gusto dell’ iperbole, l’ ironia, la capacità di raccontare ciò che si vive, fingendo che  sia non la nostra esperienza della vita,   ma la vita stessa, come semplice fatto, come se  il solo narrarlo non ne cambiasse la forma e il ;  e la narrazione non è nè la realtà nè la verità

e non so bene come  ci appartenga nemmeno questa,  ma esiste.

 

Fra una pausa e l’altra, scrivo Il diario di bordo delle giornate trascorse sull’ isola alla deriva nel grattacielo di vetro .

Continuando a sognare l’africa, i bambini e anche un’esistenza in salute e creativa.

 

 

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il sole fa, questa mattina un saluto, prima timido, poi esce prepotente....: è ancora estate....il caldo nasconde le montagne, gli Oracoli riflettono il cielo;

stando al suo interno, sembra quasi di essere sospesi nel cielo.

 é sempre bello iniziare la giornata osservandola questo punto di visuale: alta ,sopra le case, sospesa :

 Porta a fare pensieri piccoli,come quello di osservare le formiche fra i sassi,o gli ultimi boccioli delle rose della fioritura estiva,quelle del giardino di fronte 

Porta a fare pensieri grandi. nell'osservare l'universo con tutte le sue stelle, le sue meteore,e il suo scuro infinito....di fronte a questo tutto diviene così piccolo e insignificante, e davvero a pensarci, mi rimane solo un gran senso di tranquillità; quella tranquillità che permette di godere di tutto fino alla sua più sottilissima fibra.

se dovessi ragionare in termini buddisti direi che da questa visuale, finalmente si può cominciare a capire qualcosa riguardo al significato della parola "destino".....

che non so come spiegarmi, rende tutti così diversi, pur avendo le stesse opportunità: ma solo apparentemente.

mancanza di parole, concetti, l’idea di destino per me inspiegabile come un dogma, è indescrivibile e come l'universo infinito......talmente incomprensibile da essere spaventosamente inquietante, talmente inquietante da far recuperare la calma.

 tanto ragionare riguardo al destino per arrivare al nulla di domande che non conoscono risposte?

Perché mi è accaduto tutto questo? Perchè proprio io? perchè? Cosa ho fatto? Sono in grado di leggerne il senso? Ha un senso?

è davvero una questione complicata,:le domande di questo tipo sono così astratte ed invece la vita quotidiana è fatta di gesti e di soddisfazioni di bisogni così concreti.......che è davvero difficile avere dalle une risposte per le altre....

Non credo ci siano risposte, forse solo percorsi.

conoscenza, senza un punto di partenza o di arrivo.

 

 

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“il libro dei mutamenti”.....

Le ore di lavoro di un impiegato sembrano avere questa nota comune: in qualunque stagione, la distanza fra la luce del giorno e il buio è sempre la stessa rispetto all’ingresso e l’uscita dall’ufficio.

Inizia la settimana

...poco più di due giorni fa sono uscita da quì molto tardi per finire un lavoro che diventava sempre più lungo...c'era più o meno la stessa luce.....alle otto di sera come alle nove del mattino.....(in inverno sarebbe stata la stessa cosa: entrare col buio ed uscire col buio

colgo ogni sfumatura del cielo anche attraverso i vetri  specchiati e basterebbe questo a farmi stare bene in compagnia di me stessa.......inoltre: sento dall'altra parte del piano due colleghi che parlano........parlano sempre soltanto di calcio, quando si incontrano al mattino, il loro tono di voce alto quasi mi disturba...poi si dirigono a prendere il caffè e torna il vero silenzio.... è il loro rito che quasi scandisce la loro prima ora della prima giornata di lavoro : inizia parlando di calcio, da quello che capisco, oggi varrebbe più del tempo della pausa per il caffè a causa della nazionale espulsa dai campionati

intanto mentre si scambiano le opinioni sulla professionalità dell’arbitro e dei guardalinee c'è una luce in ufficio che è quasi invernale......se non fosse che per una lievissima sfumatura rosa che vela  il cielo, quasi una striatura color madreperla che mi fa capire che : l’ora fresca è però di una  giornata calda......che le ombre dei balconi della casa di fronte si andranno definendo nel corso della mattinata...che non è nebbia,ma foschia di calore.... e che è una grande differenza...quasi zen..:. questa estate così poco estiva fino ad oggi,con tutte queste sfumature di grigi che mi fa compagnia osservare dai vetri del grattacielo.....è come “il libro dei mutamenti”.....
.....
mutamenti da cogliere fra i rituali  apparentemente rituali....

Il lunedì, l’arrivo in ufficio, Il caffè, la partita...

Era successo qualcosa prima, anche stamattina....degno di nota anch’esso per la sua ripetitività...ripetitività non programmata:

ogni mattino alla fermata della metropolitana di Duomo c'è un musicista che suona la chitarra e canta....piuttosto bravo.....quando passo a quell'ora stà accordando la chitarra...io corro, perchè mi piace correre...e lo saluto e lui mi risponde, e di giorno in giorno il suo saluto è sempre più rivolto a me, nel senso che quel saluto non è più una coincidenza, ma un modo di iniziare la giornata.....quando non c'è mi chiedo come stà,se per caso è andato in un'altra fermata,o a farsi una visita all'ospedale,o semplicemente quella mattina era stanco,ma stamattina no,ci siamo salutati....e mentre salivo sul treno ho sentito i suoi primi arpeggi...la sua giornata stava iniziando.......poi mi sono seduta tra un muratore arabo che ancora sapeva di caffè ed una ragazza con orecchini bellissimi che sapeva quasi di vaniglia....una sorta di colazione dell'olfatto...un po' leggevo i loro giornali,un po'non  il mio libro troppo noioso .....un po' guardavo un signore di fronte a me con un vestito elegante e nuovo,che si era dimenticato di togliere l'etichetta......se ne era accorto ed era perplesso,si sentiva tutti gli occhi addosso....come quando ci si rompe le calze......ma come mai sua moglie non lo aveva notato?non sono riuscita a ricostruire molto di più,perchè mi ha distratta qualcos'altro....al mattino se si esce presto,un pochino prima,bastano pochi minuti,c'è il popolo di quelli che amano fare le cose con calma....non si trova mai posto a sedere perchè sono i più pigri che amano leggere,i più taciturni,quelli che raccontano di più osservando......borse belle che contengono portatili,camicine fresche che sanno ancora di bucato stirate un po' di corsa,scarpe impolverate di cantiere......mani consumate dalla polvere di cemento,mani con unghie laccate di segretarie che ci tengono,anche se non sanno essere eleganti  e mani trasparenti di lavori sedentari e vita molto parsimoniosa....come sono le mie?pratiche mani,mani che dipingono con tempere e pennarrelli anche di notte in ogni sogno,continuamente con colori vividissimi, rimangono sempre sporche di colori anche quando non lo sono,anche se non ci sono occhi in grado di vederlo.........
all'uscita della metropolitana immersione in questa luce grigia davvero luminosissima  color di estate e forse di acquazzone, tutto il popolo dei viaggiatori prende la solita strada,   ciascuno  la sua, e intanto un corteo di ciclisti pensionati con biciclette e divise coloratissime da corsa passa allegro per la solita  gita di allenamento, come ogni mattino alle otto e mezza....ci troviamo al semaforo....quando arriva il verde la loro gita comincia   e io entro nel grattacielo degli oracoli....
per dire “buongiorno”.

 

 

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la riunione del grande capo

 

 

oggi,nella pausa pranzo, sono andata a fare la vera spesa: ombretto corallo e rosso amaranto......... e anche due matite per le labbra

immancabili: mutande in saldo, e anche un reggiseno con le spalline trasparenti...

-queste son soddisfazioni: tette poche ma la biancheria... -

alla fine ho messo insieme la mia creavity e ho fatto il colpaccio...

splendide collanine etniche del mio particolarissimo stile"handmade"con foularini setosi abbinati ma così bene che nessuno potrà accorgersi che che in realtà il vestito da indossare è una magliettina lunga “da notte..o forse doposole

una canottiera color mattone aderente

 

pronta, anzi prontissima, per affrontare adeguatamente....  la riunione del grande capo con tutta la sua famiglia di dipendenti alla quale racconta il fascino della "mission 2010",

 

 

 

 

 

a quante ore di lavoro contribuito corrispondono questi cinquanta minuti di shopping per adeguarmi all’evento?

Quante ore a processare agreement, contratti di partner di una azienda che vende software e si chiama oracolo...?

da vergognarsi se penso che in india c'è gente con la silicosi perchè lavora nelle concerie da quando ha sei anni...nemmeno lo sanno che esistono gli oracoli.....gli agreement....i software...

anzi: peggio; sanno che esistono ma non ne hanno accesso.

E mentre loro non hanno accesso ...io entro alla rinascente e uso l’equivalente di sei ore del mio lavoro...per comperarmi un rossetto e una matita per le labbra intonarte ad una maglietta aderente....che userò come vestito “da sera” e impreziosita da una sciarpa di seta...indiana.

 

 

 

e così agghindata cercherò di essere all'altezza della situazione 

a Roma.

Sono peraltro certa che in questo caso non saranno i monumenti, la nota degna di essere osservata, ma i famosi bouffè con centrotavola di crisantemi a margherita rossi e gialli e per stare in tinta anche limoni gialli...forse girasoli...

Girasole d’estate, grappoli d’uva in autunno...

La scuola dei centrotavola sui tavoli dei buffè dei grandi alberghi allestiti per i meeting, qualunque meeting, qualunque buffè...

Sono sempre uguali...come se li facesse una sola persona

Come se ci fosse un galateo del centrotavola che impone che sia così.

 

da non perdere...

come se non bastasse....

si aggiunge il look delle manager che hanno il loro momento di vita frivola in cui devono far vedere che hanno i vestiti firmati, (perchè sono state ai saldi...dell’aoutlet di serravalle scrivia ...anche questi sembrano fatti in serie...come se ci fosse una gamma di colori di tessuti e di tagli “da saldo dell’outlet di fine stagione )

con questi tailleur color pistacchio, o salmone...assolutamente improponibili....le signore colleghe si ostentano per il grande giorno in cui tutti i dipendenti si incontrano ad ascoltare il discorso di fine anno fiscale

... sono capaci di far sembrare uscito dall'oviesse anche un completo di basile... si vestono come se fossero delle portinaie...senza però nemmeno la fantastica comodità delle ciabatte del mercato...

che classe…..

la scelta delle scarpe è il vero colpo di teatro….

Chi un po’ sado... chi un po’ gang..... le signore si trasformano in una affascinante schiera di scambiste.

 

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questa mattina è proprio estate!

 

nel senso che: sono stata svegliata da una zanzara, che vai a sapere come si è insinuata in casa........

 la mia vicina parte per le vacanze e mi ha affidato la cura dei suoi pesci....che erano i miei e che gli avevo regalato quest' inverno.....

il cielo da turchino velocemente è diventato bianchiccio......

dagli Oracoli si scorgono lontanissime le montagne di un colore carta da zucchero così pallido che potrebbe esserci anche il mare al loro posto....e Sesto san Giovanni,

la città delle fabbriche,

la città degli operai,

la “Stalingrado del nord italia”

ora la città delle fabbriche chiuse,

delle aree dimesse,

il polo della nuova tecnologia,

 diverrebbe la città più esclusiva del mondo...........

roccaforte, nella  becera padania leghista, di divertimenti balneari misti a classe operaia in mobilità......!!!

mi piacerebbe che fosse per esempio sabato e farmi un pisolino al parco.

sembra proprio una giornata ideale...brezza fresca e nuvole zero .

 

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Eccomi quì.

QUI' ALL'OTTAVO PIANO , A PRENDERE UN CAFFE' DELLA MACCHINETTA,

Tasto n° 3: caffè (liofilizzato), macchiato con latte caldo (liofilizzato);

Opzione: no zucchero

Sono quì non per il caffè...

MA PER LA VISTA:

SEMBRA UNA SCENOGRAFIA: VIEN SOLTANTO VOGLIA DI SAPER VOLARE COME QUESTE MERAVIGLIOSE MERINGHE BIANCHE GALLEGGIANTI NEL BLU' DEL CIELO....

 

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tutto,o quasi tutto,sembrava......

ieri sera sulla metropolitana ho trovato posto a sedere ed anzichè rifugiarmi nelle mie letture mi sono persa nell'osservare le persone intorno a me: c'erano tre giovani ragazzi molto giovani, molto alti e molto affascinanti: ognuno di loro con degli strumenti musicali, si avviavano a fare delle prove....il più brutto era comunque bellissimo, avevano espressioni allegre e malinconiche insieme.....ma la malinconia era come una ruga di espressione che attraversava i loro sguardi languidi, e che contrastava l'allegria leggera dei loro sorrisi....se non fosse stato per l'abbigliamento fatto di pantaloni larghi, scarpe da corsa e magliette americane, e le loro chitarre dietro le spalle, sembravano tre ritratti di cavalieri del rinascimento tre volti dal profilo nobile e austero ed i capelli composti e lo sguardo tagliente,di quelli che avrebbe amato rappresentare Piero della Francesca.
Di fronte a me c'era una signora anziana , e contemporaneamente senza età..:aveva i capelli del colore della carta e la pelle a grinze come quella di una tartaruga....sembrava una tartaruga che indossava orecchini di giada.....
In seguito sono saliti due giovani uomini amanti, uno dei due era un africano ed era così alto che sembrava che le sue lunghissime braccia e le sue altrettanto lunghissime gambe avrebbero potuto essere fragili come quelle di una gazzella...ma anche la sua eleganza era la stessa....una gazzella con i pantaloni dal cavallo basso.......
In piedi di fianco a me c'era un impiegato dai capelli color castano chiaro, e anche la pelle chiara così come i suoi occhi dietro a delle lenti di occhiali piuttosto spesse......e una giacca e dei pantaloni e la camicia tutto intonato con i colori del suo viso......sembrava il personaggio dell'impiegato del romanzo del processo di KafKa, anche nel suo lievissimo sorriso un po' smarrito..
Alla mia sinistra c'era un bel signore con barba e capelli grigi quasi bianchi, e occhiali ovali color metallo che sembrava proprio Freud.....e se non fosse stato per il coccodrillo sulla sua maglietta, davvero  suggeriva una somiglianza vezzosa anche nell'abbigliamento un po' desueto......
alla mia destra c'erano due giovani arabi; non giovanissimi, completamente presi nello studio dell'alfabeto europeo....insieme guardavano su un piccolo quadernino completamente consumato, le parole scritte e le confrontavano sui loro foglietti stropicciati riprovando a riscrivere ciascuna lettera...imitandone i suoni, correggendosi tra loro....
erano così assorti e concentrati in questa occupazione da non accorgersi nemmeno di quanto il vagone fosse affollato, e del rumore, e del passare delle fermate.....
per loro era tutto veramente dentro a quel piccolo mondo di suoni, biro che scrivono male, vecchi foglietti....
nulla che sembrasse.....
Il cielo al mattino in ottobre sembra la rappresentazione dell'infinito....assenza di colori e di profondità.
Il cielo sembra che chieda tutta la fede dell'universo per esistere......

 

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come le oche migratrici

questa notte ho dormito dieci ore...
il cielo era così buio, questa mattina , all'ingresso degli oracoli, che i lampioni erano ancora accesi......

l’estate è finita, le giornate si accoirciano e in questi giorni si nota sensibilmente.
mi  faccio coraggio con un grande sforzo di volontà

uno sforzo di volontà per entrare e combinare le solite cose dell'ufficio; quelle sembra non conoscano le stagioni, gli equinozi e i solstizi,

il passaggio brusco da caldo a freddo, quest'anno, quasi impedirà alle foglie delle edere e delle viti di diventare rosse....

ma mi ricordo.

mi ricordo quanto fosse bello l' Oltrepò in questo mese:

oltre quelle strisce di nebbia che si addensavano a metà di alcune colline, portate dalla brezza notturna;

oltre le zolle umide che avevano riflessi lucenti di creta che sembrava bronzo;oltre l'odore di mele appassite cadute dagli alberi, le ultime,che assumevano il colore di pietre  ferrose;
oltre i profumi di funghi che salivano dal terriccio umido dei boschi....
il profumo del corpo della terra......

oltre...oltre....
quest'anno ci sarà questo? sicuramente ci sarà....anche se dal grattacielo non si potrà magari sentire così bene.....
l'Oracolo non vede e prevede

è luogo della vista e dell'immaginazione....
è luogo dove lo sguardo vola esattamente come le oche migratrici che attraversano il cielo in questi giorni....dalla gravità inavvertibile, leggere, perfette.......

 

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la giornata di lavoro ha gli stessi gesti per tutti.


“giornatina pioggerellina”

quì dentro al grattacielo, è come stare sospesi nel limbo: quasi quasi mi dà gusto.....

dunque:

di fronte a me, di fronte alla vetrata del quarto piano dove "abito", c'è un palazzone di quelli alti stile "di quello stile di quando si costruivano i casermoni"....ha di meglio però che chi lo abita possiede il balcone e tutti, ma proprio tutti, si sono costruiti delle autentiche foreste di alberi , rampicanti, fiori e piante tropicali......forse per coprirsi dall'incombere dei tredici piani di cielo riflesso dai vetri specchianti degli oracoli....
ma stamattina oltre alla pioggia è una giornata anche piuttosto buia....di quelle che si intonano col colore dell'asfalto,

e della terra.

Sarà a causa della luce che proviene dal cielo plumbeo, ma i colori oggi sono quasi dei non colori, quasi degli odori, quasi una consistenza di vapore che sale dalle zolle e si mescola con la guazza dei prati;

oggi ogni materia si mescola e tutto sembra ancora imperfetto.....come quando si inizia a colorare con gli acquarelli e si decide di procedere con velatura sulla carta ancora bagnata...e c'è un momento che sembra quasi di perdere il controllo dei colori....è questione di pochi minuti....è solo un'impressione che slittino sulla carta....quando la carta andrà tendendosi un poco ogni colore avrà la sua trasparente forma, il suo volume......ogni colore diventerà una descrizione......
ma questo palazzo di fronte invece  è così vicino e imponente come un massiccio di montagna..e con questa assenza di luce a quest'ora le case sono ancora illuminate dall'interno....camere da letto con le finestre spalancate.....bagni che si accendono di luci più o meno fioche.....la giornata di lavoro ha gli stessi gesti per tutti.....vorrei entrare in una di quelle cucine a prendermi un vero caffè....so che sicuramente è buono, profumato, dolcissimo....e magari una radio accesa che racconta le notizie del mondo che non è solo fatto da queste velature di grigi che quasi sembra invece che avvolgano tutto.....
guardo il monitor....la luce più luminosa che c'è...un'altro piccolo mondo......

 

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in assoluta armonia....


....quì qualcuno ha portato in ufficio la macchinetta per fare il caffè, e si è sparsa per tutto il piano un fragranza deliziosa......voglio quasi ri-azzerare tutto e fare finta che stò svegliandomi adesso.....
 finalmente: gli oracoli che quasi sembrano accoglienti come il bar di fronte alla stazione di Roma termini....

L’arrivo in quella stazione era un mito….

maritozzi tiepidi con crema, caffelatte, cioccolate calde e quel rumore continuo della macchina che macina il caffè, il rumore delle tazzine, e dei cucchiaini.....cancellano la stanchezza di qualunque lungo viaggio, e la fragranza del caffè porta via qualunque sapore di treno dalla bocca, dai vestiti, dagli occhi, dalla stanchezza ....

le giornate che cominciano alla stazione, qualunque ora del mattino sia, hanno sempre questi colori mitemente allegri di giornata di sole anche se diluviasse.....

e non è solo la luce del bar della stazione, che riflette la carta col,orata delle scatole di cioccoilatini della vetrina....delle bottiglie di sambuca dietro al bancone che separano il lavandino dalla grande faema...che sembra lei stessa un compromesso una miniera, una stazione, un treno, .....

hanno sempre l’allegria dell’arrivo.....della partenza... dell’esilio che finisce o che si sceglie

l’allegria del cambiamento

hanno tutto questo mulinello di sentimenti dolci amari caldi forti riassunto nel profumo nell’aroma del caffè che viene girato con sapienza...affinchè anche lo zucchero abbia il suo ruolo....nel palato, nelle orecchie, fin dentro alla valigia che intanto è posta lì...di fianco ai piedi, come un fedele cane da guardia, in attesa.

 


se dovessi descrivere la giornata, come si presenta, adesso, potrei solo dire che ha dei colori pastello bellissimi.....di quando l'autunno ha la sua fierezza....

le foglie degli alberi dei terrazzi degli ultimi piani del palazzo di fronte sono un complicato intreccio di gialli aranciati e ocra......accostati a rosso rubino di edere e verdi rosati di arbusti ...
una signora sbatte un tappeto...questo è il lato soleggiato al mattino...quale allegria entra oggi nelle sue stanze...tutti i colori più belli, con i quali sarebbe delizioso intrecciarsi un maglione caldo e mimetico  per fare passeggiate lungo i pendii di una montagna, oppure di fianco all'argine di un fiume...un fiume che in una giornata come questa è anch’esso indeciso se riflettere l'azzurro mite del cielo, o i bruni della terra, o i verdi scuri e i gialli degli alberi.....qualche foglia secca arancione è portata dalla corrente dell'acqua.......nemmeno il pittore informale più audace ha mai pensato all'accostamento di tanti colori così arditamente diversi...

eppure in assoluta armonia....

c’è da riflettere.

lo scorrere dell'acqua riflette i colori ed una grande calma.

Il profumo del caffè mi riporta alla stazione di roma...e subito dopo mi riporta in ufficio: oracle, quarto piano; la stampante vomita fogli rumorosamente, qualche collega impreca prima di iniziare una conference call.

 

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vorrei essere un baobab:

un grande albero che osserva la savana calda...offrendo ombra a gruppi di leonesse con i leoncini nelle ore più calde, un ramo per il riposo di un leopardo molto pigro; un tronco forte per poter sfregare le lunghe zanne di una elefantessa; gemme tenere per una timida giraffa;radici profonde intorno alle quali scavare tane per piccoli roditori....

vorrei essere un baobab nelle giornate calde di sole,nelle notti stellate,nei tramonti con le nuvole scure e il cielo rosso,nei temporali senza lampi.....

vorrei essere un baobab,

vorrei essere l'africa.....

vorrei essere la bellezza che è in tutto

 

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andare a fare.
 

cielo color nebbia,

temperatura rigida,

forse un grado.

città ferma.
ho sentito della linea bloccata.....

no, nessun problema che mi riguardi direttamente ....era su un'altra linea.....la verde...... cavi tranciati,

venerdì scorso si era già fermata perchè qualcuno aveva pensato di chiudere così la sua esistenza.....facendosi schiacciare da un treno della linea rossa.....

tornavo a casa e ci pensavo.....perchè spesso io ho pensato  a chi sceglie come suicidio di buttarsi sui cavi ad alta tensione mentre passa il treno...:

”che cazzo di morte”

 una morte sempre scartata...in effetti non si può lasciare questo mondo senza pensare che qualcuno ti tirerà i malanni dietro perchè stà arrivando in ritardo,
” di te non sa nulla...invece del suo mancato appuntamento sì....e cosa pensa?”

 io riflettevo su questo.....e mi dicevo, come al solito, che se proprio bisogna lasciare la vita, bisognerebbe prima lasciare tutto il resto che è connesso con la vita ma in maniera “gentile”;...e invece un suicidio coinvolge sempre in un a maniera un po' deformata......anche giustamente........

senza gentilezze.

Rende quasi meschini il pensare con sollievo che “l’incidente è sull’altra linea...e la cosa non mi riguarda”

La disperazione di un cittadino che abita nella mia stessa città....contemporaneamente alla mia vita...lo ha portato a questa scelta.

Ha portato lui a scegliere di buttarsi mentre io leggendo un libricino penso chje la cosa non mi riguarda e invece mi riguarda moltissimo...anche se arriverò in ufficio puntuale...quel cittadino sconosciuto n on dovrebbe essermi straniero ...viviamo insieme e chissà cosa c’è che manca e cosa c’è di troppo..e chissà perchè tanti “ se” si presentano senza poter essere risolti...tanti quanti siamo ogni giorno ad entrare ed uscire da questa metropolitana.

 

Ci si sente solo in balìa...in balìa di qualcosa al limite dell’ inconsistenza...quasi trascendente;

la metro è veloce: non consente domande che richiedono riflessioni lunghe e inconcludenti

La metropolitana è il mezzo del lavoro serve ad andare a fare.

 

 


mentre tutto il traffico di cittadini lavoratori era in attesa di sapere cosa fosse successo e cosa si dovessse fare per poter andare mi sono ricordata anche che stanotte ho sentito il terremoto…..

chiacchieravo con un mio ex collega col quale ero uscita a cana e poi eravamo rientrati a casa per finire di raccontarci....

ci eravamo conosciuti ai tempi in cui superprecaria co.co.co. facevo l’intervistatrice...come le quasi-laureate straniere, o le appena divorziate con “una certa età”....

insomma quelle che non posson ritenere di avere i titoli per entrare nel mondo del lavoro raccontando chi sono...fanno interviste telefoniche...dove, perlomeno, la prima cosa che possono dire è il  nome e cognome e che il loro splendido avvenire è ormai alle spalle...anche se fosse una neolaureata..... il fatto di stare lì....fa comprendere che ci sia un qualche problema...una china che sarà impossibile da risalire... una sconfitta senza possibilità di redenzione.

io ero neodivorziata a quarant’anni, il collega stava scrivendo la la tesi da dieci anni.....

eravamo oltre al fallimento...forse semplicemente cercavamo di stare a galla.

Mese per mese.

...ed abbiamo avvertito l'effetto di uno spostamento d'aria intensissimo....no, non era il solito sussulto di porte delle correnti d'aria, e nemmeno il passaggio di fantasmi....la libreria del corridoio si è spostata e poi, qualche secondo dopo, con fragorosi scricchiolii, è tornata a posto.......noi sorridendo ci siamo detti della paura che prende.....ma intanto sorridevamo....l'essere sicuri che un terremoto a Milano non ci può essere, fa sentire tranquilli anche se crollassero le case a fianco....

in questa grande città, sono altre le paure , altri ricordi......attentati, terrorismo....suicidi in metropolitana; di questi tempi.

lì senti lo spavento angosciante che contagia stato di ansia....
 

 
come tutti gli anni c'è un passaggio di temperatura molto fredda...come tutti gli anni...alla fine ci sono passaggi di correnti  che sono sempre gli stessi......poi, a Dicembre l’inverno è di nuovo mite fino a gennaio: un inverno gentile.

Ogni anno è così

tutto sovrapponibile. più o meno,

e questo, a parte il desiderare un inverno eterno,

mi immalinconisce...

come sarà questo natale in cui mi sento di essere ancora più sola? non sono sola, lo so, natale è solo un giorno come un'altro....

sono sola, e natale non è un giorno come un altro.

Non esiste aiuto.
Intanto, devo cercare fare un po' di ordine, nella vita e sulla scrivania.
 




(Quella testa di gallina della segretaria , sarà pure una gran bella figa...ma è proprio una testa di gallina… da una settimana le ho chiesto di aiutarmi, farmi vedere come si fa, anzi di fare lei, il  “reciving" del monitor del computer...e lei mi dice che non ha tempo.....ma questa attività... “è” parte del suo tempo !!! …..sarà bella, ma non ci arriva!!!! )

 

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arcobaleno



incredibile!

dietro ad un colore grigio compatto come un tessuto di lana spessa, un raggio di sole che chissà da dove è filtrato, ha colorato d’ oro le case di fronte.... un paesaggio quasi orientale......ed è comparso magicamente un arcobaleno che attraversa le vetrate da una parte all'altra dell' orizzonte.....chiudendo come una volta tutto il cielo...
proprio mentre stò scrivendo,stà progressivamente svanendo, svelando così un fondale di nubi con grumi più o meno densi, grumi di celesti limpidi e biancastri come se fossero fatti a tempera.....
che fortuna poter vedere......

 

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non trovo molte distrazioni....sono circondata da vetri attraverso i quali vedo
cadere la pioggia....e questa pioggia, che quì è così triste, sarà pure neve in
alta quota, quella neve così allegra....ma quì è solo una pioggia pesante di grigi, di inquinamento, di cieli senza orizzonti, nebbie monocrome, umidità nelle ossa.

densa e fredda.

 ....pioggie in pianura, nevi ad altya quota

Così è scritto alla pagina del meteo memorizzata fra quelle preferite del pc aziendale.

In qualunque mese nevichi...la neve sembra sempre connessa col natale.....

Con quegli odori, quei sapori, quei colori.

ricordo dei natali con la neve che trasformano le strade in un succedersi silenzioso e metafisico di scenografie da teatrini  incantevoli, dove il bianco è il fondale per le strenne luminose e, come presepi, qualunque ora sia, nella memoria il cielo è stellato e attraversato dalla cometa ..

quelli sono i natali con la neve che il mio ricordo colloca nello stesso periodo in cui ero alla scuola elementare...e il precipitare dei fiocchi era una distrazione alla quale si arrendeva anche la maestra che, dopo un’ora che ci osservava controllare gli alberi, i tetti e i prati, ci concedeva di uscire a correre e giocare con la neve
questo dicembre invece, mi immalinconisce solo all’idea che possa nevicare, come se non fossi pronta ad affrontare quella spensierata allegria infantile che la neve sa esercitare.

penso a certi natali che addirittura trascorrevo in montagna...

ed era bellissimo camminare di giorno, con la neve; un po' scivolando e un po' pattinando su quella patina vischiosa......, e vedere tutto attraverso i fiocchi bianchi diventare
bianco......
ed era bellissimo camminare di notte, con la neve; e vedere attraverso tutti quei puntini
bianchi fitti fitti il buio più buio....e tutto questo mi metteva talmente
allegria da aver voglia di stare lì, fuori, a guardare, a prendere freddo, e
mangiare un po' di neve appena caduta raccolta da una staccionata.....e sentire
i piedi scricchiolare mentre sprofondavano dentro a tanto freddo ghiacciato...

così freddo da non sentire freddo....


tutto già pregustando le coperte di piuma....anche le piume erano bianche come fiocchi di neve....ma caldi.

 

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come i contratti atipici.

 

 

 

oggi gran neve a sesto san giovanni....

voglia di fare: nessuna voglia,

nè di fare nè di non fare.

Forse un pochino di ansia nell'attesa della fine dell'anno.

Ho spedito qualche mail, e non ho ricevuto risposte, la cosa oggi mi ha irritato un poco, come parlare con qualcuno che sospetti non abbia nemmeno voglia di ascoltare.

"Il fioraio che lavora all'angolo di casa è più educato....se lo saluto quantomeno risponde....”

Mi sono detta fra me mentre salivo le scale, dopo essere stata all'ufficio del pianterreno per far inviare dei pacchi con il corriere....

Me lo sono detta quasi con un bitrignao come una signora un po’ petulante, di quelle d’altri tempi...quasi come se io stessa non appartenessi a questa attuale male educazione di non sottomettermi alle relazioni con un filtro che sia sempre formare, a indicare lo stacco culturale rispetto ad un approccio istintivo.

Anche io sicuramente non sento l’obbligo della cortesia che pretendo.

Lo so: non sono una persona cortese.

Non sento l’obbligo della forma.

Eppure mi sorprende il declino dei modi di fare così superficiali, sento che nascondono un pericolo, che solo fra qualche anno sarò in grado di valutare a fondo.

Fra qualche anno sarò certa che un contratto di lavopro atipico è figlio di una risposta data male e tutti e due sono figli di una logica anaffettiva delle relazioni, e che tutto, quando è ridotto nei termini di costo opportunità....perde di vista un insieme, un pensiero senza tempo e responsabilità nei confronti del tempo non è un pensiero eterno...questo un’artista dovrebbe saperlo.

E difatti sento che qualcosa mi ha messa in pericolo, nonostante goda di un contratto “a tempo indeterminato” .....

Sono un’impiegata di ultimo livello eppure mi considero e vengo considerata, una persona che gode di privilegi che sono insostenibili.

Al momento quindi mi limito al mugugno di una serie di risposte via mail che non mi vengono inviate....sono solo una perdita di tempo.

E se l’uomo ha la sensazione di perdere anche il tempo...sono certa che sia un grande guaio.

 

 

.... intanto...l’anno finisce....

avrei voluto organizzare molto accuratamente qualcosa, e invece c'è ancora solo qualche ipotesi molto vaga.

mi sento un po' in preda a un pensiero malinconico...

L'ho sentito sfiorarmi ieri sera, proprio mentre spegnevo la luce.

"non c'è più nessuno da amare"

so che non è vero, ma so anche cosa significa.

Quello che ho scelto di amare non c'è più

Un pensiero che va a coloro che se ne sono andati, per sempre.

La fine di un anno bisestile, fatto di –tanti- giorni dispari porta a riflessioni definitive.

Un pensiero pesante pesante pesante sembra quasi contraddire la leggerezza dei fiocchi di neve, che invece , come coriandoli, vengono trasportati dal vento.

Un pensiero rivolto al passato,

il passato: viviamo e intanto costruiamo il passato.

o-meglio-per dargli una forma e un senso...per renderlo “racconto”.

Un tempo si diceva così;  e noi rispettavamo i nostri vecchi nonni e i nostri genitori perchè avevano un passato in cui progettavano qualcosa e col passare del tempo costruivano...poi c’erano gli imprevisti, le crisi, le guerre, i lutti...e anche questo era parte di una storia ....

cosa è accaduto per poter faticare nel trovare le costruzioni anche nel passato?

Mi sembra che , anche il passato sia pregno anch’esso di precarietà...da non trovare un modo per trasformarsi in una storia stabile, dove le cose sono successe e da quelle cose ne son scaturite altre.

Precari anche i ricordi di quanto appartiene al passato...volano come coriandoli...come fiocchi di neve...come i contratti atipici.

Non riescono a declinare un verbo...sono sempre presenti...in fieri.

 

Guardo fuori dallle finestre del grattacielo,

Neve e neve, ancora neve, sembra che smetta per qualche minuto e invece riprende come se fosse una vera tempesta.

Si attorciglia intorno ai pilastri del grattacielo, osservando l’esterno dalle finestre sembra di volare.

neve, e grigi sopra a grigi e ancora grigi.

il cielo è dello stesso colore dei fiocchi di neve che sono talmente fitti da sembrare nebbia.....

Il vento sibila e si sente attraverso i vetri sui quali restano appiccicati i fiocchi di neve.

se vedessi per strada passare una slitta con una muta di cani penserei di essere nella periferia di san Pietroburgo,e la cosa non mi stupirebbe, considerando che sesto san giovanni era soprannomiminata la "stalingrado" del nord italia.

 

 

"che tu sia per me il coltello"

ho comperato questo libro attratta dall’ eleganza del titolo.

l'ho letto...cercando di superare il fatto che mi sembrasse un po' affettato....

tratta di un rapporto epistolare non corrisposto.

La giusta compagnia per le mie trasferte ufficio casa casa ufficio.

"manca di crudeltà...”-ho pensato leggendo-;

pensando che al riguardo ne sappia abbastanza da poter anche dare un giudizio oggettivo.

ma è difficile descrivere la crudeltà...la crudeltà necessita un lessico normale, ma ci vuole moltissima ironia......ecco: lì è la crudeltà.

la crudeltà stà tutta nella normalità che solitamente non si esprime descrivendo un fatto doloroso, con però qualcosa che manca e che diviene in eccesso

la crudeltà è un paradosso... avrei dovuto spiegare questo a mio figlio...poi, avrebbe potuto cavarsela da solo....

 

 

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ventre, sangue e liquami che fanno cattivo odore.

ossa, muscoli, cervello...e ancora carne, carne,carne,

pancia, mani sporche, unghie rotte, alito al mattino che sa di cena della sera precedente, aria nella pancia, scarpe infangate, colletto della camicia non troppo pulito, peli di cane, un sasso nella tasca.

l'anima è im-perfetta.

Come quella di tutti i compagni di viaggio della metropolitana.....topi, stanchi fin dal mattino, in una galleria.

 

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ecco dove mi trovo

....

”Osserva la terra argillosa di un campo arato al mattino presto, all'alba...osserva quella terra nera e asciutta  dopo un autunno non piovoso e dopo una gelata....

osserva quella terra con una lieve patina argentata sulla sua superficie scura, lucente, che riflette la luce della nebbia di una notte limpida e stellata;
Prendi un pacchetto di sigarette vuoto e  accartoccialo, e osserva come riappoggiandolo sul tavolo; non è possibile che torni alla sua forma originale, e che scritte e colori della sua superficie sono illeggibili...
Abbi il coraggio con una mano di entrare, attraverso l'ombelico, dentro alla pancia, tirare fuori tutte le viscere che fumano, ed hanno anche l' odore di sangue; e trova lo stomaco duro come una pietra e il cuore che batte con un ritmo preciso e convulso insieme....terrorizzato da tale intrusione e contemporaneamente disponibile a ricevere una carezza......
Guarda bene il cielo di una giornata limpida di febbraio, così limpida da creare disorientamento sulla nozione delle stagioni, guarda quel rosa  che invece è tenero azzurro simile alla pelle vetrosa di un neonato, di quel colore di mollusco morbido e tenero che mai ha visto e sentito l'aggressione del sole, e  che ancora non ha consapevolezza, quella pelle tenera è fragile e profumata di latte come un biscotto di pasta frolla; di quanto la luce sia un elemento superbo su qualunque superfici; anche la più inconsistente; anche per l'aria; quel colore di pelle di neonato rosa attraversata da capillari azzurrini che sono una velatura, un presentimento di sangue che palpita”

....
in questo stato di indescrivibile confusione emotiva: ecco dove mi trovo.
Il grattacielo degli oracoli è una superficie riflettente di nubi che lieve oscilla al vento prepotente, vento che trasforma queste giornate che fino all'anno scorso io conoscevo come fredde giornate di nebbia e di neve e di sogni

E mi sentivo sotto a coltri di piume....queste giornate di vento freddo e vento che asciuga lacrime invisibili ma che fanno venire il mal di testa......


ecco dove mi trovo: in una scatola di cielo che riflette cielo, che si arrampica nel cielo e che oscilla nel cielo.

 

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Guardo il calendario e penso a quell’oggi di un anno fa.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Dove erano le montagne quella mattina di un anno fa?

Dalle vetrate del grattacielo degli Oracoli l'aria da grigia divennne progressivamente di un colore celeste chiaro chiaro...le nuvole sembravano una leggera velatura rosata...sarebbe stato  quasi impossibile dipingere tanta leggerezza: forse neanche con gli acquarelli.

Dietro alle case avrebbe potuto esserci il mare; non ero io che non volevo vedere; era proprio l'estate che stava arrivando; venti giorni al solstizio;

Ogni mattina mi alzavo presto,e arrivavo in ufficio presto, solo per la voglia di accendere il computer... scrivere è stato quasi un grido per riuscire a respirare meglio,

è stato un bisogno,

è stato un piacere. ...

è un mese caldo, anche quest’anno; insolitamente non troppo piovoso.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Tanta somiglianza ...vorrei poter osservare tutto e poter descrivere la differenza quasi impercepibile di tanta somiglianza....

Non è solo un tragitto quotidiano abitudinario al punto da creare dei comnpagni di viaggio di cui non si conosce il nome ma il viso diviene familiare.

Non è solo quello

Ogni viso è una storia...non tanto la sua-che non conosco- ma quella che io indovino semplicemente osservando le mani, l’abbigliamento, la pelle, i libri che hanno in mano, il saluto al cellulare.....il racconto con l’amico o collega: “ come va..tutto bene ...cosa hai fatto ieri...come stanno i figli .....a che punto è il trasloco.... ho comperato l’auto nuova con un buon finanziamento...il prossimo finesettimana dicono che piove...se avremo i soldi andremo in ferie sul mar rosso...questo mese ho speso troppo”

le mie orecchie ascoltano i discorsi fatti dalle  persone, fatti da soli, con il cane, ad alta voce, fatti dentro alla mente...

in qualunque lingua: italiano, spagnolo, ucraino, bosniaco, russo, portoghese, tailandese, cingalese, arabo, nigeriano...

allegrie e preoccupazioni straripano da ognuna di queste sagome animate senza nome ma piene di vita.

Gente; gente ovunque...e basta poco perchè diventino persone.

Osservo  i libri che leggono al parco, i giornali sulla metro, i sacchetti della spesa alle fermate del tram, o lungo la strada; cerco di guardare cosa c'è dentro: cerco di decifrarne il contenuto per poter immaginare la cena della sera,  se sarà in compagnia o in solitudine, ricca o vegetariana, frettolosa oppure non sarà nemmeno una cena, ma semplicemente un'ubriacatura a stomaco vuoto; se i bambini non avranno più fame perchè lungo la strada stanno mangiando troppo di quello che è stato appena comperato...

Osservo le loro letture, i loro silenzi pieni di parole, i loro discorsi spesso poveri di idee importanti...creature che riflettono come specchi la precarietà dell’esistere...eppure nessuna di queste sembra curarsene.

ognuno ha un odore, ognuno ha un colore di occhi, un taglio di capelli più o meno curato; si capisce se vive di fretta oppure se ha tempo o denaro per un parrucchiere,quanto è insicuro, quanto il lavoro che fa gli richiede di curarsi, quanto abbia tempo o voglia di farlo, quanto ne sia capace...e quanto può spendere per qualunque vizio decide di concedersi: un orologio,un tatuaggio, una camicia alla moda in saldo.....

come per i sacchetti della spesa: latte, pane in cassetta, vino nel cartone, dolci confezionati, poca frutta.

Nelle mancanze.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Un anno trascorso nel tentativo di dimenticare di nuovo progetti, desideri e aspettative;

forse ce l’ho fatta: alla giornata; come un cane randagio, che gode di un'ora di sole in inverno.

Un’ ora di sole che scalda il cemento del marciapiede fra due case

Soffrivo di mal di testa continuamente, tutto il giorno; qualche chilo di troppo mi faceva sentire sempre dolore alle ginocchia:

non riesco  a pensare a niente, come se il pensare al senso sia un privilegio che non posso permettermi, cose da fortunati che grazie ad un aiuto...hanno ottenuto “un posto”

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Poi, mentre mi avviavo all’ingresso del grattacielo ho osservato una casa di quelle come tante che casualmente una sera divenne invece una casa particolare...con una storia

Anzi: un insieme di storie intrecciate.

con una mia amica con la quale ho trascorso la scorsa estate molto tempo..

-perché due anime perse stando insieme credono di darsi un po’ di forza….-,

 eravamo andate a casa di suoi amici a mangiare :  ospite brasiliana, cucina brasiliana; tanti bambini, mariti rientrati dopo aver finito il turno di nottte di lavoro di pompiere: dietro a quei lavori già di per sè avventurosi che garantivano la sussistenza in maniera non monotona, in realtà erano tutti attori e clown di mestiere.

Cena sul balcone di una palazzina di un quartiere residenziale abbastanza recente, quei quartieri  di case a tre quattro piani con  il giardino comune molto ben curato, tutte le siepi a forma di palla con le gemme verde chiaro che struggevano gli occhi da tanto rigoglio e da tanta forte tenerezza ; un piccolo quartiere residenziale circondato dalla campagna lombarda che, al termine della primavera prepotentemente lussureggiante e piena di odori.

Eravamo state accompagnate fin lì, da un altro suo amico, clown anche lui, conosciuto  da me il giorno prima; quando eravamo andate a trovarlo nella sua casina in una traversa di sesto san giovanni, a pochi metri di distanza, appunto, dal mio attuale ufficio.

Con osciuto,  anzi, meglio dire ri-conosciuto: lui, difatti, aveva fatto uno spettacolo “ a cappello” il precedente  primo dell’anno lungo via Dante, e lo avevo visto lì….quel giorno  mi trovavo insieme al mio compagno di allora..

Una grande passione finita tragicamente, ma quel giorno, quel primo giorno dell’anno, ci eravamo svegliati tardi...e tutto ci sembrava perfetto.

ci eravamo alzati tardi ed eravamo andati a spasso come le coppie, tutte le coppie che vengono in centro dalla periferia...immersi nella confusione, nel freddo nel profumo di gnocchi frittio e anche nell’ allegria di essersi svegliati all’inizio di un nuovo anno.

Verso l’imbrunire ci siamo attardati a guardare  quell’esibizione di clown e io gli avevo fatto delle foto  che li ritraevano insieme in uno spettacolo improvvisato con il pubblico, foto che adesso non oso nemmeno tornare a guardare, nel timore di essere risucchiata da ricordi ancora dolorosi.

Ed eccomi, dopo sei mesi da quel primo dell’anno,a casa dello stesso stesso clown, che abita a pochi passi dall’ufficio dove proprio in quel capodanno per la prima volta ero andata per fare un colloquio.

Stesso clown anche se senza trucco;

stessa pianola…stessi oggetti visti per la strada in quella fredda giornata....

Stesso clown che poi scoprii, chiaccherando, essere anche amico una mia collega

adesso mia amica.

Ed ecco che tante storie indipendenti si incontravano per caso e diventavano una sola, almeno per pochi istanti.

un anno fa, su quel balcone della casa nella campagna lombarda, osservando il cielo divenire verdastro nel crepuscolo caldo e umido, pensavo che fino a due ore prima mai avrei immaginato un intreccio simile; e questo mi aveva sorpresa....

così, mi era  sembrato quasi piacevole da sussurrare a bassa voce:

“mai avrei immaginato”;

 bassa voce che solo l'animo leggero del clown sentì e chiese.

Chiese spiegazioni con lo sguardo.

Un anno prima

 prima di quel capodanno, tutti quegli intrecci sconosciuti non sarebbero stati nemmeno immaginati, ragionati, ma nemmeno avrei sospettato che sarebbe stato importante pensarci;

Gli amanti non hanno bisogno di niente.

 

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”qualche distrazione...ci mancherebbe....”

 


 Alla fine di maggio succede questo: in Oracle, come in molte società americane, nelle corporazioni -come questa-, finisce l’anno.

L’anno fiscale, ovviamente.

anno nuovo, vita nuova....attività nuove. Cambia tutto.

 

sono stata come un  cane abbandonato, senza collare e senza medaglietta.... senza il microcip sottopelle....un po' randagio ....
e "con le orecchie abbassate ed arruffate", come ha detto il mio collega..."ci sono passato anche io !!!!"

 

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una bella novità agli oracoli, di quelle che sembrano fatte apposta per sentirsi autorizzati a non fare un cazzo...

nonostante tutto mi accorgo di quanto bene mi sia integrata nel mio stato di impiegata di ultimo livello....mi fa stare bene l’idea di andare a lavorare e che il mio lavoro, per un giorno, sarà quello di non lavorare ma attendere...

certamente sono un soggetto che non farà carriera.

Questo però non mi impedisce di godermi questa bella giornata e di pensarla come una scolara che bigia la scuola

Il giorno  prima della lexio brevis...e questo “prendersi il meglio ...cogliere l’attimo...”la fa sentire molto leggera.

 

Lo scorso giorno, a seguito dell’ennesima mia lamentela perchè il pc continuava a “bloccarsi”, mi hanno detto di aprire un tiket per farmi cambiare sistema operativo.

il che significa: tolgo win2000 e metto xp...beh, fin quì pare mica tanto male...ma significa: “ togli i dati dai dischi fissi.... back up...rimetti i dati...”

"daccordo; e i programmi?"

"Quelli li devi ri-installare tutti"

"tutti? ma io non lo sapevo fare prima e non so farlo neppure adesso!"

silenzio: che significa: silenzio.

ovvero: mica posso stare in eterno col mio pc col nuovo sistema operativo ma spento...prima o poi dovrò ricominciare a lavorare...e ci sarà pure qualcuno che è abilitato nell’aiutarmi “

!!!

.....

quel silenzio significa: “vedrai che prima o poi li riinstalli...non preoccuparti!”

 Non so come andrà a finire...ma certamente sarà come bigiare a scuola.

sarà anche una bella giornata , sarà anche l’ultima della settimana, sarà piacevole godermi la sindrome dell’impiegata in attesa dell’ultima mezz’ora in  ufficio per pensare a quello che deve fare dopo.....

quel silenzio è una bizzarra interruzione.

Che non so quanto potrebbe durare...ma niente mi mette fretta.

Certo...mi ricorda la bizzarra inadeguatezza del mio lavorare in questa azienda di informatica che vende licenze per uso di programmi e tutti quelli che ci lavorano...vantano la loro passione per l’uso del computer.

E io non so nemmeno dove salvare i miei dati e solo l’idea che dovrò ri-installare le applicazion i che mi hanno dato in dotazione...mi fa venire voglia di cancellarmi dal mondo con la gomma come si fa con un segno sbagliato sul foglio di carta.

 vorrei in questo momento avere un bel lavoro da...lap dancer!

ma anche quì..ci sarebbero da installare: almeno due taglie di tette.... dieci chili di meno....dieci centimetri di più di altezza...e quella faccia da troia che la dà e poi invece non è detto...e mica viceversa!

 

Venerdì.

senza pc e senza il fisico da lap,

bella giornata, mi sembra, dopotutto.

silenzio: che significa: silenzio.

 

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un acronimo che significa:"pagella"

 oggi che c'è di nuovo agli oracoli?
P.M.S.
performance management sistem
è un acronimo che significa:"pagella"

 

una procedura ereditata dall’organizzazione del lavoro I.B.M.

e che a tutt’oggi non c’è azienda che voglia chiamarsi moderna che non utilizzi, sebbene ciascun dipendente la considera solo una gran perdita di tempo, e quindi viene vissuta come una delle più faticose incombenze da espletare durante l’anno.
il sistema prevede una valutazione annuale : tutti i i manager vengono formati affinchè imparino a fare queste valutazioni...ogni livello a quello a lui più basso...e c'è tutta una bella mappa fatta di slide e  infine un disegno schematico che rappresenta una serie di montagne in salita in cui si segna, con un piccolo ciclista, a che punto si trova il soggetto da valutare rispetto agli obbiettivi prefissati.. a metà, in cima, o non ci sono stati progressi:”aree di miglioramento”,vengono definite con grande garbo...e poi c'è in ciascuna cima della montagnetta , al vertice, una bandierina,... poi una breve discesina e di nuovo un'altra collinetta ....
insomma....tutta l'attività di lavoro è riassunta come se fosse una gita in brianza!
ora  la montagna, quella nessuno la smuove..
.....e i miei polpacci...come la mano... la bella mano che ha sempre fatto velature all'acquarello più che perfette, la mano dell’artista che ha sempre superato il virtuosismo con sensibilità autentica…....così risultati così perfetti che non sembrano nemmeno di maniera...

e i polpacci:

i polpacci parlano da soli,
i "polpacci divini"......quei polpacci e quelle gambe fatte solo di muscoli, che hanno spinto la bicicletta per centinaia di chilometri fino a trasformarsi in una macchina potente non femminile,quasi non umana….
se  facessi io, le slide, ...beh...sarebbero tutte fatte con accostamenti di colorini deliziosi...come  i miei fogli excell , colorati come prati fioriti, e cambiano tonalità ad ogni cambio di stagione..quei fogli non solo sono precisi come ricami, ma hanno qualcosa che prima mancava; quasi un senso di armonia che li rende più facili da consultare….
così il mio capo dell'anno scorso, ad un certo punto, arreso a questo insolito, eccentrico, talento, mi chiedeva di fare una lista che "fosse anche bella da vedere"...
la mia manager alla quale son stata assegnata quest’anno, invece, la nuova manager del mio gruppo, quando le ho chiesto se fosse interessata di essere messa in copia, per avere traccia della mia attività, mi ha risposto..."me pò fregà de meno!"
e sarà proprio lei a fare la mia pagellina...!!!!!!
peccato.

anche cielo limpidissimo....meravigliosi branchi di nuvole bianche  si spostano specchiandosi sul cielo del palazzo di Nymeier
sembra il passaggio di un branco di cetacei......
una meraviglia da vedere...
loro procedono nuotando in questo azzurro lentamente...
 me ne vado all'esame con un bel sorriso da "faccia da fotografo"

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"le forme del fare"..

 

sono le otto e trenta del mattino di una delle prime belle mattinate di settembre.

Il solito fiume di impiegati chiacchiera vivacemente mentre si avvia negli uffici a piedi portando la valigetta con il pc a tracolla

Molti, in questi giorni di fine estate, si incontrano per la prima volta dopo le ferie e si raccontano come è andata la vacanza, altri invece affrontano l'idea di fare programmi per l'autunno.

"per un periodo ho fatto il tedesco, poi però ho lasciato perdere, era troppo difficile!"

"ma perchè non fai lo spagnolo, lo spagnolo è divertente"

 

Dopo la crisi industriale che ha coinvolto tutta l’europa e la conseguente delocalizzazione del lavoro in altre parti del mondo in cui la manodopera è più economica, anche sesto san giovanni, prima sublime capitale della classe operaia che concentrava in sè più fabbriche che abitazioni civili...si è riinventata come nuovo polo dell’ informatica; gran parte di quelle vecchie bellissime fabbriche in stile fine ottocento, con cancellate in ferrobattuto,  vetrate con decori policromi e ingressi con sobrie boiserie o mosaici sono diventate sedi di uffici, agenzie internazionali, banche.

Fuori dalla stazione della metropolitana di sesto Marelli, dove prima c'era un bellissimo palazzo liberty, una fabbrica di magneti,  alternatori, batterie per auto, bobine, centraline, navigatori, quadri di bordo, sistemi elettronici, sistemi di accensione, sistemi di scarico e sospensioni per auto e motoveicoli, (La fondazione dell'azienda risale al 1919, col nome di F.I.M.M. - Fabbrica Italiana Magneti Marelli, antico esempio di jonventure fatta ai tempi con fiate che perl’appunto dà il nome alla stessa fermata della metropolitana, nonostante oggi non esista più la fabbrica, trasferita tra torino e altre sedi), adesso c'è un palazzo di vetro con un portico, costruito peraltro da un’azienda appartenente  a un gruppo quotato anche in borsa  considerato il primo italiano nel settore delle grandi opere, sempre con capitale maggioritario fiat  e coerentemente con i tempi,  anche al centro della cronaca per sospetto di riciclaggio di denaro e collusione con ambienti mafiosi.

Tra un reinventarsi e l’altro...anche a Sesto San Giovanni, un tempo chiamata la Stalingrado del nord italia, c’è scappata di mezzo anche qualche inchiesta  di collusione con la nuova economia mafiosa... anche il nord ci ha fatto i conti e di conseguenza si è adeguato senza nemmeno lamentarsi troppo.

(di colpo, leggendo i giornali, il nord italia si è scoperto nel suo nuovo volto più spregiudicato: in gran parte delle inchieste fatte dalle procure che si sono concentrate sulle collusioni delle imprese con ambienti mafiosi, è stato messo in evidenza che il nord, si è perfettamente adeguato ad una economia fatta di profitti senza scrupoli e, facendo leva quasi su una storica indiscutibilità morale e una specchiata tradizione di etica trasparente nella gestione del denaro che la lasciava al di sopra di qualunque sospetto, invece non ha mai posto la questione morale avanti alle opportunità di generare ricchezza, nè più nè meno di un clan di camorristi, anzi...ha subito colto l’opportunità del risparmio nell’uso del denaro sporco; e così, leggendo i giornali, possiamo apprendere che con questi clan e gruppi mafiosi, i poteri ricchi del nord italia hanno fatto affari da anni....riciclandone i soldi facilitando l’assegnazione degli appalti, che attraverso le conoscenze e la capacità di corrompere hanno praticamente distorto l’intera economia e il mondo del lavoro anche delle regioni settentrionali)

 

E mentre i costruttori di strade e palazzi sono convocati nei tribunali, gli impiegati continuano strisciare il badge che ha sostituito il cartellino- e che registra gli orari di entrata e uscita, esattamente come prima facevano gli operai... per entrare negli stessi palazzi che prima erano fabbriche.

 

È tutta un’altra cosa. 

La classe operaia aveva la consapevolezza del suo ruolo;

lo aveva rivendicato, lo aveva conquistato, aveva costruito una sua identità che era sia di classe che individuale.

Forte di questo suo ruolo importante aveva anche conquistato diritti e preteso che lo stesso stato legiferasse tali diritti

La nuova economia ha smantellato gran parte di tutto questo definendolo poco allettante dal punto di vista dei costi

E così come se fosse l’invenzione più moderna, ha risottomesso gran parte dei lavoratori delle classi più “basse”a lavori precari, con contratti fragili che rendono la coscienza di ciascun individuo fragile anche dal punto di vista esistenziale.

Fragile, sostituibile, ricattabile, insignificante,

ciononostante, le persone si sentono insignificanti nella loro vita, ma usano parole" grandi" da telenovele sulle ricche saghe delle famiglie del capitalismo moderno.......

in vacanza si “fanno” le nazioni, come se fossero le campagne di colonizzazione;

si fanno le lingue con  cui attraversarle.

si discute se fare il tedesco o lo spagnolo

il filosofo Cacciari in un saggio interessantissimo si sofferma in una riflessione:

“ ..... le forme del fare appaiono con somma evidenza riconducibili a quest’ unica idea: è fare

(poiesis) tutto ciò che è causa del passaggio dal non-essere all’ essere. Impressionante certo è la varietà delle forme del fare che la civiltà dell’Occidente è andata sviluppando, ma questa “ricchezza”, lungi dal

contraddire quella originaria idea, ha finito con l’ imporla come uno dei suoi principii fermissimi: fare significa esser causa

del manifestarsi di qualcosa che prima si occultava, non stava nella presenza....”

 

il signore e la signora che si avviavano in ufficio così chiaccherando, indossavano vestiti da impiegati... i vestiti di quando si decide di essere  da impiegati....

perchè nessuna azienda impone che quest'anno si indossi lo spezzato grigio chiaro, con la camicia a righe e la cravatta color pesca...e , naturalmente, dove prima c'era un fazzoletto...l' i-pod che esce dal taschino con i suoi fili bianco panna...nonostante apple lo abbia fatto in una ventina di colori.

 lei invece indossava un vestito verde muschio composto da gonna lunga e giacca sciancrata e scarpe sabbia e anche calze a rete sabbia, e camicina sabbia...

i due impiegati erano il prototipo di loro stessi...e , ovviamente, sfruttavano la prima settimana di rientro dalle ferie per parlare, con grande soddisfazione, dei loro quindici giorni appena trascorsi.

Essendo stati all'estero, stavano prendendo in considerazione di "fare" delle lingue.

 Tutto quì

tutto quì se non fosse che alcune lingue sono "difficili".-

il che è vero.

io mi sono domandata, con tutta l'onestà che mi è possibile alle otto e trenta del mattino.. se imparare il tedesco sia più difficile di impastare la farina , riparare una bicicletta, o disegnare una sfera "che sembri una sfera, liscia e che giri come una sfera, liscia",

ma -sopratutto- di riuscire a stare dentro a quel tipo di vestito da impiegato middleclass......col lavoro middleclass....la casetta middle class nell' interland , le rate del mutuo, le rate dell'auto, le rate dell nuovo televisore a cristalli......

se sia più difficile portarsi una giornata con quell'abito, scrivania, computer, parlare delle "lingue da fare" camminando in fretta prima di entrare in ufficio,

oppure passare una vacanza in un campo di naturisti.

 

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lontana da tutto e contemporaneamente presente

 

 

la mia cuccia, la mia postazione, quella con i “miei” cespiti aziendali,  al momento, è nel silenzio più totale....non c’è nessuno

sento lo scatto della porta:

è arrivato il fenomeno: un collega tarchiatello, che giunge fino a quì in Oracle  da Sirmione.

Sento la sua voce lontana..accende il computer, parla con qualcuno della partita del milan dell'altra sera, o forse dei prossimi campionati

non oso mai fargli domande, perchè tanto mi saprebbe rispondere solo riguardo alle eliminatorie della serie B...o del girone di andata.

invece le mie curiosità sono altre, e come faccio a sapere qualcosa di più della sua vita, o del suo tipo di felicità o su come si fa a stare al mondo, più o meno sereni....mettendo su pancia, o più o meno sereni, con la casetta da pagare col mutuo, e i bambini che crescono e le ferie a Lignano........?

perchè questo, invece, a me che ho le idee così poco chiare riguardo alla felicità,  mi interesserebbe moltissimo....

quindi ci ignoriamo in un garbatissimo silenzio che al massimo si spende in un “ciao” frettoloso e garbato, nel caso ci si trovi sullo stesso percorso.

lui, che sa andare al nocciolo delle cose della vita....anche sapendo che ci sono, sa di essere solo...sa che, se ci sono io, vuol dire che  quì in oracle è come  essere soli, mica fa il giro della colonna dell'ascensore per venire a salutarmi...

e se lui fa così..devo fare così anche io.

è vero o no, che dicono sempre che "sembra che io viva in un mondo tutto mio"?

 allora ci posso anche rimanere, nel famoso mio mondo!

questo lo dicono in molti, quì nel grattacielo, e lo dicono a me quasi a dover giustificare la mia presenza mia con il mio percorso accademico inadeguato che traspare anche dalla pettinatura.

Ma non lo dicono solo a me, per schernirmi;

...se lo dicono fra loro...per identificarmi....

"quella strana...che vive nel suo mondo..."

nel mio mondo non c'è un "divieto di ingresso" scritto sulla porta...eppure.......

eppure non entra nessuno, anzi: è percepito come vuoto.

 

Una collega  dice che sono fortunata, a essere emarginata, in questo a suo dire inferno...

Al momento non ho la percezione che questo sia un luogo infernale, una volta messo a fuoco il grande equivoco inerente all’ ineguatezza;

forse una vita privata più monotona mi avrebbe fatto avere una percezione differente

ma a me pare di stare benissimo.....otto ore in assoluta tranquillità, diumenticata dai colleghi, lontana da tutto e contemporaneamente presente; ci sono periodi in cui sembra quasi un lusso avere otto ore a disposizione in cui ci si sente fuori da qualunque mondo.

quindi, per tornare a chi popola il quarto piano dopo dieci giorni di chiusura di anno fiscale, lui, l'amante del calcio,se ne stà quatto quatto al suo posto; ieri, passando di fianco alla sua postazione ho notato che approfitta di questo periodo di bassa operatività per connettersi su TGcom...e ampliare la sua cultura...

e io che invece sul motore di ricerca oggi ho messo " cosmismo e bolscevismo..."

...ho capito

ho capito cosa vuol dire convivere in mondi diversi.......

 

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Metropolitana Giovedì mattina.

 

 

scuola addestrsamento cani da guardia:

Specializzata in rotweiler, schnauzer e dobermann...

“mai guardare negli occhi e pochi comandi secchi:

"sitz!

geht hin!

komm her!!"…..”

premio: se obbedisce...un biscotto che profuma di pancetta....

 

se e invece disobbediente...niente...niente...niente

se il soggetto si dimostra troppo poco avvezzo ai giusti comandi..: nella gabbia...o nel cortile, quello del cavedio...

o alla catena.....

punizione: isolamento, acqua e zuppa di pane...

"capisce, e vedrai che dopo obbedisce".....

 

Il treno della linea metropolitana ha le sue fermate in cui si riempie a dismisura e quelle in cui si svuota.

Una specie di cambio della guardia.

Quando arriva alla stazione di piazza san babila, scendono molte persone: si libera un posto, decido di sedermi incuriosita dal fatto che di fianco al posto libero c' è un ragazzo particolare.

Bel volto abbronzato, lineamenti antichi, naso da pugile;

orecchino: solo uno, piccolo al lobo destro.

Anelli di acciaio al medio e all'anulare, e uno anche al pollice: semplici fascette piatte senza decorazioni; belle le mani.non eccessivamente curate

Legge un libro.

Questo colpisce la mia attenzione prima di tutto.

Un giovane assorto nella lettura di un libro.

Un libro; non un giornale o una rivista.

Mentre legge ascolta la musica con le cuffiette.

Indossa abiti abbinati con gusto: una camicia scura a righe scure tutte tono su tono: color caffè, nero, mogano e di nuovo nero, castano, mogano, la camicia, con sapiente civetteria, è portata fuori da un paio di pantaloni neri gessati con sottilissime righe color sabbia.

Scarpe inglesi comode, con suole di gomma "dr.Marteens".

Elegante; abiti di qualita"grandi magazzini", ma elegante.

sembrerebbe non essere nemmeno rientrato a casa, ma non ha lafaccia stanca, tutt'altro.

vestito da sera anche se sono le otto e mezza del mattino

sembra uno che in qualunque ora del giorno si sente a suo agio

come di fronte ad un negroni con la fetta di arancio e un piattino pieno di olive.

Legge con aria attenta

Quando arriviamo alla fermata "Sesto Marelli" scendo io e si alza anche lui, si avvicina ad un signore seduto nello stesso scompartimento ma in fondo, lontano, si salutano e cominciano a parlare.

 

scuola addestrsamento cani da guardia:

 “Steh auf …. bereit zu gehen”

con i dobermann mai un momento di debolezza: non bisogna mai abbassare la guardia: comandi secchi e premio del biscotto con l'aroma di pancetta.

È stato dressato in questo modo: all'obbedienza.:"geht hin....poi c’è il premio"

una vocina che mi sale dai piedi mi dice invece: "ma non ho voglia".. affrontare l' indolenza.......

seguo ogni consiglio sul da farsi e ci ragiono sopra con calma.

archivio la sensazione, mi dò tempo ...ci ragiono...mi ascolto, mi ascolto

qualunque osservazione, la tengo buona...

 

Scuola addestramento cani da guardia:

proima regola:"marcamentostretto"...guinzaglio corto, e presa autorevole....

Una leggera strattonata col guinzaglio....e si esce

Usciamo dal treno e dalla metropolitana.

 

Fuori, nella luce, io proseguo dritta verso Oracle mentre lui gira a destra, sempre chiacchierando col signore incontrato sul treno.

Il ragazzo vestito da sera e il suo conoscente camminano insieme e entrano nella sede della C.G.I.L.

Altro che negroni con le olive.

 

 

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La seconda cosa che mi è stata spiegata in azienda è stata che tutte le mie vicende personali devono rimanere chiuse dietro alla porta di casa

Per quanto mi sembri complicato, e –volendo- anche ingiusto, mi devo adeguare, cercando di comprenderne gli innumerevoli vantaggi.

stamattina all’ora del suono della sveglia mi sono lavata e vestita e ho anche fatto colazione come se nulla fosse,

in effetti lo sforzo di decidere di andare a lavorare anzichè mettermi sotto le lenzuola, è stata una valutazione personale; che cosa fare dopo aver trascorso una notte senza dormire, è una valutazione mia, che appartiene alla mia vita privata.

Quindi non ho nemmeno valutato la possibilità di restare a casa “in malattia”

Valentina è stanca, la matricola 4263, invece, non ha nulla da dichiarare.

A parte che piove .

E dopo tanti giorni di siccità l’aria trasporta ancòra un odore di polvere bagnata, come talvolta si sente camminando poco prima di un temporale.

Durante Il viaggio in metropolitana mi è sembrato di trovarmi in una astronave che viaggia seguendo un’orbita misteriosa.

All’uscita della stazione di Sesto, c’èra la luce .

Mi incammino dopo aver osservato il cielo color piombo e i fiori di tiglio caduti sui marciapiedi

 

 

 

proseguo, con il mio solito passo leggero, piede un po' a papera da grande fondista, da "attraverstrice di piste della savana",

Quel passo lievemente ancheggiante di chi potrebbe prendere al volo il passaggio di un furgone gia carico ananas e  banane, o veder attraversare la terra rossa della pista da un elefante o da un pitone

quel passo leggero che trasporta uno sguardo leggero.

Esattamente lo stesso passo della giraffa.

Cormorani si appolaiano sul baobab: bassa pressione,piove leggermente.

 

Oltrepassato il portico del palazzo Impregilo, Vengo superata da una mamma con un bambino con un impermeabilino e un ombrello a "pezzedimuccafrisona"

Passo da scalatrice e un sottilissimo senso di tenerezza.

Un singhiozzo che si ferma nella gola: a mio figlio avrei certamente dato  questo

 e, a colazione, latte di cocco; rinfrescante e nutriente insieme ad una macedoniadi mango eavocado,prima di attraversare  quel pezzo di strada in terra battuta rossa che che separa la casa immersa nelle palme e nelle yucche alla scuola,in fondo alla strada,la scolaall'ombra di quellegrandi acacie

Cielo grigiogrigio.

Nessuna savana e pista dalla terra rossa nè cormorani o baobab.

Cielo grigio come nelle brutte giornate equatoriali e pioggia fine e fitta.

 Indosso Una canottiera nera, sopra un golfino a maniche corte nero, di quelli con la chiusura che si intreccia; e sopra ancora un a maglietta aderente con i bottoncin anche quella nera ; una gonnellina in seta nera con una tempestina di pois bianchi piccoli piccoli e sotto sandali timberland neri che fanno I piedi grandi e il passo stabile.

Mascara agli occhi.

Una vera lezione di eleganza.

 

anche quando si cammina nella pista che porta da  Yamoussoukro a  Boualè ci vuole un attimo, soltanto un attimo,

un attimo per sentirsi la regina d' Africa

Il pitone potrebbe innamorarsi e regalare la sua pelle per un un impermeabile

 

dopo la bronchite e gli antibiotici della scorsa settimana..stò provando  un gran senso di fatica.

forse anche perché la difficoltà a respirare mi dà un leggero stato di spossatezza e  la sensazione che anche il peso della borsa con dentro una rivista e mazzo di chiavi…non sia due chili… ma non meno di otto..."Micromega": devo cambiare lettura in giornate come queste."piccologrande"troppo pesante in giornate come queste.

stessa sensazione della convalescenza:..il corpicino dice: "ho altro da fare,non posso darti retta....ma tu non dovevi andare in vacanza?"

dovrei  organizzare per lafine di questo mese la partenza per le ferie a Panarea....

Previdente, ho anche già cominciato a riempire la valigia,

ma la sensazione è la stessa: "Micromega":piccolo grande peso

potrebbe andare bene andare in ferie...ma non se ne parla di affrontare quel viaggio...

staccarsi è una specie di rinascita...rimanere nelle cose di casa...impigrisce, rilassa,

 

lo immagino faticoso come se dovessi affrontarlo  in groppa all'elefante...l'idea mi affatica.

 

 

"i tuoi affaticamenti non competono all’azienda. Devi smaltire le ferie accumulate:

anche se non te la senti..parti lo stesso.......!"

ho una gran voglia di dire...di dirmi..

"se non hai voglia resta...."

resta come te lo chiederebbe un amante quando ti alzi in ritardo e quasi vorresti correre in bagno e "pettinarti-truccarti-caffè-scarpe-borsa-da questa-casa-devo-portare-via-via-tutto-a-lavare-i-denti-ci-penso-in-ufficiovia-via-sono-in-ritardo-cazzo"

"resta, per oggi resta, il mondo non ti aspetta....

Ti prego: resta"

 

eppure a dire di sentirsi stanchi...non dovrebbe esserci niente di male...tanta gente lo dice continuamente.

E poi è vero che non sarebbe un viaggio ai lavori forzati...sarebbe una visita a mia mamma che risiede a panarea, nell’arcipelago delle eolie, credo uno dei posti più belli del mondo, sopratutto a fine primavera, quando il tempo cambia ogni cinque minuti e il panorama cambia ogni cinque minuti, come fosse un film, sembra di stare al cinema sotanto guardando fuori dalla finestra si possono osservare i passaggi di tutti gli uccelli migratori in formazione, i delfini che saltano lasciando una leggera increspatura nell'acqua....le tartarughe marine.....

 

 

Entro nel grattacielo, vestita come una esploratrice..

come una che si sente pronta ad un daiquiri, ad una conf-call con I nuovi assunti di Dublino…ma anche ad una lettura del giornale "il sole24ore-pagina della cultura"da Taveggia sorseggiando un cappuccino ogni venti minuti, o una passeggiata per raggiungere un alpeggio sopra a Cortina e bere latte fresco, o pronta a farsi un bagno nuda nell’oceano.

 

Entro nel grattacielo

Grattacielo che riflette il grigio delle nuvole …In questo" posto", in questo "non posto: Entro dove gli uomini portano vestiti delle tonalità del grigio così intonati che sembra si siano messi tutti d'accordo lamattina e cravatte più o meno lucide dai colori pi?o meno sgargianti quel tanto che li fa sentire estrosi e pieni di fantasia.e le donne hanno i capelli tinti come se fossero mobili della cucina col mordente..e scarpe a punta e tacco a punta

…un non luogo.

Quindici piani che si arrampicano nell'aria che contengono circa trecento persone che osservano dentro al monitor del proprio computer come se si affacciassero su una finestra che ha la vista sul golfo di Portofino

Escludo qualunque incontro per me.

 

Escludo che qualunque elefante possa offrire un passaggio.

 

 

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Oggi in ufficio tutti hanno una gran fretta.

 penso a cosa significhi "fretta", la nostra, che transitiamo su questo pianeta per una porzione di tempo praticamente virtuale....

 

una gran fretta.

a volte, mentre al mattino salgo le scale del grattacielo una voce fatta di carne, muscoli, intestino sembra quasi dire "perchè sono quì, a cosa serve, a cosa servo?"

come se io non fossi io.

penso all'arcipelago delle Eolie, immobile da milioni di anni...

a Stromboli, che, da quando èemersa alla superficie del mare, erutta ogni cinque minuti, di giorno e di notte.....ed è uno spettacolo costante.

penso a cosa significhi la nostra fretta.

A voler accorciare il tempo

A voler accorcioare il tempo si dovrebbe pensare che c’è un desiderio innaturale, che non appartierne all’uomo, che nemmeno un vulcano si permette una simile velleità...e da milioni di anni erutta ogni cinque minuti, ed è bello .

A pensare a Stromboli penso a quanto senta proprio la mancanza del Tempo, anche del tempo metereologico: del vento e dell'aria; e lo spazio...il vuoto.... vuoto così vuoto .....

Vorrei essere un falco e fare il nido sulla scogliera.

Vorrei essere un pesce rondine e volare sul pelo dell'acqua del mare.

Vorrei essere un lamantino e vedere sopra di me passare il vascello di ulisse.

 

il pescatore Nino, che abita a Lipari,..  mi ha letto qualche giorno fa una poesia bellissima al telefono, pensavo che la leggesse da qualche libro...e invece l’aveva scritta lì...sul porto, mentre attendeva l’ aliscafo.... e così ho capito che lui dovrebbe fare il poeta...cosìcome il muratore Piero dovrebbe fare il cuoco perchèil suo pescespada  arrosto coi pomodorini èeccezionale...

tutti facciamo altro...ma la veritàèche loro non hanno nèansie ne frustrazioni....e sicuramente la loro èuna vita settevoltesemplice, ma piena.

e invece il nostro destino non ha nèproporzioni, nèbellezza, nèsemplicità,nègrazia, siamo come dei parassiti; dei parassiti e crediamo di aver capito tutto della vita perchèriteniamo di avere talento e fortuna, e non rinunciamo a pensare che siamo pieni di idee e sensibilitàuniche e rare...e cosìintelligenti che non possiamo pensare se non in grande, cosìin grande che tutto appare talmente piccolo da sfuggire ai nostri occhi.

E cosìci sentiamo stretti, come in un acquario.

mentre loro, i muratori e i pescatori, durante il giorno, mentre lavorano cantano, cantano a voce alta, cantano e vendono pesce sulla piazza di Lipari con una piccola Ape Piaggio, osservando il mare e le nuvole, oppure costruiscono case e muri e cucinano il pescespada divinamente e quando la sera se lo mangiano da soli con la luce del neon della cucina e nel silenzio possono sentire entrare dalla finestra il rumore del mare...

loro ....

loro sono in paradiso.

 

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Le impiegate

 

al mattino, guardare  ciascuna persona che si prepara ad affrontare la giornata di lavoro, è come immergersi nel mondo, quasi senza lo spazio di ragionare, ma solo quello per amare.

Attraverso  con I miei pensieri un po' severi, le loro presenze.

Le osservo, le osservo da quando sono impiegata anche io le cerco per capire dove mi trovo, quanto mi manca per potermi sentire anche io parte di questo branco di femmine.

Io, che fino a pochi mesi fa ero una “libera” professionista, schiava del peso di sentirmi appartenente ad una casta che vive di suoi meriti speciali, di suoi talenti.... schiava di un privilegio dalla nascita, schiava di concedermi alle ambizioni, al  bisogno di riconoscimento, visibilità....

ora invece sono anche io im-piegata

loro, si sentono sicure nella loro compostezza del mattino che sarà tale fino a sera, mi guardano perplesse per i miei occhi gonfi, la gonna spiegazzate e le scarpe da ginnastica, quel disordine non celato....

Quel qualcosa di eccentrico che io stessa non riesco a vedere, non riesco a togliere o controllare. Quel modo distratto che non è una posa..quel modo distratto che invece è deltutto attento

Una analisi più fredda e razionale, sociologica o politica, comunque elittaria mi sottrae qualcosa, me le fa vedere colpevolmente complici di un sistema imperfetto.

penso che lo sappiano anche loro, che sappiano anche loro ciò che è sbagliato ma penso anche che il loro pragmatismo, il loro cinismo, la loro capacità di adattarsi...”senza pensare troppo”, le faccia vivere meglio.

Mentre io mi tormentavo nei miei privilegi romantici,  loro si sono inchinate al lavoro subordinato: ogni loro energia è stata messa a profitto, sfruttata.

Loro:  con i loro vestitini tanto perbene, e anche i foularini intonati e le scarpette comperate sfogliando la rivista di moda;

i capelli ordinati, e quei dieci minuti davanti allo specchio per farsi quel  trucco visibilmente non vistoso.

quanta attenzione in quel rossetto color mattone  discretamente intonato con il colore dei capelli; quanta cura nella scelta degli occhiali scuri con le lenti azzurrate e bombate come occhi di mosca. Quella ricercatezza, seppure un po’ volgare ,  ma quanta attenzione, quanta diligenza.

Quanto tempo.

Ma alla fine sono davvero “in ordine”.

Pronte per una nuova giornata di lavoro.

Pronte a “non dispiacere”

Impiegate.

Ogni particolare  mi parla, fino a quel lontano profumo di saponetta al mughetto non deltutto coperto da quello di rosa e di zinco del fondotinta.

Eccole salire alla fermata di san babila mentre discutono fitto fitto; quel senso di integrazione sociale fa sentire qualunque impiegata italiana più forte, più sicura di sè..

Il 27 del mese ricevono quello stipendio modesto che offre loro l'opportunità di qualche piccola spesa, una borsetta firmata, una pizza alla fine della settimana, un viaggetto all'estero durante il ponte .

qualcuna stà pagando il mutuo della casa, le rate della macchina..si raccontano di leggerezze, frivolezze e grandi impegni che si incastrano nella quotidianità con assoluta armonia..si sente nel sottofondo la musica della sigla della telenovela, forse del programma della defilippi..

Per le più giovani, al collo un ciondolo descrive la loro unione con qualche fidanzato che forse, in un orario diverso, da una casa diversa, dopo aver bevuto anche lui il caffè fatto dalla mamma, si infila nella metropolitana, magari nell'altra direzione, magari tre vagoni indietro..

Per quelle sposate un anello d'oro piuttosto vistoso fermato da uno con una pietra di acquamarina...

Si riconoscono quelle che sono appena tornate dal viaggio di nozze..

“....in egitto, Sharm e anche le piramidi nel deseto....”

Si sentono sicure nella loro compostezza e sostengono il mio sguardo insistente.

Osservo lo smalto rotto di un'unghia, il segno del cuscino ancora sulla guancia,

 i capelli con quelle striature, -"colpi di sole", che sembra rendano alcune ciocche troppo importanti-,con il colore che andrebbe rifatto, o forse rinunciare alla tintura , perchè di fondo non stà poi così bene.

Alcune sembrano assorte, altre leggono libri pieni di pagine , libri di avventura comperati al supermercato.

Alcune incontrano la collega, altre hanno iniziato il viaggio insieme partendo da lampugnano, dall’altra parte della città….…si raccontano cosa è successo la sera prima: o perchè hanno discusso con una amica e avrebbero avuto voglia anche di litigare.

Alcune al mattino si raccontano già cosa si prepareranno per cena: hanno già scavalcato le prossime dodici ore…sono già davanti ai fornelli che assaggiano lo spezzatino….

Per loro questa è una giornata sprecata.

Un'occasione nella quale non vedono occasioni.

 

non sanno che le osservo per poter scrivere di loro, di quei piccoli imprevisti non controllati, incidentali imperfezioni.

Imperfette superficialità.

Banali;

Nella loro arte di realizzarsi e di essere socialmente accettabili

Comunque si guardano intorno con una leggera sufficienza:

Loro hanno e fanno.

 Eppure rimane tutto rinchiuso in un cupo apparente benessere…cupo come il colore opaco del fondotinta.

cupo e uniforme.

cupo e conforme.

Questo le fa sentire al riparo e sicure.

Anche quando hanno contratti a scadenza, come oramai accade quasi a tutti.

Si sentono al sicuro...

Giovani, umiliate dalle pubblicità, dalla televisione, dalle veline, dalle cantanti, dalle soubrette, sfruttate nel lavoro, nell'età in cui si dovrebbe meglio sfruttare tutto quello che offre la vita.

Si sentono al riparo; perchè l’inquietudine data dal bisogno, o dall’ansia di cambiare, di migliorare,  che porta ad avere il coraggio di attraversare un oceano per cercare un modo migliore di vivere per sè e per i propri figli...non le ha nemmeno sfiorate.

Guardano le emigrate straniere, con timore e turbamento: le guardano come se quelle presenze femminili venute da mondi lontani, riflettessero qualcosa che erano  riuscite a rimuovere....

Le osservano e le pensano più brutte, più precarie, sfiancate dalla lontananza da ciò che amano, dalla fatica quotidiana della condizione esistenziale, del contratto di lavoro.

Le guardano sedute solitarie nell’ultima poltrona in fondo al vagone, completamente perse dietro a loro pensieri che le fanno attraversare l’oceano per raggiungere altri continenti, altre città altre case altre famiglie, mariti, fratelli, figli.

Le guardano appena sfiorate da un dubbio, poi riprendono a chiacchierare.

Le guardo anche io

E poi finalmente mi appoggio, mi accoccolo con lo sguardo di fianco,  vicino, intorno  a  tutte le donne  straniere..arabe, somale, tailandesi,russe .

Uno sguardo come una coperta

Cosí , solo cosí, difatti, è possibile appoggiare lo sguardosul loro; la loro stanchezza lo sguardo un po’ umiliato a volte, altre invece, spensierato e leggero

 cameriere e donne delle pulizie sudamericane,che avvolte nei loro abiti poveri e sgargianti ,e nei loro gioielli da mercatini vistosi e eccessivi, sonnecchiano con l'aspetto di belle farfalle tropicali sfinite, spaesate,piene di entusiasmo.

Nemmeno un contratto di assunzione, forse un contratto in una coperativa, di quelli che garantiscono il rinnovo del permesso di soggiorno di semestre in semestre; niente di più precario eppure per loro niente e di più certo: sono finalmente fuori dalla propria realtà difficile, dittature, guerre, povertà….

Questa opportunità che si sono conquistate, al confronto è solida .

 

Le loro mani con le dita gonfie già di primo mattino,

I loro capelli raccolti con fretta;

Le unghie delle dita dei piedi colorate con smalti da grandi magazzini dai colori scuri.

mi soffermo ad osservare I sandali, le dita dei piedi, alcune le hanno in scala, altre già deformate da scarpe strette, artrosi o semplicemente incuria.

Incuria per mancanza di tempo,o perchè sono troppe tutte  le altre priorità.

Però un po' di vezzo rimane lo stesso, nonostante lavorino fino a tardi, o già al mattino presto prima che aprano gli uffici,

poi i bambini, la spesa. Cucinare. Dormire. Incontrarsi con gli amici, I parenti, la loro comunità ricomposta in questo loro “oltreoceano”

Resta un minuto anche per colorare le unghie dei piedi.

Sono straordinarie.

La mia vita complicata, il mio cuore nella tempesta, Il mio cuore alla deriva, Il mio cuore nella pace.

Il mio cuore le ammira con affetto.

 

Non sanno che scrivo di questo e lo faccio con amore.

 

 

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un prossimo probabile temporale

 

Sono in ufficio, alla mia “postazione”

Nonostante il palazzo sia di vetro ho la sensazione di stare sul palcoscenico, circondata da quinte dipinte :

il cielo oggi non sembra fatto di aria, fa l'affronto di sembrare di cartoni dipinti..... nuvole così dense da sembrare di marmo, color alabastro; sembrerebbe impossibile pensare ad una materia così pesante sospesa nel vuoto.....invece è proprio così..come un fondale dipinto con lo stile dei tromp d’oeil.

così, mentre fuori dalle finestre specchiate inizia il secondo atto de “zauberflote”(!!)

si aprono tagliate da raggi di sole che sembrano lame di luce,

e fantastico che fra poco forse si aprirà una parete entreranno Papagena e Papageno, un collega di fianco a me, che ha una voce sempre gentile e davvero molto bella, ha fatto una lunga telefonata probabilmente piuttosto difficile, con un cliente anch’ esso probabilmente piuttosto difficile.

quando ha terminato la telefonata, e messo giù la cornetta e ha fatto un sospiro di sollievo...quella conversazione lo aveva messo in uno stato di apnea.

lo stesso che ho io , che un po' scrivo, e siccome non sono affatto brava ad usare la tastiera uso sempre due dita e in maniera molto concentrata devo fare attenzione a dove le metto, così mentre scrivo, un po' mi dimentico di respirare, e quando alzo gli occhi mi trovo di fronte...

oggi mi trovo di fronte una tavola di alabastro sospesa nel vuoto;....e so che non cade.......

 

oggi, a parte lo spettacolo teatrale, credo che in sede ci sia un altro evento eccezionale, una riunione importante: tutti i colleghi sono in ufficio chiusi dentro a vestiti grigi come il cielo di questa mattina, ed elegantissime cravatte di seta con sfumature madreperlate nelle tonalità degli stucchi veneziani decorano i loro colli: dal rosa all'azzurro,

Ecco, la perturbazione trova un senso, intonandosi perfettamente ai loro tailleur .

Intanto, mentre i manager sono indaffarati a studiare l’ intervento per la riunione che è “al piano zero”

la segretaria si aggira indaffarata indossando un improbabile completo turchese che fa ballare la vista

ha dei buoni motivi per farlo:

la prima: non è una donna bella ma è convinta di esserlo

la seconda: è idiota

la terza:è la moglie di un manager che "in azienda fa il fatturato"

quindi questo la fa sentire protetta, perfetta.

nondimeno di questo pecca assolutamente di gusto, e , sopratutto, di stile.

e nondimeno di questo, pecca anche di discrezione....

Stamattina, per rendersi interessante, ha deciso che tutti i condizionatori del piano vadano spenti, e li ha spenti senza nemmeno chiedere...è venuta e li ha spenti...e siccome indossa un paio di pantaloni celesti così aderenti che le tagliano a metà non solo il culo, ma anche la figa...nessuno, nessuno, si è opposto.

 

È fantastico. la terra gira a velocità costante e questo già sarebbe un evento eccezionale “in sè”.

Per una strana alchimia, le azioni, alla fine sono tutte in armonia.

I vetri del grattacielo che scricchiolano, come sempre quando c'è vento, il cielo grigio chiaro, le cravatte di seta che riflettono le luminosità di un prossimo probabile temporale: vorrei complimentarmi con ciascun collega, per l'accostamento perfetto della cravatta con la camicia o la giacca...davvero di buon gusto...nessuno escluso, e dietro a quel complimento dovrei complimentarmi con ciascuna moglie, o forse nonostante ciascuna moglie.

E anche col cielo.

 

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il prezzo più alto

 

ieri pomeriggio sono andata a prendere il caffè al secondo piano e ho incontrato una ragazza del gruppo della cooperativa che si occupa della manutenzione del grattacielo: dall’ascensore alla reception, dall’impianto elettrico ai pavimenti.

Hanno una bella divisa con la scritta “Facility”, ho saputo che  titolare di questo gruppo è Pirelli,

Quando ero piccola, non era difficile avere un compagno di classe, o di giochi, col papà che lavorava alla pirelli.

Faceva l’operaio .

Ora cerco su internet e vedo il ritratto fotografico di Tronchetti Provera, con una espressione ammiccante di chi nemmeno sa come è fatta una tuta blu, la sua immagine guarda ammiccante e sotto la scritta “Global exellence”(che ha un bell’impatto emotivo ma non significa assolutramente nulla più che se scrivesse: stella cometa)dichiara una...”capacità industriale basata su una capacità di rinnovamento[...]e profonda conoscenza del mercato mondiale”...è amaro pensare che licenziare centinaia di operai che facevano turni di giorno e di notte, adesso si possa dire “capacità di rinnovamento”

Comunque la pirelli si è rinnovata, dall’ assemblaggio di gomme per pneumatici,  di cui era azienda leader  fino ad una ventina di anni fa, si è rigenerata acquistando immobili per grandi uffici, condomini per abitazioni civili e fornendo anche il servizio per la manutenzione di questi edifici

E questa ragazza alla reception fa parete del gruppo della manutenzione del greattacielo di oracle.

non l’ho mai visto prima, probabilmente sostituisce una sua collega del turno pomeridiano che in questo periodo stà facendo altre attività;

Le chiedo come si trova, se le piace lavorare nel grattacielo.......

due o tre parole...

non è contenta, perchè al contrario di quanto dichiara il signor Gardini, i nuovi impiegati nella manutenzione con contratti da cooperativa, si sognano di notte gli stessi diritti che avevano i loro genitori operai della stessa

probabilmente la conoscenza del mercato mondiale significa adeguarsi ai nuovi paesi emergenti...

quindi un motivo di più per farle due o tre domande, per non farla sentire più estranea di quello che è; ha un bell' anello con due delfini...e lo osservo con attenzione, apprezzandolo.

In un inconsapevole moto di debolezza, dimenticando la regola aurea delle aziende che recita che il privato in ufficio non deve esistere, quasi fossimo un tutt’uno con i cespiti,  le dico:

"mio figlio aveva il nome Delfino"

"che nome originale.....ho sempre amato  le cose originali, esserere originale"

essere originale...bastasse un nome...bastasse un taglio di capelli.......

le darei volentieri la mia vita a prestito.......

anche solo per mezza giornata.....

così potrebbe divertirsi a guardare i libri con le fotografie che ci sono a casa....disegnare....prendersi un aperitivo al bar leggendo un saggio di psicanalisi...andare ad una mostra......ascoltare una lezione di storia dell’arte a Brera,chiacchierare lungo la strada con un pittore così romantico che è senza soldi e devi sempre offrirgli il caffè e non rifiuterebbe nemmeno una cena.

magari questo potrebbe bastarle.

 

l’originalità è come una amante assoluta: non si può essere originali ogni tanto, le  dici “per sempre”  e deve essere per sempre; ma, affinchè sia per sempre...devi trovare il modo di rinnovare il modo di sedula, che significa farsi sedurre.  E come nei melodrammi...quasi sempre non c’è il lieto fine.

Mio figlio, col suo magnifico nome così originale, è morto pochi mesi dopo, a voler sottolineare che nalla mia storia, ciascuna illuminazione è circondata da tenebre, e questo sembra quasi non si possa cambiare,

anche se arrivassi in ufficio tutti i giorni in orario,  temo che dovrò sempre motivare la mia presenza, quasi che il mio essere impiegata non mi abbia piegata...

quasi che il buco nero e doloroso di quanto mi sia successo, sia inspiegabile e imbarazzante

Una differente precarietà.

Una precarietà esistenziale.

....

forse mio figlio era meglio chiamarlo Pietro, in memoria del santo del giorno della sua nascita.

Forse sarebbe stato di gran lunga meglio .

 

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stamattina un collega mi chiede "come va lo studio dell'inglese?"...
"come va? " faccio una smorfia...
"non leggi le mail? ci sono i nuovio corsi, basta iscriversi!"
mi pare che annunci i saldi di fine estate...
"non ho avuto l'autorizzazione a far nessun tipo di corso..."

“no, non devi avere l’autorizzazione...devi iscriverti tu da sola...”

mai trascurare nulla che l'azienda fornisce gratis, di qualunque cosa si tratti...
intanto

mentre c’ è un gran far fare lettere di dimissioni-in italiano-, ci si può sempre iscrivere  ai corsi di inglese personalizzati.
 anche io vengo sfiorata da questa “tempesta” fatta di attività da consegnare ad estranei di origine rumena.

Anche a me tolgono qualche attività..qualche altra la delocalizzano...

Continuo a fare quello che devo fare. ..

Che è sempre meno

non faccio domande, ho acquisito la perfetta mantalità aziendale. Eseguo possibilmente senza nemmeno capire.

se vado avanti così c'è il rischio che mi promuovano...
devo solo mettere le scarpe giuste e posso tranquillamente raccogliere i frutti di tanta disciplinata e passiva diligenza.
mi piacerebbe invece che venisse ufficializzata la mia mobbizzazione:

anche se dicono che il mobbing in questa azienda non esiste, la terza volta che delocalizzano una parte delle mie attività il risultato è che io vengo in ufficio ma non ho più  nulla da fare, non ho più il mio lavoro....io non faccio domande, io eseguo, ora eseguo il mio ozio forzato e disciplinato

un giorno mi diranno che sono inutile.

Ultimamente le mie attività residue sono tutte volontarie, ufficiose:

 bagnare le piante quando i colleghi sono in vacanza; ripulire ( ovvero ingerire) i tavoli dei buffè del primo piano da tutti i panini imbottiti di mozzarella e pomodoro, le focacce farcite con prosciutto e lattuga e  le tartine ripiene di tonno e maionese...l’nsalata di riso e la macedonia.
oracle “licenzia”, ma mai visti tanti rinfreschi: ...in effetti c' è da fare parecchio.
l’ufficio personale, visto che mi ha assunta dovrebbe creare un ruolo finora inedito dare consulenza su come vestirsi nelle varie occasioni:
dal pranzo all'aperitivo fino alla cena... cosa ordinare, cosa dire e cosa non dire...come abbinare la cravatta per i manager uomini e i gioielli per le donne...
qualche erudizione sul buon uso della buona conversazione
come usare le posate e stare a tavola.
i regali da fare. Quelli da accettare e quelli da non accettare.


al corso di inglese ci pensiamo dopo...altro che “non leggo le mail....”

 

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-prima che arrivino le orde dei barbari!-


un pensiero esce da un imprevisto spiraglio delle finestre e certamente va a raggiungere le persone che sento più care, quando arrivo in ufficio prima dei colleghi  sembrano inamidati nei loro vestiti intonati col colore del pc che hanno in una valigetta anch’essa intonata, intonata anche alla cravatta e-sopratutto-, a quell’ansia di chi crede che, una volta acceso il portatile, nos digiterà solo la password per leggere la posta....ma una formula da cui deriverà la sorte del pianeta.Se arrivo presto, se arrivo prima, il silenzio mi fa sentire bene quasi come se stessi a casa mia; e quel “quasi” significa “meglio”.

Riesco anche ad avere un pensiero lieto  ...

Sorprende anche me  la quiete e anche la serenità che può offrire un luogo...che da fuori appare come un “non luogo”....un acquario che riflette dall'esterno la luce del cielo e che dall'interno fa sentire sospesi come se si stesse nel cielo; quel  pensiero,....se fossi a casa non avrebbe la stessa leggerezza.

Sarà l’effetto di tutte queste nuvole che si riflettono

attendo con apprensione l’inevitabile aprire della porta e il comparire di un collega qualunque che-forse solo per darsi un tono, forse a ragione o forse per finzione....- parla con l'auricolare al cellulare..o peggio con quei paradossali oggetti che si appoggiano all'orecchi e che fanno una luce blu intermittente...questi colleghi, a vederli da lontano sembrano dei pazzi......o degli alieni con le antenne che si illuminano  ....o un'auto con le frecce che segnala una svolta...o una sosta.

Sembrano , a ben vedere, quello che sono… persi come il loro sguardo perso nel vuoto.

Eppure non sono più persi della media.

Una media smarrita

è venerdì.......i colleghi, arrivano ostentando la conquista di un’abitudine americana che concede, il venerdì, di indossare abbigliamento casual....

si passa quindi dal tailleur grigio canna di fucile sopra alla camicia celeste, al maglioncino color pesca o pistacchio...nuovamente tutti uguali, come scolari;

consapevoli del nulla in cui precipiteranno nei prossimi due giorni...hanno un fare leggermente più sciolto, come chi non ha da dimostrare le stesse cose che deve dimostrare lunedì, al cospetto dei "capi"

venerdì: vale a dire che sul tavolo di panno verde è stata data l’ultima mano. I giochi sono quasi imposti da quello che è rimasto nel mazzo.

I più bravi hanno a memoria le carte che sono uscite... Poco margine d’azione.

Seguirà nel primo pomeriggio un leggero panico....poichè per due giorni dovranno togliersi la maschera di marziano( se riescono) e metterne un’altra, che a sentirli lunedì che seguirà sembra piuttosto simile.

O forse hanno trovato il modo di intrattenersi, anche nel loro tempo libero, spesso li sento che si raccontano di domeniche pomeriggio trascorse fra il guardare le partite e il connettersi sul sistema di oracle a leggere la posta...

Mai uno che abbia avuto un momento di debolezza e racconti che è stato a paseggiare col cane lungo un fiume...o che ha costruito la casa sull’albero del giardino per il figlio più piccolo.

Anche i loro passatempi sembrano un lavoro:

“ho corso : due ore  e fatto cinquanta chilometri...”

“ ho fatto Dieci miglia in bicicletta in un tempo minimo....”

“fino alle nove di sera a leggere la posta aziendale”

.......

 

Se si accorgono di me, che intanto non ho fatto nemmeno una piega, mi guardano un po' male, mentre scrivo o correggo le bozze dei miei testi...

Non osano chiedermi cosa posso aver fatto nel fine settimana: fosse mai che gli racconto di essere stata a sentire un concerto al leoncavallo e il giorno dopo al parco a farmi le canne tutto il pomeriggio....-da me si aspettano una risposta del genere-, quindi, per non confondersi, per non prendere posizione, fanno il giro largo intorno alla scrivania, come se lì ci fosse un elefante mansueto ma è prudente non avvicinarsi....e poi si raccontano con gran soddisfazione il loro tempo fuori dal lavoro ben impiegato con profitto

anche molti di loro passano molto tempo a combinare nulla...ma hanno uno stile diverso.

difatti, durante il giorno...distanti dallo sguardo dei capi.....molti di loro seguono le partite di calcio...comprano e vendono titoli in borsa...ristrutturano appartamenti...tutte attività abbastanza distanti da quelle per cui son chiamati a venire...cambiail loro emolumento, ovviamente..e la "posizione di potere" nell'azienda...che gli consente di guardarmi male...

ma questo lo fanno da quando sono arrivata quì il primo giono solo per il fatto che non ho studiato ragionereia...(ragineria, attenzione!!!!)..

ma, a ben vedere... a loro non ho mai destinato parole migliori.....

 

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Giovedì pomeriggio.

Verso sera

Sono appena scesa dal nono  piano dove un pomeriggio alla settimana , svolgo un’altra attività.

Mi hanno affidato la gestione dell’archivio cartaceo dei curriculum che vengono inviati in azienda e che l’ufficio personale controlla al momento del bisogno di ingaggiare qualche stagista che, pergiunta straonorato di esser stato scelto come se avesse vinto alla lotteria, ben contento svolgerà compiti di intelletto che potranno variare da pomeriggi interminabili a fare recall di meeting, alternati a mettere a sistema la richiesta di approvazione per i costi del catering e a finire per imparerà a riempire fogli excl di feedback sempre degli stessi meeting, e la cosa bella è che vengono selezionati studenti che si sono laureati a pieni voti all’università di economia e commercio, mai niente di meno......

Quindi mi sono dedicata all'archivio dei curriculum che la "segretaria" aveva già estratto gentilmente dalle buste.....

Li ho ordinati secondo le mie simpatie, cosa assai disonesta ma una piccola rivincita che mi prendo nei confronti di questa logica aberrante; in fondo i curricula dei candidati che allegano raccomandazioni firmate da personaggi di chiara fama, privilegiando invece neolaureati stranieri, possibilmente originari del “terzo mondo” anzi: come ora si dice con un certo tipo di ipocrisia: “paesi dalle economie emergenti”

Nell'empireo del nono piano nemmeno si avverte il delirio frenetico del piano del marketing dove io normalmente  lavoro tutto il resto della settimana.

Frenesia che si acquisce in questi giorni, poichè oltre alla fine del mese è anche lai fine del “quarto” (non di bue,e nemmeno del calcio, semplicemente si tratta di trimestri fiscali); ordini che devono"entrare" (ha il gusto un po' porno....) per essere fatturati, contratti da processare (in perfetto stile “togherosse”).....milioni di Kappa bloccati....(questo è Kafchiano: invece trattasi di soldi: ogni cappa equivale a mille euro...così è solo un pochino più imponente!).
Al nono piano, invece,sembra sempre di respirare un’aria diversa.

Al nono piano non si avverte nulla di quell’inferno .

Tutto è tranquillo.

Come sempre.

Al nono piano ci sono i legali...la mente dell’azienda, che si contrappone alla manovalanza sguinzagliata a cercare clienti e a fare gli obbiettivi di fatturato anche nello stile: niente openspace....poltrone in pelle, salette spesso vuote con tavoli ovali per le riunioni e colorate con tinte “rilassanti”......piante alle finestre....

Il “nono” quasi a sottolineare la sua alterità, è separato dal resto del grattacielo, dal resto dell’azienda, dal resto del mondo,  dall’ “ottavo”, il piano dove sono collocate  delle macchinette del caffè...contrariamente a quelle che si trovano “al secondo” dove vanno anche gli operai della manutenzione, questo è panoramico e sembra quasi vi si possa accedere con qualche riguardo nel modo di vestirsi.

Perchè a questo vanno a prenndere il caffè i legali, i colleghi che gestiscono il personale, e a volte anche l’amministratore delegato, se si trova nello stato di grazia di uscire dal suo ufficio, ma sempre circondato da avvocati o colleghi suoi pari provenienti da qualche sede straniera.

Sotto quel piano si fanno i kappa, si fa il fatturato, si fanno i soldi,sotto; sopra, si fanno le cause legali e si gestiscono i rapporti fra l’azienda e i dipendenti, sopra si pensa...

C'era il manager della” formazione”, al solito disinvolto ma con quel passo nervoso, che si aggirava come un furetto.....
la capa dell’ufficio “risorse umane” mielosa come se avesse trascorso una notte con Brad Pitt;
La signora dei “fogli ore” soddisfatta perchè aveva terminato uno dei suoi arazzi a punto croce:  stava terminando di inserire tutti i giustificativi e le ferie di tutti i dipendenti; un foglio excell con un programma oracle difficilissimo;
Il dirimpettaio moderatamente distratto dalle unghie delle sue mani.....

Giovedì, grazie alla tenerezza che suscito nella responsabile della gestione delle nuove risorse....ho il privilegio di trascorrere quattro ore in quell’atmosfera rarefatta e profumata di legno di sandalo....

Mi sento una ganza, degna di essere finalmente invidiata anche io per qualcosa....quattro ore a un  tavolo, proprio quello ad angolo;

strapanoramico.

quello esposto verso la città,

quello esposto verso il tramonto.....

il tramonto, che i persiani chiamavano:Europa

 

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È una bella giornata di sole, la luce giallina filtra dai vetri del grattacielo.....

"dunque dovrei dirti una cosa che al momento è riservata..."

intorno non c'è nessuno, a parte il gran silenzio....

la mia nuova manager, si avvicina con fare da faina.....

"dunque: il nostro collega, che stà di sede a Roma, ha chiesto di poter cambiare ufficio e attività e si sarebbe pensato ....penseremmo...vorremmo .....sapere se saresti disponibile a prendere tu in mano anche tutta la sua parte dei contratti...ovvero anche quella che attualmente fa lui...avevamo pensato di proporti di occupartene tu.. se te la senti..."

So, grazie a qualche “voce” riferitami in uno dei miei pomeriggi al piano dell’ufficio personale, che la lettera per il trasferimento è stata scritta due settimane fa..altro che "pensare"....

e così proprio a me, proprio quella che va in giro in scarpe da tennis anche quando indosso una gonna di romeo gigli...mi tocca di fare che, con lo sguardo interessato e intelligente e un sorriso rassicurante che sembra proprio rassicurare, mi renda disponibile al “salto” e prendere in consegna anche l’attività di un collega che nemmeno conosco...il che significa che se dirò che mi va bene, svolgerò attività non più-o, meglio- non solo di supporto alle vendite, ma anche di supporto al gruppo finance, che si occupa della fatturazione, e questo perchè i contratti di licenza, prima vanno venduti, poi messi a sistema affinchè siano disponibili per fatturare.

 

lo so che sono stata il carma della mia nuova manager, e che –davvero- per lei era stato come una sciagura avermi nel suo gruppo a lavorare, sebbene la mia attività non avesse nulla a che fare con la sua...anzi, come si dice quì ...sebbene la mia attività “non impattasse....”-mi sento quasi nel mezzo di un crash test”!!!- per lei, che non sa quello che faccio, non le interessa e non vuole nemmeno interessarsene ora,  resto quella che non si pettina troppo e che sembra andare in giro fra i piani ad offrire noccioline, come se girasse allo zoo....: un po’ contrariata sulla scelta dell’esistenza dello zoo”in sè”, un po’ accondiscendente alle richieste degli animali in gabbia.

...so che è questo che pensa....

E lei, che in questi mesi aveva trovato la tecnica sapiente per aggirare la mia scrivania in modo da evitare di salutarmi e contemporaneamente di chiedere ai colleghi di fianco a me di condividere un caffè...senza sentirsi obbligata a coinvolgermi....stamattina invece la vedo avvicinarsi a me, proprio a me, con un sorriso dolce e avvolgente...

Lei, che se avesse potuto, avrebbe giurato a sè stessa di non aver mai a che fare con me..e invece le ero rimasta attaccata come se fosse stata una svista aziendale, di cui lei si sente parte importante..

all' inizio escludermi dal suo "ristretto giro della tisana e biscottini del mattino" mi era sebrato le riusvisse quasi imbarazzante, ma poi si era accorta, forse, di quanto poco ci tenessi...

"e finalmente vede un bagliore...uno spiraglio...una via di uscita...”

trasferimento dal marketing  al finance...ci sono ben otto piani di distanza...otto di cui uno è quello della pausa caffè..una vera cesura....

"bel salto di carriera...importante", dice il collega che mi lascia il suo posto, a volermi convincere..." è importante, dopo solo un anno e mezzo che ti trovi quì....-sottolinea-, poi, per far un po’ pesare, con il tono di chi fa pesare senza sembrar che vuol far pesare, prosegue: "ho parlato bene di come lavoriamo affiatati insieme...che secondo me era giusto che questo lavoro lo facessi tu che sei quella che ne sa di più”

(" come?...quella che ne sa di più?!”)..sembra quasi che abbia scoperto un pozzo di conoscenze e arguzia che ingiustamente era stato messo a fare fotocopie e etichette per gli indirizzi da attaccare sulle buste.... "

Ovviamente non ci credo, non ci credo che qualcosa di appagante e prestigioso venga consegnato da un collega all’altro così...quasi per un moto di sensibile altruismo; non ci credo perchè le cose sono diverse: quì si consegnano le rogne per dedicarsi ad attività più remunerative, non c’è molto altro.

La parte buona della torta resta nelle mani di chi è riuscito ad ottenerla, quando si creano situazioni come questa, non è un regalo, è cercare la soluzione ad un problema: il collega non vuole continuare a fare questa attività che non ha sbocchi, riesce a trovare un modo di riallocarsi, ma giustamente si crea il problema di come gestire l’attività che lascia: niente di più semplice...la consegna in toto a me, che faccio una parte di questo compito-la prima- ; lui mi suggerisce di fare anche la sua, la seconda, e la cosa finisce lì.

Non capisco tutto questo teatro della soddisfazione,

forse hanno ragione gli anglosassoni: è una debolezza tutta italiana, quella di essere teatrali in tutto...

Comunque, lo assecondo per farla un po’ più breve, con la stessa morbidezza lenta di chi ha dormito poco alla notte...

Però apprezzo il loro coraggio: sono entrata in questo ufficio perchè fortemente voluta da una manager che forse ha trovato irresistibile l’idea di assumere una che “non c’entra” e rimarrò quella che non c’entra e qualunque cosa farò, e anche qualunque cosa imparerò a fare, sarò sempre una che  non c’ entra e quindi sarà sempre un rischio, perchè sarà come se facessi qualcosa che non so fare...

Questo- secondo me- è il senso più biblico del lavoro.

Questo è il prezzo per la vita quì nella terra...questo è il prezzo dell’aver voluto accedere alla conoscenza.

Questo è lavoro e basta.

Una fatica .

È finito il tempo del lavoro come opportunità di stare insieme, crescere, migliorare umanamente...ora il lavoro è un’ansia perenne, una percezione di sentirsi sempre in ritardo.....di non fare in tempo....di non riuscire a interporetare bene gli ordini,

io continuo a vedere in questo cubo di vetro le nuvole che si specchiano, e il cielo....

ma questo non è un pezzo di cielo chiuso in una scatola trasparente...

questo è un ecosistema terreno, quì c’è lo spazio, il tempo, la fatica, la stanchezza....

non è semplice adattarsi per me, che sono comunque una persona che ha sempre vissuto grazie alla sua capacità di essere creativa....quì la creatività, la fantasia, la poesia...la curiosità .....quì hanno deciso che non serve.

 

“bisogna sempre stare all'erta ...... prima o poi ci si accorge che fa tutto sbagliato...."

 

 

pensano anche le segretarie che si vestono come delle manager, che mettono i tacchi se devono quel giorno parlare semplicemente con la collega dell'ottavo piano per comunicare il “piano ferie”....

eppure....

eppure .

ora sono quì...vediamo cosa succede:

prosegue il colega che stà cedendomi la rogna camuffata da onore di cedermi delle nuove responsabilità...."ho riferito che, adesso, da quando lavoriamo insieme, dei mille contratti, prima ne erano bloccati in media circa cento e adesso non più di due o tre...un delta che è davvero tendente a zero..."; ribadisce soddisfatto..

la cosa non fa scattare successive riflessioni, si ferma lì come fosse una coincidenza.

(".... ma siete sicuri?[...] Che non ci fosse nessun altro a cui dare questo incarico?

proprio quella...quella strana?”

ma strana che basta dire "strana" e tutti capiscono di chi si parla in tutta oracle...insomma davvero strana...)

Penso anche io, che-fossi in loro- non sono un cavallo su cui puntare...

 a volte mi sorprendo che qualcuno vestito in giacca e cravatta, superi i pregiudizi e abbia bisogno di me,...che si avvicini per chiedermi qualcosa.....io non lo farei, io non sono sicura che mi verrebbe voglia di saper qualcosa da uno con la faccia tirata come loro.....quasi quasi li ammiro.

e così le rispondo, cogliendo subito la sua gratitudine:

"sono disponibile. mi sembra una idea vantaggiosa per l'azienda..."

dico con lo sguardo che ha dentro quel modo che sembra sempre che tutto il suo tempo sia a disposizione....

"un-vantaggio-per-l'azienda"...ma questa risposta proprio non se l'aspettava...

"ma è anche una gratificazione per te....non credi?"

Ho riferito al collega che mi lascia l’incarico, e che dice di essere soddisfatto che sia andata così, dice di essere soddisfatto di avermi raccomandato..

forse dovrei mostrarmi un po' meno timida....

"secondo me era giusto che questo lavoro lo facessi tu ...vedi ho parlato proprio bene di te"

non sa nemmeno come sono fatta...stando a Roma...

gli piace la mia voce, sa che sono gentile...sa che non perdo mai la pazienza....e che non gli faccio mai fretta...

...

mica sa delle mie occhiaie al mattino...

 

 

......poche ore dopo sono stata convocata al dodicesimo piano e nella stanza ad angolo orientata verso milano, verso ovest;

una nuova- praticamente mai vista colega e il suo capo col braccio rotto e il fare un po' frettoloso di chi vuole velocemente concludere...(per andare dove?) mi hanno proposto di "passare le attività al più presto..."

basta fotocopie e lettere e attività da segretaria....basta marketing.

"bisogna capire i tempi .....ma si rende necessario che dal quarto piano tu passi al dodicesimo...al più presto" aggiunge sistemandosi gli occhiali..

"bello...panoramico..dall'altra parte si vede anche il monte rosa..." è stato il modo di dare il mio consenso......

non aumenta lo stipendio...aumenta l’altezza... il piano...

cosa dovrei dire....

forse mi spiace di lasciare i miei colleghi attuali, i loro ritmi trafelati, i loro volti sempre affannati, sempre in ritardo.... che tutte le mattine mi chiedono come va e mentre me lo chiedono stanno già pensando ad altro....

la mia "casetta" fra i responsabili delle vendite....

D'altra parte, in un ufficio di 300 persone non si può piacere a tutti, io questo lo posso capire...

... e invece...pur di togliermi di torno...la manager mia capa,la responsabile del marketing, ha acconsentito a una mia "promozione"; come dire: a nemico che va ponti d'oro.

ecco, "contract specialist"....  dopo diciotto mesi in questa azienda senza aver mai nascosto di non sapere granchè di computer e di inglese mi chiamano per cambiare il ruolo ed entrare nel reparto "finance".

un passaggio che sembra quasi incredibile.

"imparerai"

imparerò

"la gestione dei contratti passa tutta a te.

dal controllo delle licenze alla fino alla chiusura del contratto e il protocollo; cominciamo giovedì...”

fra tre giorni.........

certo...un po' di sforzo all'inizio....ma poi...tutto scorre....

ho chiesto un po' di affiancamento...chissà se mi mandano a Roma a farmi spiegare da lui cosa e come si fa; dal volpone che ora è sollevato e tutto bello piacione se ne va al reparto "quality"...

 

il dodicesimo piano offre i vantaggi della vista sulle alpi.....e anche sulle piramidi...

perchè nei bei giorni limpidi e sereni si vede anche il grattacielo di porta romana....

praticamente vedo fino al quartiere dove abito..a sud della città....

al dodicesimo piano abita anche uno dei due colleghi col quale riesco a dividere la pausa del pranzo senza rimpiangere di non avere il colera.....

quindi mi viene da pensare che il benefit sia questo e sia buono.....

bisogna fare un po' festa

nonostante-proprio-per

quindi ...almeno un pochino.....ancora.

 

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Colombiani metropolitani

 

Li incontro  sopratutto al rientro dall'ufficio, non capisco che orari abbiano al mattino, ma verso le sei di sera sono contenti di prendere la metropolitana e fermarsi un'oretta in piazza Duomo.

Donne con bambini e bambine piccoli tutti aggrappati e vicini e in braccio, forse a quell'ora tornano dall'asilo. le bambine hanno curate treccie fermate da fermagli decorati con pupazzetti, vestiti un po "della festa"...borsettine, e sandalini che calzano pidini dentro a candide calzine bianche di cotone... succhiano caramelle dolcissime pasticciandosi le mani,

Hanno uno stile che li distingue.

Uno stile oltre ai loro profili che sembrano scolpiti nell'argilla e i loro occhi scuri ;sempreallegri e attenti a tutto,

gli uomini: gli uomini, come le donne,sono tutti molto giovani. si vestono come giocatori di football, con canottiere dai numeri sgargianti e cappellini con la visiera

Adorano i pantaloni larghi funky e le scarpe da corsa; escono dai posti di lavoro come se fossero appena usciti dallo stadio...non sono sportivi, ma vivono imitando chi pratica lo sport, semplicemente fieri dei loro stomachi gonfi di birra e delle loro nike che li fanno sentire entrambe le cose, molto ma molto eleganti. I

Che significa aqnche “integrati”.

ll loro abbigliamento ha un modo di essere vezzoso.... tutto “firmato”, magari falso, ma con le firme di stilisti italiani...armani, dolce e gabbana.... firme stampate gigantesche come cartelli di pubblicità.

....amano sempre la loro musica, i loro ritmi, e  cenare col brodo di gallina.....le loro fidanzate passeggiano fasciate in pantaloni aderenti e magliettine che ostentano pancie grassottelle, unghie con smalto consumato dai colori perlati e fermagli vistosi stringono a crocchia capigliature lustre e nerissime... hanno finalmente conquistato i pomeriggi da mac donalds a bere frappè e trovarsi in piazza, in centro, sul sagrato della cattedrale fumando marlboro oro.

In colombia potrebbero farlo, quindi così In Italia si ricongiungono  fantasticamente alle comunità ispaniche di maiami, di new york e del new messico, Acapulco,  Cartagena.

Per loro nessun luogo è lontano.

Mi scalda il cuore la loro maniera di dichiararsi felici e magari innamorati, anche per gioco, ma sempre così semplice e spontanea.

Si stringono fra loro in abbracci affettuosissimi e poi scoppiano in risate alternate a carezze e baci.

Nella vita è così...nella vita si fa così.

Si abbandonano i luoghi dove si fa fatica a vivere lasciandoci magari un pezzo di cuore ma portandosi dietro l'allegria e la voglia di amare.

 

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venerdì
il giorno dei "testi del pesce asciutto"


più li ascolto più mi chiedo se sono io a cui manca qualcosa,  o “loro”...
Loro parlano di linee guida
(come direbbe il ministro della sanità riguardo al protocollo sperimentale su un vaccino...o sui farmaci da usare nel caso di....)
linee guida riguardo i...

 ( si parla della legge della natura...)
"il pesce grande mangia il pesce piccolo..."

"l'animale che vive nell'acqua, quello più grande si nutre di quello più piccolo ..."
oracle è un grande laboratorio di appassionati di ittica

(god bless you)
oracle è un esempio di pesce grande che stà facendo fuori tutti quelli piccoli...
così detto mi sembra però un messaggio poco appetitoso..perchè stare dalla parte dello squalo?

Perchè mangia per ultimo....

È una questione di presenzialismo....

(Ho letto che al culmine della scala alimentare –in natura- c’è un animale che ha sostituito la forza con l’intelligenza, ma sopra a lui ce n’è uno praticamente inutile che è capace di adattarsi: il battere)

"occorrerebbe considerare, però, che ci sono a volte anche pesci piccoli che mangiano pesci grandi....Che dire dei piranha?”

Il castello costruito sull’ipotesi che è sempre il più grande a vincere, crolla.

Oracle potrebbe sentirsi in pericolo....


silenzio
ma non è finita: anche in un acquario ci sono i nonsensi...quelle inversioni logiche che gli evoluzionisti non riescono a spiegare se non con un “c’è riscontro...”

in attesa di ulteriori informazioni che possano fornire la possibilità di formulare una nuova ipotesi.

ascolto un nuovo stagista mentre stà parlando al telefono con il copy writer dell'agenzia che si occupa di testi e immagini marketing -
...."sono daccordo su un lettering un po' più asciutto"
lettering...asciutto?
e io so essere lui uno che non capisce un cazzo... “lettering asciutto”, non significa nulla 
il lettering asciutto non esiste, a parte l’acqua dei pesci grandi e pesci piccoli....sa soltanto di una frase messa lì a fare impressione, sa di aperitivo in un locale alla moda.......”per favore, può farmi un martini dry e ...mi porti anche un lettering asciutto...”

forse intendi un lettering a bastone, senza le grazie.....

ma cosa te lo dico a fare che nemmeno sai chi è Bodoni....
non serve fare gli istruiti in questo limbo.....
tocca solo avere la pazienza di giobbe, o forse il distacco, o altro per la testa...ma non troppo altro altrimenti ...altrimenti mi accorgo di quanto sia vasto il mondo e allettante, in tutta la sua tragica vita...
carne
neve
luce
freddo
strade
bicicletta
casa
foreste deserti città
amori dolori
guerre
pesci grandi che mangiano pesci piccoli

"senti...come ti chiami? Visto che hai studiato allo yed e non puoi fare a meno di usare tre parole in inglese ogni quattro e le metti prima di pensare se sono sensate nella sequenza in cui le metti....per coerenza stilistica ti consiglio di dire: lettering DRY....."
silenzio
tempi di reazione da koala assonnato....stessa in-espressione

 comprendo che non vorrei trovarmi quì ma mille chilometri più a nord ...o più a sud.,..
con una piccola squadra di pulcini del basket ai quali insegnare  ad andare in bicicletta sulla spiaggia senza perdere l'equilibrio.....
se ci penso, se penso di trovarmi su una spiaggia.....

con una intera classe di bambini...so che ci sarebbe comunque più calma, più tenerezza...e anche più pace.

ovvio facendo la differenza rispetto al fatto che quì di fianco a me, c’è un coglione che parla di linee guida rispetto al lettering asciutto.

 

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rientro dalle ferie

 

 

 

E' arrivato un manager, rientrato dalle ferie....

un pezzo da novanta...

"gay"...

così si chiacchera, si dice, girano voci...voci da segretarie, per ammazzare il tempo, per interessarsi per l’ennesima volta di qualcosa che a ben vedere non dovrebbe risultare interessante, ma la dinamica è questa.....fra un’attività e l’altra, misurata con scatti di anzianità, aumenti di stipendio, cambio di ruoli, resta sempre qyella che invece è assolutamente trasversale: i pettegolezzi, è così che funziona.....

Parlare di cose inutili per passare il tempo e riempire i vuoti lasciati dalle cose importanti.

(Che ovviamente-a mio vedere- sono moltissimi, considerando che nel lavoro individuale, in un’azienda, c’è ben poco di importante)

Fra quelli che vengono trattati con più senso della riservatezza svelata, e quindi con appassionata falsa discrezione, c’è quella che una delle pietre apicali dell’azienda, sia, sebbene sposato e con figli, sia omosessuale, nessuno ci crede, ma si dice

il piano dell h.r...-( human resurces...guai a dire: risorse umane-o, peggio ancora: ufficio personale...-siam mica al supermercato, e nemmeno in un guardaroba!!-)-ha, fra le varie attività che lo tengono impegnato, quella di sapere tutti i cazzi del personale, ovviamente lo statuto non prevede quello dell’indagine degli orientamenti sessuali, quindi risulta il più indagato.

se ne parla fra un caffè e un cioccolatino  dopo la pausa pranzo, dopo aver agevolato il suo passaggio con un saluto molto ossequioso,

ma come ogni argomento ozioso...serve ad accompagnare l’ozio.l'importante è esser leggeri...insistenti e leggeri.....

un giorno mi sono trovata in mezzo a questa amabile conversazione, e forse sono andata al nocciolo un po' troppo in fretta...distruggendo un argomento preziosissimo....

senza nessuna ostilità, -perchè i gusti sessuali di un uomo o di una donna, non generano in me grande interesse, se non ne sono coinvolta in prima persona-, avevo confermato che “certamente”...il mio stesso istinto di donna mi diceva  che lo fosse, non ne facevo un problema, mi sembrava più problematico il suo carattere supponente e pergiunta rozzo, nonostante le sete preziose delle sue cravatte, sempre intonate con le calze...e a parte la sua insopportabile voglia di mettere le persone “inferiori” di livello lavorativo, a disagio, dando per scontato che sia lecito avere un comportamento fra persone decidendo che vi siano categorie  e successivamente, in base a queste, assumere un atteggiamento, distinguendo fra inferiori e non.

appena arrivata in oracle, fin dalla prima volta che l’avevo visto, avevo intuito il suo disagio che si trasformava nel mettere a disagio: il tutto ovviamente nascosto da quel birignao di chi recita la parte del supponente con un eccesso di convinzione.....il suo modo di chiudere gli occhi, di distogliere lo sguardo, che contraddivano però  l’ostentazione della sua gran padronanza di sè comunicata con un sorriso sempre troppo ostentato e severo, che non rifletteva alcun sorriso nel cuore.

Avevo pensato...sebbene sposato e famigliato....lui fosse gay, del genere più scostante.....quello al limite dell' inconsapevolezza...e quindi fra me pensavo a quanto poco fortunato fosse l’uomo con cui avesse rapporti, ma anche la donna con cui aveva “messo su la famiglia”, quantomeno però appagata dal suo invidiabile stipendio di top manager

Questa sensazione era passata sottopelle, senza importanza, si tratta solo di un collega molto anti-patico.

 

Poichè ha l’ufficio al mio stesso piano, lo incrocio di frequente.

Essendo certamente ai suoi occhi una paria, non mi parla e non mi saluta, nemmeno se io lo saluto guardando proprio lui..... e sorridendo...

Finge di non vedermi ed è anche particolarmente irritato che da un anno giri per Oracle, nel suo territorio, un insetto come me...

E poi lo ha sfiorato subito il sospetto che data la diversità “culturale” della mia provenienza, lo avessi “ sgamato “subito...

Credo che la cosa che più lo disturbi è che l’insetto-cioè io-  lo salutai sorridente e indifferente

gli insetti non sorridono.....e non si è mai visto che si debbano salutare....o sorridergli

L' altroieri

è rientrato da fantastiche vacanze....

anzi....trascrivo fedelmente:  è tornato dalle ferie durante le quali "ha fatto...la bassa california..."

meraviglioso: ci tengo ad ascoltare la storia della sua vacanza esclusiva, quindi mi camuffo da cespite e concentro l’udito...........

ha fatto il bagno fra le foche...

ha visto le balene...

faccio finta di scrivere, abbasso la testa sulla tastiera, avvicino gli occhi al monitor: sa di racconto interessante....

Ha visto le foche ....e le balene;

sa abbastanza di racconto di Melville...

quasi quasi ha fatto una vacanza che è un romanzo, un genere letterario:...tempeste, temporali,mare forza sette.......

basta "fare la bassa california" ed eccoti quà un bel racconto da film. "master e commander":  set del cinema....le onde finte, le tempeste create con gli spruzzi delle  pompe d'acqua...i  modellini in balsa con le vele che si stracciano........ i lampi fatti dalle alogene che si vedono attraverso i cieli di carta.......scene da esterni.... le orche , i pinguini gli arbatri e....le foche e le balene.....

prosegue:

"e i cocktails......!"

"... i cocktails in catamarano"...

figata!aspetta: poi c'è il deserto...

il manager "ha fatto il deserto".....ora parlano di cactus , coyote, struzzi....

ci sono le mucche che camminano lungo la strada.....nel deserto si incontrano coiote, struzzi e anche 

"lo struzzo è più piccolo del pollo......e non vola.".

ergo: i cartoni animati sono precisi...

segue: crotali e serpenti velenosi...

"c'è gente che li alleva....".

Ma allora siamo di fronte ad un raffinato studioso del comportamento animale...nel bel mezzo della caccia grossa alla balena ecco affiorare la passione dell’ etologo...

Cui seguono dettagliate osservazioni sui caratteri comportamentali degli uomini di differenti etnie, luoghi, culture:

"i camionisti messicani guidano come pazzi, sono simpatici e gentili e si mangia bene....si ficcano negli alberghi, (connesso col fatto che è gay il fatto che ha usato la parola "ficcano"?...mi sa che è troppo arguta), si ubriacano "come balene" (cosa ne sa....?! e passano le ore bevendo al bordo piscina..."

mi sembra una nota di colore rilevante

" negli alberghi messicani è una formula usuale: happy drink: paghi un fisso e poi è tutto a volontà: praticamente: si beve gratis"....

Poichè questo manager costa all'azienda un miliardo all'anno di vecchie lire( solo in stipendio, poi ci sono benefit e risarcimenti in nota spese)...mi pare che sia nelle condizioni per notare questi piccoli risparmiucci.

adesso si discute dell'open bar

"in italia non esiste.... l'open bar...a bordo piscina...."

...deve essere piuttosto dannoso per il fegato...

ha visto Keywest e ha constatato che è uguale a quello della copertina del disco....è importante.

è importante perchè introduce il tema degli ascolti musicali

 la questione adesso è che l'ipod.... costa 150 euro e non conviene installarlo nell'auto aziendale...come il palmare e il navigatore......

“l'installazione costa troppo...”

non si può mettere in nota spese...già informati....

il signore continua a costare all'azienda una miliardata (prezzi sempre in lire) all'anno...e ancora non ci è dato sapere cosa mette nella nota spese.....però....installarlo nell' auto costa troppo.

comunque...- e queste sono le cose veramente disoneste-.......si arrovelleno perchè in italia "quel" sofware per installare l'ipod sull'auto costa sette euro in più che in Francia...

attenzione...adesso arriva la parte culturale.....

jonni depp ha pagato venti miliardi per "sparare" uno scrittore...-le ceneri-....fuori dall'atmosfera...si chiama tim....”sì: tim come come tim robbins”

...ma il cognome...la cosa importante...no: il cognome non lo sa...

Riferito così, così questo gossip fa cagare!

Del gossip, in pratica sfuggono le cose importanti....sfuggono i nomi e i cognomi...

roba che a scuola ti rimandano al posto con una "i" e poi sono cazzi tuoi........

però è tim...non tom.....

“tom.....”

Quello del cartone animato del treno...tutto digitale ...quello con ...”tom hanks....”

cosa c'entra con "gli uccelli"? (di Hitchock, presumo io)

ah, sì:l'evoluzione degli effetti speciali.....

Ma parlando di effetti speciali la conversazione va all'approfondimento.

"Quelli sì che sono effetti speciali"

il signore degli anelli rimane il punto di riferimento.

“Film un po' pesante.bello il libro.”

Non perchè lo hanno letto......citano il nipote :sostiene che, se superi l'inizio,-...attenzione si parla di ..."il signore degli anelli"-....è davvero una bella lettura.

E non una lettura banale,

“l'autore era uno studioso....”

"mai riuscito a leggerlo........troppi nomi"....

Devi superare l'inizio è non male...lo ha letto il nipote.....ma non lo ha superato nessuno.....

Ma questi manager hanno cervelli eccezionali...saltan da uin argomento all’altro resettandoci alla velocità che sbalordisce: come hanno fatto a arrivare al "collezionista di ossa"...?

I libri letti nell'estate.

Bel giallo, bello il film

c'è dezel......

a proposito di film...uno ha letto "l.a.confidencial"...bello.

fine delle informazioni......

....e se per caso gli dicessi che l'autore del libro, da bambino, assistette legato al calorifero all'assassinio della madre, e che è uno degli autori di libri di crimine più pulp d'america, e che il film ha una sceneggiatura esemplare proprio perchè scorre con appena qualche cenno truculento?

lasciam stare....non voglio perdere il filo.

e invece:

finita la conversazione.

adesso tutti a testa bassa a far entrare gli ordini e i fatturati.....

io mi domando: questa gente....con tutti i mezzi che ha ...e le opportunità....cosa guarda, di questo mondo....se di fronte al meraviglioso fa dei racconti così...poveri?......

 

che spreco!

però, ho imparato qualcosa......

in messico incontri le mucche in mezzo alla strada...

 

e ogni tanto piove......

mica male....

 

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oggi in ufficio sono tornati praticamente tutti....a parte me e una
vicina di fronte che è veramente uno spasso di arguzia misto alla follia
più genuina e godibile, che non siamo mai partite....gli altri sono
veramente degli uomini qualunque, che hanno dato un'occhiata a /Men's
Health, e hanno scelto: “la vacanza più trandy dell’anno, gli alberghi più traqndy, i locali più trandy”

un esercito che fa cose trandy, ovviamente, è la coda del trand, diciamo che a furia di cercare di essere esclusivi leggendo tutti il rotocalco per persone esclusive...diventano nella norma.

Rientrati da poche ore sono già ai blocchi di partenza:
sacrpetta nera prada......o “ acomodino” rigorosamente color kaki
camicia a righe azzurre.... tutti.
tailleur nero/antracite/indaco,in gabardine.....cravatta in seta rosa
confetto+badge Oracle rigorosamente attaccato al collo;  chi può sfoggia
il nastro rosso che significa che è stato nella sede in nord america
(san francisco),anzichè blù che invece indica la provenienza autoctona emea:in europa; volgare comune e di chi non ha trasferte pagate.

 io
lo perdo quasi sempre il badge e quindi quasi sempre ho quello con scritto
Visitor...a ben vedere, mi stà a pennello!
e di cosa parlano? oggi, nella fattispecie, del derby;

 oppure dei documenti di marketing e allontanandosi come se avessero cento cose da
fare.... si dicono con voce ostentatoria:”.....mi giri quel file....?"

superata l’ironia del girare un documento che sembra quasi abbiano a che fare con hamburger .....
non capisco bene se sia un delitto il fatto che a me mi frega un cazzo
di parlare con colleghi con i quali condivido già lo spazio .....essendomi resa conto  che
a loro interessi più questo che un modo di presenziarsi piuttosto che raccontare ciascuno la loro
vita privata che dovrebbe interessargli..

poi penso che non sia interessante raccontarsi la propria vita privata modello oracle-mens-healt.....e accorgendosi che risulta un’esperienza sovrapponibile, come se fosse la vita della stessa persona......

forse alla lunga se ne sono accorti, quindi di loro stessi non dicono nulla..anche perchè l’originalità sarebbe “nell’elaborazione” ma a furia di girarsi i file di corsa...hanno deciso di non aver tempo di creare una riflessione originale

_nello specifico di questo lunedì..._..
c'è la variante delle “campagne “ intraprese durante la stagione estiva....
c'è chi:  "ho fatto la grecia"...chi: "ho fatto le capitali europee"
-esclusa amsterdam che ci va la falcioni-...poi c'è quella che "ho fatto Parigi"...e quello che, tediato, dice che: "ho fatto tre settimane a bormio/ponte di legno e doveva esser
solo una ma ci son stati contrattempi".....

("contrattempi perchè stai tre settimane in vacanza in una tua seconda casa? ma io ti ci butto
dentro cinquanta indiani di etnia sinti e poi mi parli di contrattempi,
coglione!")
poi c'è uno, scheccatissimo, che non oso chiedergli dove sia stato....ma lui muore dalla voglia di dirlo: si
è fatto....”Stromboli?”
per non farci mancare nulla, ma proprio nulla,è arrivata quella del
marketing dal primo piano che racconta come sono andate le vacanze con i
suoi nuovi due bambini adottati...:"Gaspare li ha accettati benissimo....e il cane
adesso li adora..."(ci ho messo un po' per far coincidere i nomi alle
persone.....Gaspare è il marito....!!!....se non scrivessi queste cose
nessuno crederebbe che ci siano persone che in questo ufficio parlano 
in questo modo...gente laureata...!!!!!)
ne conversa giocherellando col badge versione “nastro rosso”....e ne parla
con un’altra collega che non ha figli e ... è andata a fare
tekking sulle montagne sopra como col fidanzato e il cane.... e
dice:  “....tutto molto bene...."con quell'aria di chi è perennemente a dieta
perchè le hanno detto che così si vive di più.... ma i conti non le
tornano granchè visto che, questa vita che potrebbe durare di più, se la
deve ancora far piacere...
dove sono posizionata io?
io fra quelle che non hanno niente da dire e che hanno -come sempre-
pensato troppo.

 

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è il primo giorno di settembre

milano in agosto è stata vuota....improvvisamente silenziosa...splendida...tutti i viali alberati hanno assunto una nuova larghezza senza le auto...e le strade con quell'ombra verde sono  state freschissime.

ho fatto giri in bicicletta per spstarmi da un quartiere all' altro, con questa atmosfera densa, tipicamente estiva milanese, mi sembrava di trovarmi da un'altra parte, rispetto a pochi giorni prima....sebbene sappia che sia proprio peculiare di questa città

ma quest’anno l'ondata di caldo non c'è stata.

alla sera mi sono dedicata lla scrittura

...la scrittura mi ha tenuto compagnia nelle serate in cui non andavo a trovare i miei amici, concedendomi ad una gita notturna sui navigli.....

ho frequentato locali nei fine settimana sorseggiando aperitivi e leggendo, e guardando...

guardare;

il mondo è una scoperta.

non richiede di andare molto lontano....il mondo, per essere “abbracciato”

richiede tempo e voglia di annotarlo,

richiede tempo e voglia di non dare per scontata nessuna sua fibra..nessuna

mi piacerebbe far vedere solo attraverso le parole,questi colori di fine estate in questa strana città che sembra sempre anonima e caotica e che invece , a percorrerla nelle strade centrali medioevali...agli angoli dei navigli...nelle sue piccole piazze rinascimentali... o in quelle con ancora parte di ruderi dell'antica roma.

è tutta un 'altra città

non è un posto per turisti...forse è un posto per scrittori, o viaggiatori..

è una meraviglia, una sorpresa inaspettata.

è una città anche molto bella e non perchè piace a me...

una città per viaggiatori della fantasia, per tutti gli altri resta solo una anonima città molto molto caotica.

primo settembre.....

cielo color latte,

guazza nell' erba,

il verde delle foglie degli alberi ha assunto una tonalità lievemente ambrata...

so benissimo che se dovessi colorare adesso gli alberi che vedo, il verde delle chiome dei platani del viale sotto l'ufficio...dovrei escludere certi colpi di luce fatti con il color ciclamino, ravvivati con azzurri intensi; e invece , mettere dalla parte della luce, una velatura di arancione, e abbassare il tono del verde con grigi polverosi ottenuti da miscele di blù e terre d'ombra,

l'aria è umida, tra i fili d'erba si scorge la guazza, "sarà brina"; presto; non ancora, al momento è guazza che col primo caldo del mattino solleverà strati azzurrini che leviteranno a pochi centimetri di altezza dal suolo...rendendo anche il più piccolo spazio di verde uno spettacolo di fiabe .

fino a ieri questo mite tepore mi sembrava un affronto di una stagione che voleva terminare precocemente: "è ancora agosto."

ad agosto cominciano a crescere i funghi...ma agosto è ancora un mese in cui viene voglia di sentire il profumo di pomodori appena colti, foglie di basilico,

niente che abbia nemmeno il più vago ricordo di quella fragranza marciscente che hanno le spore dei funghi...quel profumo di legna fermentata che hanno i boschi subito dopo un acquazzone .

a settembre molte di queste sensazioni non sono più fuori luogo,...a settembre il palato cerca nuovi sapori, il fiuto trova nuovi profumi...l'occhio vede nuovi colori.

Il palazzo di fronte alla scrivania...un palazzo di dieci piani , so che è di cemento; so che in certe giornate di brutto tempo invernale si confonde con il colore del cielo, della nebbia, anche della pioggia. 

so che è grigio perchè è fatto di cemento...perchè penso al cemento non come un impasto di sabbie che riflettono la luce in base al tempo...."un problema di rifrazione, possibile che abbia dimenticato tanti miei studi, e anche tante mie osservazioni riguardo la rifrazione della luce sugli oggetti?"  no, non ho dimenticato...e non mi ostino a dire che quel palazzo è grigio...stamattina era giallo di un giallo tenero come quello della polpa delle banane....ora leggermente più rosato come quello delle pesche pallide ,di quel rosa leggermente azzurrino.....

non esiste il grigio.

non esiste il grigio come non esiste il nero e il bianco...gli unici colori “convenzionali”.

"non esiste il grigio"

...a ben vedere, il grigio su quelle facciate di sabbia impastata non c'è mai stato...forse, a volte quasi aranciato all'ora del crepuscolo.....azzurro verso sera.....

cosa esiste dunque...?... la luce è l'insieme di tutti i colori ;basta una goccia d'acqua a dividerli per creare un arcobaleno;

la luce crea un paesaggio che non è mai lo stesso......la luce cambia gli oggetti , anche quelli più pesanti...anche le montagne e lo specchio dell'acqua del mare; tutto esiste, niente rimane lo stesso.

Perchè ostinarci ed essere fedeli al nostro modo di pensare, se la stessa superficie di sabbia impastata che io vedo come un palazzo a nove piani cambia col passare dei minuti a seconda che sia una giornata di sole o di pioggia, a seconda che sia autunno o primavera?

0ggi ho cambiato la pagina del calendario: a settembre c'è un lupo che corre...

ho pensato molto alla montagna col suo autunno precoce.....i suoi colori netti e i suoi profumi forti;

ho pensato alle discese di erba già un po' bruciata....ai cieli limpidi, ai profumi di frutta e zucchero e latte che l'aria con l'ossigeno un po' più rarefatto rende deltutto speciali.

certi silenzi. certi spazi. certe assenze, certe presenze.

pigne profumate di resina da bruciare sul fuoco.

 

Sono stata assunta nonostante parli poco e male l’inglese, la mia capacità di comprendere la natura delle materie e i colori, la loro teoria , come si rifraggono o vengono assorbiti, i colori come frequenze , come onde, o come molecole.....

Il linguaggio del colore...

Tutte le migliaia di immagini che ho nella mente che fanno del mio cervello un file prezioso con una ram tecnologicamente impossibile da egualiare …non è importante.

“niente di ciò che tu sai è importante, quì”

Mi ha detto un giorno un collega.

 

 

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si chiamano riservate perchè sono delle piccole salette con all’interno un tavolino, un cavo per connettersi col pc e anche un telefono, e che offrono l’opportunità di parlare al telefono senza disturbare e che vengono sopratutto utilizzate per  lavorare nel silenzio senza alcuna distrazione, l'architetto di interni, ha le ha "ricavate" semplicemente isolando una parte dell’openspace dal resto del piano con delle pareti di vetro rosso; l'azienda con l'ultimo straccio di ironia rimasto , le ha rinominate le salette rosse:
cubetti in vetro rosso posti all'ingresso del piano, dai quali si osserva il vai e vieni dei colleghi che entrano ed escono dall’ascensore, o che camminano avanti e indietro parlando al cellulare alternando il guardarsi i piedi al guardare fuori dai vetri come se fossero dei serpenti chiusi nel rettilario.....dall’interno delle salette rosse si osserva questa processione di monologatori impazziti...sembra di stare ad amsterdam nella via delle donne in vetrina...

solitamente anche all’interno delle salette si trova qualche "pinguino" che parla col vivavoce digitando sul pc....
lavoro al piano dei pinguini in vetrina......

stamattina, per il bene di tutti mi sono spostata in una saletta riservata,

insonorizzazione=0
di cosa chiacchiera il pinguino della saletta di fianco?
richiesta di approvazioni che si teme non vengano accettate, discussione sul "che fare" per raggirare il problema del veto che inficia la possibilità di fare entrare l’ordine, anzi: consente di buccare l’ordine da enne cappa

"sì....sì....

[.....]
sereni....

[....]

....allora fammi sapere, ciao...."*
-il new deal walterweltroniano ha sfondato, nei cervelli dei commerciali di una corporazione americana -

lui dice di stare sereni...quindi: non disperiamo...e proseguo l’ascolto visione filtrato dal vetro rosso...

la super manager super-tacco-punta chiacchiera nervosamente di fronte a me con un paio di scarpette di vernice grigio tortora che sembrano fatte per togliere le lische di legno quando si infilano nelle dita....
segue a distanza di sicurezza un altro “randagio” che parla col cellulare girando, anche lui di fronte a me....cammina facendo un in cerchio come gli orsi in gabbia....
cambia la scena: questa ha un che da avanspettacolo....anzi: stile frociopoli:
un simpaticissimo commerciale gaissimo discute con una che stamattina ha degli stivaletti alla caviglia di quelli “made in china” che, giuro, la fanno sembrare una poveretta appena uscita da via san michele del carso...e giurerei che invece li ha presi ai saldi di qualche outlet pagandoli comunque carissimi perchè...”non hai visto? Sono di patrizia pepe”!!!!
rievoca quel barlume di zoccolaggine che meglio si addice al luogo - siamo sempre nel piano dei venditori- di fronte alle salette rosse...se non quì...da nessun’altra parte”
via loro, rientra un altro "scarpa a comodino "che parla da solo e gira in tondo facendo la danza dell'orso......
fra poco torno al mio posto...credevo che quì nella vetrina rossa mi sarei sentita più tranquilla...ma questo è moooolto più che entrare in un locale di scambisti......




ma io come mai mi sono appartata nella saletta rossa, visto che non ho un’attività che necessiti di mettermi in evidenza nè standoci dentro...nè standoci fuori camminando e parlando al cellulare con frasi mordicchiate del tipo...”ti rubo un secondino....”

semplice: le donne al primo giorno di ciclo mestruale si sentono come nel mezzo di due fiumi che si incontrano......tempeste ormonali che non riescono a mescolarsi e per qualche porzione di spazio corrono parallelamente generando gorghi e mulinelli...
peccato che tutto questo è dentro al corpo...e così si vede subito che hanno una sensibilità quasi insopportabile...se non la sopporta chi ci stà fuori...figurarsi sentirsela dentro!!!!!
ecco cosa ci faccio io quì...nella saletta rossa...
contengo il danno.
ho fatto tutti i conti delle bollette e cazzi vari di una vita tecnologica che vanno affrontati questo mese......
compresa revisione caldaia, rata per pagare la cucina e la play station...considerando il marito nero e disoccupato direi che non mi stò facendo mancare nulla....
stamattina, gli ho detto che:
considerando che senza nulla togliere all'amore e alla salute  ho sulle spalle non poche responsabilità tutte inerenti alla buona manutenzione del mio corpicino e che -senza far pesare perchè di fantasie sul futuro ci nutriamo ma non frustriamo-di quanto desiderassi iniziare a progettare, al momento, non posso fare nulla.....per non avvilirmi troppo vorrei iscrivermi ha un corso di pilates perchè -(qualora dovessi motivarmi...)-sento che il mio corpo e la mia testa ne hanno bisogno......
"fai bene...-mi ha risposto- noi arriviamo prima delle cose da pagare....."
come no!!!
lo vado a spiegare alla banca.....che vengo prima io.....rispetto alle bollette!!!!!!


*mentre parla così agisce intona una posa di voce fra l’allarmato e il tutto sottocontrollo di Bertolaso di fronte all'inevitabile smottamento della montagna con conseguente sprofondo di mezza città nel fango a seguito di un temporale autunnale
anche se stesse zitto si sa che direbbe..."...avevamo previsto ma c'è stato qualche imprevisto"
e la popolazione di fronte che sembra piuttosto sollevata che la situazione sia rientrata nella voce disastro e pensa ”....si a muntagna smuttassi.... u stato ha ‘a  pagare.....”
vorrei saper il giorno in cui lo stato smetterà di pagare i danni di chi scientemente-(come si fa a decidere?…chi lo fa scientemente sa farlo e chi costruisce una villa alle pendici del vesuvio.....mi sa che non è uno sprovveduto…) agisce contro le norme...si costituisse parte civile dicendo....
"avete costruito dove non si poteva...non vi diamo un cazzo e e se proprio ci fosse il problema di chi deve dare a chi...vi dico anche che ci sarebbe una multa da pagare per aver infranto almeno una decina di leggi e se intentate una causa..ricordatevi che sarebbe come fare una causa individuale contro una lo stato -rappresenta qualche milione di cittadini...- la fa lo stato la class action, ma quella vera...."
voglio proprio vedere se rimarrebbe uguale il numero di quelle teste di cazzo che si fa la casetta sul letto del fiume, se sapesse che , nel caso succedesse un casino....non si vede un cazzo di risarcimento nè da assicurazioni private, tantomeno da enti pubblici.....
hai mai visto che quelli che vivono negli slum alle periferie di caracas , il giorno che arriva l'onda anomala hanno un  premier che gli regala delle belle villette fatte finite e arredate ?
se vivi in uno slum...sai che sei su un letto di fango e prima o poi ci finisci sotto...se hai culo ti salvi...ma è culo....


nota alla nota: vedi che se io voglio ragionare come un governo di destra...sarei capace meglio di questo governo di destra...

almeno questo, a furia di frequentare queste mezze tacche travestite tutte da “il libero mercato l’ho creato io e lo cavalco alla grande se solo avessi l’approval....( prima da banghalora, poi da bucarest e  infine da Dublino...)”
e poi, della seconda carica dello stato che sembra che ragioni più a sinistra di quando c'era bertinotti al suo posto, non mi fido...non è che non mi fidi di lui...non mi fido di "noi" .......

 

 

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Spettri Ucraini del finesettimana

 

Li riconosco sempre, ovunque li incontri,

li riconosco dall'odore, li riconosco da quella sfumatura lievemente aranciata del castano chiaro dei loro capelli, assolutamente intonato al colore sabbia pallida della pelle e azzurro ,quasi grigio, azzurro un po' torbido dei loro occhi, sempre malinconici, ancora più malinconici....

con quella fronte corrucciata, che li rende simili come se esistesse una genetica delle espressioni, della mimica facciale,  e lo sguardo che ovunque guardino, sembra sempre rivolto dal basso, ma  verso l'alto, verso un punto dell'orizzonte lontano, oltre la metropolitana, oltre la città all'eccesso oltre l’italia....nuovamente lungo le brughiere delle periferie nere di carbone dove probabilmente hanno lascato una nonna, un fratello, un padre......che zappa l’orto con la terra scura di scorie.

Adoro avvicinarmi a loro, ciascuno di loro, rapita dal quel malinconico silenzio, lo sguardo a volte sprofondato dentro a letture di libricini stropicciati, ultimo residuo del “socialismo reale”;

Occhi assenti e stanchi dopo una giornata di lavoro faticoso.

un lavoro faticoso...quei bei giovani forti e malinconici spesso lavorano nei cantieri, si arrampicano fra i ponteggi, sollevano carriole di mattoni, a testa bassa costruiscono palazzi altissimi, strade, muretti per giardini.a lla sera,rientrano a casa in metropolitana con le mani ancora gonfie e bianche di calce.

I muratori cantano sempre; loro sono gli unici che non cantano; sollevano pesi ,guardano per terra con l'espressione seria; non cantano non pregano non parlano.

Cercando di ricordare qualcosa, cercando di dimenticare qualcosa.

Gli ucraini si rivolgono fra loro con la voce bassissima, e una intonazione di velluto... di qualunque cosa parlino. questo contraddistingue un po' tutti i popoli che provengono dall'est...ma negli ucraini i loro vestiti non eleganti

è quasi discorde rispetto al loro aspetto possente, robusto,

La loro tradizione di campioni di pugilato costraddistingue quello che poi è anche uno stile...braccia grosse e muscolose, spalle ben piantate, magliette aderenti, pantaloni stretti che mettono in evidenza gambe forti e glutei torniti...

Forse ciò è anche dovuto dall' alimentazione...anche quando sono in sovrapeso, gonfi di serate di superalcolici scadenti, hanno sempre dei fisici atletici....

mentre le donne, le donne che facevano sognare tutti gli ebrei della carinzia......per lòa loro sensualità per la loro bellezza, per il mloro erotismo prepotente....sono sottomesse dalla fatica:ormai gonfie dopo varie gravidanze nel loro paese, allattamenti sono arrivate in italia per prendersi cura dei vecchi degli altri,le donne hanno le dita ancora cotte dai lavori di casa, bagni ad anziani con sapone di marsiglia, anziani dallo sguardo perso;come il loro.

Questo è il lavoro che viene offerto alla loro pazienza e alla loro fatica.

E, di fondo, sopratutto alla loro intelligenza.

 

 hanno i capelli del colore platino delle dive degli anni cinquanta...comprano tutte, ma proprio tutte,la tintura al capolinea della fermata della metropolitana di bisceglie, da dove la domenica sera, partono tutti i furgonio che trasportano pacchi verso l'est.....un euro al chilo, all'andata..anche soldi chiusi in una busta.....sul cruscotto c'è il nome della città di destinazione...basta fare una ricerca paziente.

Questi furgoncini dalla targa quasi sempre tedesca, portano al ritorno barattoli di cetrioli, cioccolatini, bevande frizzanti al sapore di malto dolcissime...sacchetti di grano per minestre....e , naturalmente, vodka.

Ho visitato a volte quei terminal, quel punto di partenza e di arrivo, quel luogo che non è un luogo, è solo un passaggio: sembra quasi la piazza dove si incontrano fantasmi alla ricerca di un pezzo di loro stessi smarrito...e si perdono in lunghe bevute sui margini dei marciapiedi affondando quelle mani gonfie di giornate di lavoro dentro all'aceto dei barattoli di cetrioli...una scatola di sardine, pane di segale.

quando alla fine della settimana si incontrano lì per fare acquisti o spedire qualcosa, o semplicemente per incontrarsi, sanno di avere quel tempo che basta per perdersi dentro ad un eccesso di alcol bevuto in bicchieri di plastica e musica malinconica.

 

 

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ognissanti.

c'è una nebbia così fitta che quasi fatico a vedere i palazzi di fronte.

quasi innaturale.

 

 

sono in ufficio e mi fa compagnia un collega che ha il suo computer di fronte a me.

lo sento scrivere e tossire..c'è silenzio.

nel mio piano siamo in tre.

ho deciso di approfittare di questa giornata tranquilla per affrontare un lavoro radicale di aggiornamento di liste...

un lavoro di quelli piuttosto monotoni, che richiedono soltanto molta pazienza.

ne avrò per parecchie ore.

Forse perchè si tratta di una attività molto semplice, che non richiede l’uso di più di due o tre neuroni, e molta pazienza, rischio di addormentarmi...

mi tengo compagnia pensando ...quei pensieri un po’ ripiegati in sestessi...ma dopo un’ora di copia e incolla su un foglio excell...non posso aspettarmi molto di più.

Ma i pensieri solitamente si poggiano sull’elaborazione del confronto fra i progetti e i ricordi...o viceversa.

Comunque sono a modo loro un genere di copia e incolla, un fogliuo di calcolo nè più nè meno di quello che vado aggiornando quotidianamente in cui trascrivo il contratti arrivati, quelli in attesa di firma, quelli firmati, quelli inviati ed infine quelli notificati.

Stessa cosa.

O quasi: coi ricordi bisogna andarci sempre piano..i ricordi ti fanno stare dove non sei....i ricordi fanno stare dove sei stato.

“Dove sei stato ?”

“....’dove sei stato’ è l'unico posto che è esistito”.

I ricordi, i ricordi; viviamo per costruire il nostro passato.

Creiamo progetti futuri che sembrano mattoni poi tiriam su pareti e volte....

E ciò che è...è tutto nel passato.

Praticamente archeologia.

 

 

Praticamente una giornata di fine autunno.

Nebbiosa, come raramente se ne incontrano in città.

il cielo nebbioso sembra un foglio bianco, completamente bianco, sul quale si potrebbe dipingere e colorare.

mi sembra di stare abbastanza bene.

 

ieri ho preporato un dolce con tanti chiodi di garofano, cannella, e anche frutta candita e uvetta.

so che ai morti piacciono questi dolci così sostanziosi.

so che preferiscono queste prelibatezze a quattro crisantemi vicino alla tomba.

domani non andrò al cimitero, se vogliono, verranno loro ad assaggiare il dolce...ce n'è abbastanza per tutti.

 

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Una coppia di bulgari

 

 

È molto interessante viaggiare i metropolitana..

sopratutto in questi vagoni sottoterra è possibile osservare un intero mondo che si muove allo stesso orario...

lo stesso orario delle convenzioni dell'orologio, ma si capisce che la giornata non è allo stesso punto..per qualcuno è appena iniziata, per qualcuno è a un punto quasi a metà.per qualcuno forse stà terminndo.

Per qualcuno è a un punto morto; in qualunque punto egli, o la giornata, si trovi.....

Ma, in qualunque punto ci si trovi...., sia esistenziale che geografico, la metropolitana non si ferma...

la metropolitana è un piccolo spazio che attraversa un mondo enorme.

come un’ arteria, che trasportando globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, anticorpi e virus, trasporta la vita; un piccolo spazio di un mondo enorme diviene esso stesso il mondo enorme.

La metropolitana è affollatissima comunione di popoli che provengono da ogni paese del mondo

sembra che in quel tunnel così stretto ci possa essere finalmente tutto l'universo rappresentato dalle persone che, tutte insieme formano un nuovo popolo: un popolo composto di  una miscela di suoni odori e colori :

un universo di vite, di mondi..... uno spazio talmente vasto eppure tutto rappresentato in ciascun vagone

Osservare e fare qualche riflessione.

Ogni straniero ha costruito una nuova vita quì in italia, per un attimo ha pensato e realizzato che può fermare la sua fuga...

Ogni straniero cerca di sentirsi grato di questa corsa che finalmente rallenta...

Ogni straniero osserva, osserva, sogna ed imita...

Isola qualche particolare che lo colpisce e tenta di farlo suo.

.....ma nel loro sforzo di omologarsi...invece, sembra quasi trovi uno stile che contraddistingue ciascuna comunità dalle altre...

Ciascuna comunità ha il suo modo di vedere ed emulare gli italiani...di elaborare la sua emigrazione "mitica"....di integrarsi come se avessero conquistato qualcosa che è oltre il lavoro, la casa...il fornello sul quale bollire il riso alla sera....è qualcosa che ciascuna comunità inconsapevolmente ridefinisce come la sintesi dell'Italia...un modo di assumerne lo stile...

mitizzare e metabolizzare... Così .... ciascuna nel voler sembrare un po' italiana...invece ridefinisce, si distingue.

e questo è davvero interessante.

 

Ogni mattina mi distraggo in questo gioco di rivelazioni attraverso lingue straniere sussurrate...sguardi che viaggiano lontani, sguardi interrotti dalla stanchezza, sguardi discreti,.

sguardi quasi impauriti alla ricerca di qualcosa sul quale appoggiarsi.

sguardi che cercano di ricordare, sguardi che cercano di dimenticare.

Tutti mi fanno compagnia.

Le loro braccia incrociate, le loro mani appena riposate,le loro teste appoggiate al sedile; il loro osservare me che osservo in un completo silenzio.

Una coppia di bulgari entra nello scompartimento suonando, uno la fisarmonica e l'altro la chitarra... i loro occhi hanno lo sguardo distante...

I loro strumenti musicali...probabilmente sono non di buona qualità..e, sopratutto, sono anche usurati e sporchi...eppure la loro musica un po' scomposta fa molta pi?compagnia di qualunque concerto eseguito con strumenti pregiati in sale foderate di legno di ciliegio dall'acustica perfetta.

La loro musica è quasi troppo allegra e rumorosa, rispetto al loro sguardo, ai loro vestiti consumati come i loro strumenti...

tutto subisce l'usura., ( i loro indumenti saono gli stessi che indosseranno in pieno inverno : stessa giacca di lana, stessi pantaloni e stesse scarpe), stesso sarà il loro sguardo un po'perso in qualche luogo del cervello alla ricerca della nota, del tasto, dell'accordo, del suono , da eseguire quasi con automatismo.

Quasi. La musica è un grande sforzo.

Ma la loro, forse, è, sopratutto, troppo allegra ed esuberante rispetto alla ora del mattino... a quest'ora qualcuno chiederebbe ancora un minuto, un minuto appena di calma e silenzio....

Un minuto ancora per leggere il giornale ad occhi chiusi.

Non una musica che li faccia sentire dentro una folle corsa per le steppe con la colonna sonora di musicisti che intonano accordi zigani..

quella vena di follia, tipica dei popoli dell’est dell’europa, quel sensoo di libertà fatto di assenza di freni, confini....può comprenderla solo il cittadino di quelle nazioni, per gli altri è un concetto talmente destabilizzante, da muovere un lato dell’angolo delle labbra, ad accennare una ruga di sospetto, di fastidio.

Nessuno offre a questi due musicisti una moneta,

e questi due musicisti non sanno che stamattina qualcuno scriverà su di loro una riga, una riga di attenzione che farà sì che la loro presenza non sia più soltanto un incontro con quella musica libera che si dissolve nel fragore chiuso della metropolitana.

 

 

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se qualcuno è inadeguato, forse quella sono io...

 

 

Inizia la settimana e so bene che per quanto riguarda me: sarò spettatrice di una trentina di colleghi che vantano di aver imparato a fare non meno di tre cose insieme,  che si aggireranno per il piano parlando con l’auricolare, connettendosi in “conference call” in orari che rispettano altri fusi orari, calcoleranno i soldi fatturati dall’azienda sostituendo con i “K”  le migliaia;-per fare prima- e intanto dare una sbirciatina sull’andamento di piazza affari, per controllare se vendere o meno le loro stock option.

Stamattina entrando in ufficio ho pensato che comunque sono persone serie, padri , madri, genitori, tutte persone con pochissimi fallimenti alle spalle...e questo le rende persone assolutamente rispettabili, magari anche più di me...che a contemplare e disegnare, non sono stata utile a nessuno....sono persone che ammiro, nonostante non riesca ad avere una relazione in teressante con nessuno di loro, le ammiro.

E quindi inizierò la settimana sapendo che la maggiore delle mie attività sarà quella di ammirarle,

Sarò spettatrice con pochissima attività...un po’ perchè è la stessa di quando ho iniziato, un po’ perchè quella stessa che prima era assai più ponderosa, è stata trasferita.

nessuno di loro sa cosa cazzo farmi fare ma non hanno un motivo per licenziarmi...visto che è la mia presenza (in qualità di categoria protetta) a fargli guadagnare molti più soldi che la mia assenza... e visto che, sono stati loro a cercare me, non io ad inviare qualche curriculum con tanto di raccomandazione col sigillo della santa sede( quando rimettevo a posto l’archivio dei c.v. cartacei, ne ho trovati non pochi, di questo genere; la cosa mi aveva sorpresa, perchè la ritenevo lontana dall’ ontologia di una azienda americana, ma mi è statao ricordato che fra l’america e l’italia c’è un oceano, uno stretto e il mare mediterraneo..il che significa che questo è un altro mondo)

e forse non hanno nemmeno la sottigliezza d’animo di ritenere che l’avermi assunta e non farmi produrre...è anche la parte esplicita di un fallimento professionale, prima di tutto di chi invece dovrebbe occuparsene..

oltre che una mortificazione per me...ma questo non ha alcuna importanza...non è nemmeno detto che gli artisti proovino questo sentimento...loro vivono di intuizioni e ispirazioni...son gente differente.

Quindi, mi osservano nel mio isolamento, quasi fossi io ad aver fatto questa scelta, quasi fosse una naturale attitudine.

io forse ho scelto di non mettermi troppo in evidenza come una che avrebbe tanto, ma tanto voluto fare una gran bella carriera, servire l’azienda per poi riceverne il massimo e magari nel frattempo fotterla per come è possibile....forse ho scelto di stare quì a lavorare, semplicemente a lavorare...illudendomi che il lavoro è il lavoro...e lo sbattimento costante alla ricerca della visibilità...non avesse nulla a che fare col lavoro, che fosse solo una patologia della quale talvolta si parla pagando uno psicologo....perchè si vuole ritornare ad avere una vita normale, in cui si stà bene per quello che si è...e non si sogna di essere altro e di vivere come un altro...magari anche un’altra vita.

O forse è vero...gli “artisti”, come loro mi definiscono, di lavoro non capiscono nulla...

 

meglio farmi scivolare nell’oblio......

un oblio reciproco e rispettoso.

un piccolo stipendio come contentino per  tenermi  tranquilla...secondo loro, hanno fatto tutto il possibile...

e il fatto che io sia stata messa in un angolo appartato del piano..è cosa che deve imbarazzare me...

daltra parte, una come me perchè vorrebbe pretendere di più...visto che non sa fare niente di importante che abbia a che fare con la vendita di software...?

perchè non ha fatto la pittrice?

Perchè non ha fatto la grafica..o la disegnatrice di gioielli, o scarpe...o  accessori della linea Armani...?

Già: perchè non ho fatto quello?

 

 

 

 

 


Comunque: in questo teatrino dell’immobilità......

Assolutamente coerente con la situazione di questi tempi in cui siamo governati da una maggioranza in parlamento che annuncia di essere il governo del fare, e in virtù di questo annuncia azioni che non potrà fare e che in seguito smentirà dicendo che non si possono fare perchè l’opposizione o la crisi energetica o la guerra in oriente o la caduta dei titoli finanziari, la ristagnazione del mercato del lavoro....

La scarsa dinamicità dell’economia...l’assenza di maggior liberismo , le troppe leggi..

....Fino a quando ci sarà una tale confusione mentale da non riuscire più a comprendere che “il governo del fare” da anni non stà facendo nulla...

Ecco l’archetipo.

La linea guida.

Io mi sono adeguata in un insano silenzio: come un cane di bancata.... mi aggiro per l’ufficio, fra i colleghi, ma tenendomi alla larga....

può darsi anche che questa mia posizione di risorsa inattiva ma disponibile sia parte del metabolismo dell’attuale economia occidentale.... ma a me sembra un po’ improvvisata, da parte dell’azienda.

E psicologicamente pesante

Il lavoro è una cosa importantissima e non solo per la libertà e la dignità e per le opportunità che offre.......ma per tutto questo insieme;  che è molto più che la somma dei singoli...
il  lavoro consente di ragionare consapevolmente senza il condizionamento di forti pressioni....
 
la mia vena calvinista emerge prepotente......ma indossando la maglietta di mediano , che da un anno è in panchina.

Intanto il mediano nelle partite di calcio non esiste più...ma non importa, faccio lo stesso allungamenti dei muscoli...sperando quasi che non mi chiamino..ma non si sa mai. 

 

 

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in ufficio non c'è ancòra nessuno....in questo momento mi sento quasi come se fossi a casa mia...anzi: lo sento come se fosse l’ufficio la mia casa.
la mia casa con quel leggero, lontano senso di in quietudine di chi sa che qualcosa romperà l’incantesimo...

è la mia casa fino a quando non arriveranno i colleghi, espropriandolo del silenzio e della calma...come se il silenzio sia un bene depredabile...temo il loro arrivo  come l’arrivo delle orde dei barbari.....

può salvarmi il fatto che la super country manager è stata due giorni in trasferta all’estero, e oggi peraltro è venerdì........potrebbe darsi che non si presenti in sede...lei e di conseguenza nessuno dei suoi pletoriani....

difatti, mancando lei non vale la pena farsi prendere dall’ansia del presenzialismo, molti non si presenteranno in ufficio;

 

forse per oggi ci limiteremo alla conta delle segretarie, stagisti e addetti alle pulizie.....

 

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dieci giorni a natale

 

Rientro casa.

dopo aver partecipato al “discorso di fine anno” dell’amministratore delegato di oracle.

L’evento segue questa precisa scaletta, che può variare solo in caso di neve e aereoporti chiusi.

Sala di un hotel presa in affitto.

Raduno di tutti i dipendenti, dagli avvocati ai venditori, dagli ingegneri a quelli che fanno supporto, dalle segretarie alle categorie protette.

Una volta riuniti tutti, viene fatto il discorso, composto da un’analisi dello stato delle cose un’ anticipazione delle iniziative per il prossimo semestre e per i prossimi sei anni, un incoraggiamento, un ricco rinfresco con prelibate tartine, pizzette, canapè, succhi di frutta, vino e panettone...

Che a mio parere sono l’unica parte davvero importante di tutto l’evento.

fosse solo perchè i buffè sono da sempre il forte di un raduno di persone estranee che mentre si ungono le dita fra pizzette, olive fritte, tartine, canapè, ma anche perchè in questo caso, avrebbero l’opportunità di chiacchierare fra loro, più o meno parlare fra estranei è già un progresso...è già un parlare....che in questo caso, trattandosi di colleghi che vivono nella perenne ansia di non avere tempo, è già qualcosa.

Potrebbe dirla lunga il fatto che, una volta ricevuti i complimenti per l’eleganza del vestito la ricercatezza del make up e l’eccentricità dei gioielli “etnici”, nessuno abbia più nulla di importante da dirmi...quindi mi di fianco al tavolo imbandito e all’ombra di una colonna mi servo di tutto quello che c’è, osservo e ascolto, e di nuovo da capo

 

Dopodichè, seguendo la marea, rientro a casa.

Ma solo dopo esser stata in palestra e aver corso per tre quarti d'ora.

Come una bulimica improvvisamente cosciente di quanto ha mangiato e in preda ai sensi di colpa di tutto quello che dovrà metabolizzare il fegato...e che è cento volte superiore a tutto il lavoro svolto da me in ufficio.

Mi piace, quando non sono troppo stanca andare in palestra e correre sul tappeto quasi come un criceto sulla ruota,

Di fianco a me correva un giovane piuttosto grosso con uno struggente profumo di saponetta.

proprio di saponetta, e avrei voluto essere nelle fibre della sua maglia

per poter fondermi con quel tenero aroma di mughetto e latte di mandorla.

ho corso per tre quarti d'ora.

Sento tutte le calorie di un ricco passto entrare nei muscoli e darmi energia, sento i miei passi che lasciano dietro di loro pensieri e sento i miei passi che incontrano nuove parole.

Sento il mio corpo e la mia mente stancarsi ...e vivere.

Ho corso per tre quarti d'ora.

Ad ogni passo è come ricominciare il conteggio di tutte le tartine mangiate, e poi

bisogna scaldarsi se si pensa al freddo, a quel freddo che si trova dentro al cuore, in alcuni spazi della memoria, bisogna scaldarsi e sentendosi vivi pensando al freddo della terra.

E mentre mi sembrava cominciasse a riprendersi lo stomaco da quell’enorme volume in gran parte composto da pizzette, cotolette, focaccine col prosciutto e la maionese, Superato l’annebbiamento mentale da picco glicemico e sangue saturo di grassi vellutati

si faceva strada anche il desiderio far seguire alla corsa una doccia calda e di fare tardi.

rientro a casa, pedalando lentamente sulla mia bicicletta.

non c`e` la luce nella strada,

forse a causa di un cortocircuito, i lampioni sono spenti, la strada è buia .

mi accorgo di quanto il buio sia buio guardando il cielo.

c'e` la luna piena e l'aria e' molto umida e fredda.

sento proprio quel freddo dell' inverno stringere la testa, irrigidire le orecchie, risalire lungo le gambe,accarezzare le cosce,

quel freddo.

una sensazione piacevolissima.

a casa avevo in mente di finire di mettere le lucine natalizie.

un desiderio di fare qualcosa di allegro per decorare la casa, un desiderio allegro cheperò mi avrebbe obbligato a sentire malinconia.

rientro a casa ascoltando il freddo e ricordi, ancora ricordi.

 

.......

 

Ricordi.

“Faceva cosi` freddo e anche nevicava, era inverno, e godevo del tepore di quella veloce doccia calda che avevo fatto dopo l'allenamento di pugilato.

stanca, felice, innamorata.

avevo fretta di tornare a casa, dopo una giornata di neve "opprimente"

opprimente come un presentimento......”

ecco: guardando la nebbia e la luna piena, ho sentito il cuore cercare, anzi: trovare e soffrire.

Soffrire nel soppesare ciò che aveva trovato: la mancanza

“faceva cosi` freddo e nevicava anche....”

ecco cosa fa disperare il cuore ....e il corpo:

di fronte alla morte piu nulla è in grado di avere voce.

In quella giornata in cui faceva freddo e nevicava, il mio compagno aveva deciso di togliersi la vita, addormentandosi nel letto.

Per sempre.

"hai fatto quello che hai voluto":

lo dissi credendoci, ma io non conoscevo il dolore che puo` esserci nel rispetto delle idee differenti, divergenti.

il distacco dalla vita.

una divergenza che non si puo` calcolare.

Aveva sussurrato questo desiderio appoggiando le labbra alle mie sopraciglia, al caldo delle lenzuola, lo aveva fatto mesi prima, ed io con un sospiro profondo avevo stretto gli occhi forte, come per trattenere qualcosa.

Era un pensiero senza disperazione, un desiderio, una volontà, un progetto, come quello di inviare curriculum per cambiare lavoro...

"hai fatto quello che hai voluto".

non potro' mai piu' perdermi dentro a quel neo, proprio quel neo sul collo, dietro, vicino all'orecchio.

non potro' mai piu`.

e questa splendida notte  fredda e serena con la  luna piena che galleggiava nel cielo nero

questa splendida notte di inverno, è diventata una notte di muta tempesta.

 

 

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un primo pensiero, mentre accendo il monitor:  se vedessero ora il mio ufficio, ora che è vuoto e silenzioso...ora che nessuna persona o suono interrompe l’orizzonte...vedrebbero trecentosessanta gradi di orizzonte con aria condizionata a temperatura costante....quasi quasi potrei non traumatizzarli troppo....e io stessa potrei non credere che sia vero quello che invece è vero.

Vedrebbero un luogo- non-luogo....un acquario che riflette dall'esterno la luce del cielo e che dall'interno fa sentire sospesi come se si stesse nel cielo......il tutto in un senso di pace quasi metafisico.

Oggi sembra così
penso con un po' di apprensione al momento in cui si interropmperà questo incantesimo: all'aprire della porta e al comparire di un collega qualunque che-forse solo per darsi un tono, forse a ragione o forse per finzione....- parla con l'auricolare appoggiato all’orecchio e il microfono all’altezza del primo bottone della sua camicia.... con quei paradossali oggetti che si appoggiano alle orecchie e che fanno una luce blu intermittente...ma data la discrezione di queste cuffie ed il loro modo di camminare a testa bassa, sembra che parlino da soli: a vederli  a distanza sembrano dei pazzi...con lo sguardo perso nel vuoto...o degli alieni....o un'auto con le frecce che segnala una svolta...o una sosta.

E ci sono momenti in cui ce ne sono molti a fare questi monologhi in cui alternano parole in inglese a frasi in italiano con subordinate senza congiuntivi...

Da quanto dura questo?

Questo orrore?

 

 

oggi è venerdì....e i "manager" ufficialmente dicono che “lavorano da casa”

e lo dicono credendoci...

conoscendoli, ”lavorano da casa” secondo me significa che “hanno dei lavori da fare a casa”...poi, fin dalle nove del mattino, connetteranno la chat di oracle per far capire che sono attaccati al monitor...e invece controlleranno nell’ordine:  piazza affari, gli immobili messi all’asta dal tribunale di milano , e infine, prenoteranno un w-end nel golfclub in val d’aosta...avendo cura che sia nell’albo Golden Book Hotels, ma poi una volta che avran visto il prezzo di una notte con colazione, controlleranno le previsioni meteo e si convinceranno che questo non è il fine settimana adatto.......... insomma faranno le stesse cose che fanno normalmente in ufficio....ovvero reciteranno il ruolo dell: ”scusa se son di fretta ti rubo solo cinque minuti anzi ne basta uno....ma sai, sono incasinato di lavoro...( e tu: Perchè non sei in affanno?.....cosa stai facendo? Nulla?....perchè sei quì? Non vedi che quì si lavora?).....”

da quanto dura questo orrore?

L’orrore è la finzione, la recita, il teatrino....è l’inconsapevole messa in scena....uno spettacolo in cui si scambiano a vicenda il ruolo di attori-spettatori...

È il confondere la pocxa capacità di organizzare il tempo, con conseguente accumulo di attività che vengono svolte in modo trafelato e approssimativo e-sopratutto, con scarso rispetto per il prossimo, che viene travolto da questo vortice di ansia e panico dell’ultimo minuto...nemmeno questo acquario fosse la depandance della sala ovale dove davvero si decidono le sorti dell’economia del mondo...

da quando “per scommessa” sono stata assunta,-indipendentemente dalle mie più o meno numerose attività( in questo momento praticamente al minimo storico), ancòra contribuisco col mio atteggiamento ad uniformarmio a questa  recita collettiva, non faccio la mia parte....così, per questo motivo, mi  guardano un po' male.

Ma non è poi così vero che loro si dedicano all’azienda con abnegazione....

è solo questione di scelte sul come fare  “quello che nulla ha a che fare”...

 difatti, anche in ufficio, distanti dallo sguardo dei capi,.....ognuno di nascosto dall’altro,molti di loro seguono le partite di calcio...comprano e vendono titoli...ristrutturano appartamenti;  tutte attività abbastanza distanti da quelle per cui son chiamati a venire...ma poichè cambia l'emolumento, ovviamente..e la "posizione di potere" nell'azienda...sono convinti che questo gli consenta di guardar male me, perchè invece dedico il mio tempo inattivo a leggere saggi di filosofia on line...

e questo fin da quando quando sono stata assunta, sei anni fa ...forse perchè ho studiato all’accademia di belle arti e  non ho studiato ragionereia...(ragioneria, attenzione!!!!)...e a ben vedere... non hanno tutti i torti, a guardarmi male:... a loro non ho mai destinato parole migliori......

 

 

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oggi abbiamo ospiti...

 

salendo le scale incontro un collega  olandese invitato  in sede per tenere qualche corso di quelli per i dipendenti in cui sono illustrati prima i nuovi prodotti e poi le strategie per la vendita.

......mi ha chiesto la strada per salire al piano dove gli avevano riferito vi fosse l’aula dove si teneva il corso:


quindi oggi abbiamo ospiti...ho pensato.....chissà che fermento!......

in effetti c’è un contagio di adrenalina da “ultima occasione”:

un ex stagista ( fintanto che era stagista sembrava un ragazzotto  genere "acqua cheta", dal giorno in cui è stato assunto ha trasformato i lineamenti da ciclista in cerca della salita da fare col rapporto piccolo per riscattare l'onore di Pantani, in quelli di un guappo che al posto della lupara non toglie mai le mani dal suo I-phone aziendale;

come dice anche la canzone: si cambia. ......)insieme ad un altro, (simpatico, pettegolo e  sfacciatamente leccaculo,-tanto  che, con le colleghe vicine di scrivania amiamo pensarlo corredato di calza a rete e tanga in tulle rosso sotto i pantaloni...)-ascolta, e guarda e fa il "sopra-tutto" ...
non risponde e non accenna a sorrisi ...al massimo annuisce al vicino mentre dice: "che casino...che casino"...e questo è per l'indole da puttana che si ritrova, anzi: che si ritrovano........ forse, per essere credibili, devono sostenere la  parte  e fare quelli  sotto la pressione di troppe attività.

Almeno oggi, che gli olandesi ci guardano
quali attività?
non le scrivo per non insultare nè i minatori nè gli ingegneri di dighe, strade e ponti; nè gli stilisti, nè i carpentieri; nè i matematici o quelli che fan volontariato nelle zone di guerra, i commercianti e ............
....e...poichè io sono parcheggiata nell’inattività coatta........li accontento quando mi guardano e mi dicono: “beata te....tu si che vai bene.....”
forse avvicinandosi La fine dell'Anno Fiscale, e la fusione oracle-sun, (che sa quasi di profezia del millennio)....con conseguente  caduta delle teste di buona parte dei manager...o forse la riprogettazione dell'organico aziendale nel motto di tomasi di lampedusa..."cambiare tutto per non cambiare nulla"ma tagliando i costi nonostante costino molto care le liquidazioni offerte per le autodimissioni....fa credere a ragione che loro stessi abbiano l'Opportunità da giocare, e che il gioco consista a che fa creder meglio che si stà dando da fare........e così è un gran rumore per nulla....per non fare un cazzo.............ma con un gran bel clamore.
ma, immancabilmente, ....con quel fare che rasenta l’atteggiamento in affanno della segretaria che un giorno fu amante...e da allora è solo frustrata ma  aspetta sempre che arrivi LUI e finalmente la scopi di nuovo.......

ciò scritto attendo gli sviluppi della giornata...
bellissima, calda e profumata e, davvero, varrebbe la pena di dire "viva l'italia":
...oggi: 13 aprile...non si potrebbe mettere nulla di più pesante che le calze a rete.....

 

 

Oracle.

 

 

 

Un Grattacielo.

Un ufficio.

Una giornata di lavoro davanti al computer.

La scrivania davanti alla finestra.

Oracle. L'oracolo.

Un grattacielo alla periferia di Milano.

Un grattacielo di vetro che riflette le nuvole che corrono, nei giorni di vento, e la pioggia, nei giorni di tempesta.

Un parallelepipedo dal quale, nelle mattinate serene, si vedono tutte le montagne e, verso sera, tramonti colorati come quelli della savana tropicale del parco del Serengety.

In quello spazio chiuso senza muri,  e riflettente tutti I colori dell'atmosfera, mi sembra quasi di stare più sospesi che nel cielo.

Quasi   sospesi  al limite dell'universo quando diventa infinito.

Angeli   transitano attraverso  quei diaframmi di vetro lasciando, ad ogni passaggio, la traccia di qualche piuma profumata di vento.

Sento, a volte, la carezza dell'aria spostata dalle loro ali.

Ogni angelo è qualcuno che ci ha lasciato.

Ogni angelo porta un dolore.

Ogni angelo era il grande amore.

Ogni angelo è un fantasma.

Durante le giornate serene, le più limpide, il cielo si trasforma in un acquario vasto come un oceano; in quelle giornate gli angeli non volano, nuotano.

Nuotano come cetacei alle foci dei fiumi , nei mari caldi, sulle superfici dei quali si specchiano cieli limpidissimi e nuvole sparse che sembrano anch'esse cetacei che nuotano nel cielo come fossero nell'oceano.

Tutto quanto, appare imprigionato all' interno del grattacielo, contemporaneamente appartiene allo spazio infinito.

Lo sguardo conosce solo il limite del vetro, come la fantasia conosce solo quello dello sguardo; la  fantasia capovolge immagini e racconti.

Ogni sguardo è al riparo.

Ogni sguardo è esposto.

Ogni sguardo porta un ricordo.

Ogni sguardo porta una scoperta.

Occhi sono dello stesso colore di un cielo in un giorno di tempo variabile.

Anche gli stati d'animo, come gli occhi, come il cielo, cambiano umore durante l'osservazione di un fondale sempre uguale, che cambia a seconda del passaggio delle nuvole.

Ogni passaggio rievoca amori passati, ormai solo sofferti.

Ogni passaggio rievoca amici presenti

Ogni passaggio rievoca incontri.

Ogni passaggio non é mai lo stesso.

Non sono mai le stesse le nuvole che si specchiano nel vetro del grattacielo.

Non sono mai gli stessi i ricordi che attraversano il cristallino degli occhi.

Non sono mai le stesse le storie.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- tutto era “un’altra cosa”

 

 

Eccomi quì,

assunta in oracle: seconda corporazione al mondo nel campo del software.

Fino a quindici anni fa tutto era “un’altra cosa”

Mi ero diplomata a pieni voti al liceo artistico, poi avevo compiuto con successo e riconoscimenti  il percorso accademico all’accademia di belle arti di Brera, avevo vinto una borsa di studio che mi permise di lavorare nell’ambiente della cosmesi.

Andai a vivere da sola.

Avevo trovato una piccola casa in zona fiera, piccola casa all’ultimo piano di una palazzina di fine ottocento, col portone di legno scolpito e raffigurante mot5ivi neoclassici e i vetri colorati lungo le scale decorate con preziose imitazioni di marmi pregiati,

il piccolo bilocale era all’ultimo piano era luminosissimo, con  tutte le portefinestra delle camere che si affacciavano lungo uno spazioso balcone.

L’affitto era ad equo canone, significa che incideva non più del dieci per cento sul mio reddito, significa che il mio reddito poteva non necessariamente essere vincolato da forti pressioni date dalla scadenza dei pagamenti, significa che me la prendevo comoda.

Poi mi ero iscritta al d.a.m.s. di Bologna

intanto lavoravo, come illustratrice, risparmiandomi il più possib ile, per potermi dedicare anche ai miei interessi, potevo permettermelo ....

Viaggiavo molto, leggevo, studiavo,

dipingevo  e talvolta lavoravo.

Ero inconsapevolmente felice.

nella mia vita mi è sempre sembrato che ci fossero talmente tante opportunità da potermi permettere alcuni lussi, quale  quello di non preoccuparmi del futuro, sebbene intuissi che non poteva non esserci qualcosa che non avevo sufficientemente calcolato e ponderato, la vita facile mi rendeva abbastanza ottimista.

Ottimista e avventurista.

Approfittai di un invito di un caro amico, un amico di quel raro tipo che dopo tanti anni ci sentivamo come fratelli, e mi trasferii in costa d’avorio, in Africa.

appena arrivata....sentii di essere arrivata a casa.

Stavo bene.

Abitare al confine della foresta pluviale con la laguna di fronte e l’equinozio costante come la temperatura di 30°, mi faceva sentire a mio agio.

Finalmente un luogo in cui il senso stava nel vivere senza cercare di progettare il senso, poichè la natura restava talmente forte e selvaggia, che qualunque inquilino vi si trovasse a convivere, lo faceva con umiltà “alla giornata”.

Mi ambientai facilmente, mi piaceva l’idea di vivere  nella morbidezza dell’aria appiccicosa tipica dei climi equatoriali.

mi piaceva vivere lì.

Stavo bene.

Rientrai in italia in seguito ad un malessere che non riuscivo a curare,

feci un viaggio in sicilia, riincontrai amico quasi per caso, ci sposammo

pochi mesi dopo nacque il nostro bambino, che purtroppo morì a seguito di una polmonite.

Anche a me diagnosticarono una malattia allora definita di quelle “ ad esito infausto”,

per potermi tenere sotto controllo, non avrei potuto più lasciare l’italia.

Non stavo più bene .

Poi un edema celebrale  mi costrinse anche a lunghi soggiorni in ospedale .

E così, davvero mi sembrò di aver perso quasi tutto.

Conseguentemente ai danni neurologici, smisi anche di lavorare.

Divorziai.

Mi  “guadagnai “ un’invalidità pari al “100% con residue capacità lavorative”.

Non lo sapevo ma ero nella lista regionale  fra i cittadini appartenenti alle categorie protette.

Questo fece sì che,  qualche anno dopo, la corporazione americana, dove tutt’ ora vengo a lavorare, mi chiamasse per fare un colloquio di lavoro, avendo lei l’obbligo vincolante -per onorare le leggi italiane-, di avere nell’organico dipendenti lavoratori appartenenti a questa categoria di cittadini invalidi.

Da pittrice qual’ero, di informatica ne sapevo nulla, ma in virtù di quella borsa di studio vinta appena diplomata, mi ritenne capace e dopo due mesi di prova, mi assunse a tempo indeterminato.

Di questi tempi l’assunzione con un contratto a tempo indeterminato, per un giovane che entra nel mondo del lavoro,  è un miraggio, una fortuna inconcepibile, e forse solo ultimamente i partiti di governo stanno valutando che l’aver introdotto contratti atipici defiscalizzati, comporterà un onere per le generazioni  future che sarà socialmente insopportabile .

Difatti La defiscalizzazione si ripequote sulla quantità e sulla qualità dei servizi pubblici.

Che saranno insostenibili individualmente, per le classi che peraltro ne hanno più bisogno, questo stà generando non solo un forte conflitto sociale, ma pone il paese innanzi ad una contraddizione costituzionale che ad oggi, le classi dirigenti politiche, non sono in grado, o interessate,  di risolvere.

Ma il giorno della mia assunzione mi preoccupavo  più del fatto che non fossi certa di saper imparare quel mestiere che nemmeno sapevo cosa fosse;  di non sapermi adattare alla vita di dipendente, così “blindata” da orari , pause , straordinari se solo fossi rimasta in ufficio un’ora in più, e giorni di ferie e fine settimana .

Ero preoccupata del fatto che non sarei stata felice.

Mi  incoraggiò a firmare il contratto un amico che mi promise che mi avrebbe insegnato tutto riguardo l’uso dei computer....mentiva: due mesi dopo si tolse la vita e io rimasi così: come su un’isola.

Un’isola dentro ad un grattacielo di vetro.

Un po’ alla deriva

Sono convinta che ci sia uno spazio virtuale fra la realtà e la verità.

Uno spazio virtuale, nel linguaggio scientifico, è uno spazio talmente piccolo da essere incalcolabile ma che si afferma debba esistere.

Sono convinta che esista uno spazio simile anche nell’ esistenza di ciascuno di noi: in quello spazio risieda il gusto dell’ iperbole, l’ ironia, la capacità di raccontare ciò che si vive, fingendo che  sia non la nostra esperienza della vita,   ma la vita stessa, come semplice fatto, come se  il solo narrarlo non ne cambiasse la forma e il ;  e la narrazione non è nè la realtà nè la verità

e non so bene come  ci appartenga nemmeno questa,  ma esiste.

 

Fra una pausa e l’altra, scrivo Il diario di bordo delle giornate trascorse sull’ isola alla deriva nel grattacielo di vetro .

Continuando a sognare l’africa, i bambini e anche un’esistenza in salute e creativa.

 

 

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il sole fa, questa mattina un saluto, prima timido, poi esce prepotente....: è ancora estate....il caldo nasconde le montagne, gli Oracoli riflettono il cielo;

stando al suo interno, sembra quasi di essere sospesi nel cielo.

 é sempre bello iniziare la giornata osservandola questo punto di visuale: alta ,sopra le case, sospesa :

 Porta a fare pensieri piccoli,come quello di osservare le formiche fra i sassi,o gli ultimi boccioli delle rose della fioritura estiva,quelle del giardino di fronte 

Porta a fare pensieri grandi. nell'osservare l'universo con tutte le sue stelle, le sue meteore,e il suo scuro infinito....di fronte a questo tutto diviene così piccolo e insignificante, e davvero a pensarci, mi rimane solo un gran senso di tranquillità; quella tranquillità che permette di godere di tutto fino alla sua più sottilissima fibra.

se dovessi ragionare in termini buddisti direi che da questa visuale, finalmente si può cominciare a capire qualcosa riguardo al significato della parola "destino".....

che non so come spiegarmi, rende tutti così diversi, pur avendo le stesse opportunità: ma solo apparentemente.

mancanza di parole, concetti, l’idea di destino per me inspiegabile come un dogma, è indescrivibile e come l'universo infinito......talmente incomprensibile da essere spaventosamente inquietante, talmente inquietante da far recuperare la calma.

 tanto ragionare riguardo al destino per arrivare al nulla di domande che non conoscono risposte?

Perché mi è accaduto tutto questo? Perchè proprio io? perchè? Cosa ho fatto? Sono in grado di leggerne il senso? Ha un senso?

è davvero una questione complicata,:le domande di questo tipo sono così astratte ed invece la vita quotidiana è fatta di gesti e di soddisfazioni di bisogni così concreti.......che è davvero difficile avere dalle une risposte per le altre....

Non credo ci siano risposte, forse solo percorsi.

conoscenza, senza un punto di partenza o di arrivo.

 

 

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“il libro dei mutamenti”.....

Le ore di lavoro di un impiegato sembrano avere questa nota comune: in qualunque stagione, la distanza fra la luce del giorno e il buio è sempre la stessa rispetto all’ingresso e l’uscita dall’ufficio.

Inizia la settimana

...poco più di due giorni fa sono uscita da quì molto tardi per finire un lavoro che diventava sempre più lungo...c'era più o meno la stessa luce.....alle otto di sera come alle nove del mattino.....(in inverno sarebbe stata la stessa cosa: entrare col buio ed uscire col buio

colgo ogni sfumatura del cielo anche attraverso i vetri  specchiati e basterebbe questo a farmi stare bene in compagnia di me stessa.......inoltre: sento dall'altra parte del piano due colleghi che parlano........parlano sempre soltanto di calcio, quando si incontrano al mattino, il loro tono di voce alto quasi mi disturba...poi si dirigono a prendere il caffè e torna il vero silenzio.... è il loro rito che quasi scandisce la loro prima ora della prima giornata di lavoro : inizia parlando di calcio, da quello che capisco, oggi varrebbe più del tempo della pausa per il caffè a causa della nazionale espulsa dai campionati

intanto mentre si scambiano le opinioni sulla professionalità dell’arbitro e dei guardalinee c'è una luce in ufficio che è quasi invernale......se non fosse che per una lievissima sfumatura rosa che vela  il cielo, quasi una striatura color madreperla che mi fa capire che : l’ora fresca è però di una  giornata calda......che le ombre dei balconi della casa di fronte si andranno definendo nel corso della mattinata...che non è nebbia,ma foschia di calore.... e che è una grande differenza...quasi zen..:. questa estate così poco estiva fino ad oggi,con tutte queste sfumature di grigi che mi fa compagnia osservare dai vetri del grattacielo.....è come “il libro dei mutamenti”.....
.....
mutamenti da cogliere fra i rituali  apparentemente rituali....

Il lunedì, l’arrivo in ufficio, Il caffè, la partita...

Era successo qualcosa prima, anche stamattina....degno di nota anch’esso per la sua ripetitività...ripetitività non programmata:

ogni mattino alla fermata della metropolitana di Duomo c'è un musicista che suona la chitarra e canta....piuttosto bravo.....quando passo a quell'ora stà accordando la chitarra...io corro, perchè mi piace correre...e lo saluto e lui mi risponde, e di giorno in giorno il suo saluto è sempre più rivolto a me, nel senso che quel saluto non è più una coincidenza, ma un modo di iniziare la giornata.....quando non c'è mi chiedo come stà,se per caso è andato in un'altra fermata,o a farsi una visita all'ospedale,o semplicemente quella mattina era stanco,ma stamattina no,ci siamo salutati....e mentre salivo sul treno ho sentito i suoi primi arpeggi...la sua giornata stava iniziando.......poi mi sono seduta tra un muratore arabo che ancora sapeva di caffè ed una ragazza con orecchini bellissimi che sapeva quasi di vaniglia....una sorta di colazione dell'olfatto...un po' leggevo i loro giornali,un po'non  il mio libro troppo noioso .....un po' guardavo un signore di fronte a me con un vestito elegante e nuovo,che si era dimenticato di togliere l'etichetta......se ne era accorto ed era perplesso,si sentiva tutti gli occhi addosso....come quando ci si rompe le calze......ma come mai sua moglie non lo aveva notato?non sono riuscita a ricostruire molto di più,perchè mi ha distratta qualcos'altro....al mattino se si esce presto,un pochino prima,bastano pochi minuti,c'è il popolo di quelli che amano fare le cose con calma....non si trova mai posto a sedere perchè sono i più pigri che amano leggere,i più taciturni,quelli che raccontano di più osservando......borse belle che contengono portatili,camicine fresche che sanno ancora di bucato stirate un po' di corsa,scarpe impolverate di cantiere......mani consumate dalla polvere di cemento,mani con unghie laccate di segretarie che ci tengono,anche se non sanno essere eleganti  e mani trasparenti di lavori sedentari e vita molto parsimoniosa....come sono le mie?pratiche mani,mani che dipingono con tempere e pennarrelli anche di notte in ogni sogno,continuamente con colori vividissimi, rimangono sempre sporche di colori anche quando non lo sono,anche se non ci sono occhi in grado di vederlo.........
all'uscita della metropolitana immersione in questa luce grigia davvero luminosissima  color di estate e forse di acquazzone, tutto il popolo dei viaggiatori prende la solita strada,   ciascuno  la sua, e intanto un corteo di ciclisti pensionati con biciclette e divise coloratissime da corsa passa allegro per la solita  gita di allenamento, come ogni mattino alle otto e mezza....ci troviamo al semaforo....quando arriva il verde la loro gita comincia   e io entro nel grattacielo degli oracoli....
per dire “buongiorno”.

 

 

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la riunione del grande capo

 

 

oggi,nella pausa pranzo, sono andata a fare la vera spesa: ombretto corallo e rosso amaranto......... e anche due matite per le labbra

immancabili: mutande in saldo, e anche un reggiseno con le spalline trasparenti...

-queste son soddisfazioni: tette poche ma la biancheria... -

alla fine ho messo insieme la mia creavity e ho fatto il colpaccio...

splendide collanine etniche del mio particolarissimo stile"handmade"con foularini setosi abbinati ma così bene che nessuno potrà accorgersi che che in realtà il vestito da indossare è una magliettina lunga “da notte..o forse doposole

una canottiera color mattone aderente

 

pronta, anzi prontissima, per affrontare adeguatamente....  la riunione del grande capo con tutta la sua famiglia di dipendenti alla quale racconta il fascino della "mission 2010",

 

 

 

 

 

a quante ore di lavoro contribuito corrispondono questi cinquanta minuti di shopping per adeguarmi all’evento?

Quante ore a processare agreement, contratti di partner di una azienda che vende software e si chiama oracolo...?

da vergognarsi se penso che in india c'è gente con la silicosi perchè lavora nelle concerie da quando ha sei anni...nemmeno lo sanno che esistono gli oracoli.....gli agreement....i software...

anzi: peggio; sanno che esistono ma non ne hanno accesso.

E mentre loro non hanno accesso ...io entro alla rinascente e uso l’equivalente di sei ore del mio lavoro...per comperarmi un rossetto e una matita per le labbra intonarte ad una maglietta aderente....che userò come vestito “da sera” e impreziosita da una sciarpa di seta...indiana.

 

 

 

e così agghindata cercherò di essere all'altezza della situazione 

a Roma.

Sono peraltro certa che in questo caso non saranno i monumenti, la nota degna di essere osservata, ma i famosi bouffè con centrotavola di crisantemi a margherita rossi e gialli e per stare in tinta anche limoni gialli...forse girasoli...

Girasole d’estate, grappoli d’uva in autunno...

La scuola dei centrotavola sui tavoli dei buffè dei grandi alberghi allestiti per i meeting, qualunque meeting, qualunque buffè...

Sono sempre uguali...come se li facesse una sola persona

Come se ci fosse un galateo del centrotavola che impone che sia così.

 

da non perdere...

come se non bastasse....

si aggiunge il look delle manager che hanno il loro momento di vita frivola in cui devono far vedere che hanno i vestiti firmati, (perchè sono state ai saldi...dell’aoutlet di serravalle scrivia ...anche questi sembrano fatti in serie...come se ci fosse una gamma di colori di tessuti e di tagli “da saldo dell’outlet di fine stagione )

con questi tailleur color pistacchio, o salmone...assolutamente improponibili....le signore colleghe si ostentano per il grande giorno in cui tutti i dipendenti si incontrano ad ascoltare il discorso di fine anno fiscale

... sono capaci di far sembrare uscito dall'oviesse anche un completo di basile... si vestono come se fossero delle portinaie...senza però nemmeno la fantastica comodità delle ciabatte del mercato...

che classe…..

la scelta delle scarpe è il vero colpo di teatro….

Chi un po’ sado... chi un po’ gang..... le signore si trasformano in una affascinante schiera di scambiste.

 

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questa mattina è proprio estate!

 

nel senso che: sono stata svegliata da una zanzara, che vai a sapere come si è insinuata in casa........

 la mia vicina parte per le vacanze e mi ha affidato la cura dei suoi pesci....che erano i miei e che gli avevo regalato quest' inverno.....

il cielo da turchino velocemente è diventato bianchiccio......

dagli Oracoli si scorgono lontanissime le montagne di un colore carta da zucchero così pallido che potrebbe esserci anche il mare al loro posto....e Sesto san Giovanni,

la città delle fabbriche,

la città degli operai,

la “Stalingrado del nord italia”

ora la città delle fabbriche chiuse,

delle aree dimesse,

il polo della nuova tecnologia,

 diverrebbe la città più esclusiva del mondo...........

roccaforte, nella  becera padania leghista, di divertimenti balneari misti a classe operaia in mobilità......!!!

mi piacerebbe che fosse per esempio sabato e farmi un pisolino al parco.

sembra proprio una giornata ideale...brezza fresca e nuvole zero .

 

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Eccomi quì.

QUI' ALL'OTTAVO PIANO , A PRENDERE UN CAFFE' DELLA MACCHINETTA,

Tasto n° 3: caffè (liofilizzato), macchiato con latte caldo (liofilizzato);

Opzione: no zucchero

Sono quì non per il caffè...

MA PER LA VISTA:

SEMBRA UNA SCENOGRAFIA: VIEN SOLTANTO VOGLIA DI SAPER VOLARE COME QUESTE MERAVIGLIOSE MERINGHE BIANCHE GALLEGGIANTI NEL BLU' DEL CIELO....

 

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tutto,o quasi tutto,sembrava......

ieri sera sulla metropolitana ho trovato posto a sedere ed anzichè rifugiarmi nelle mie letture mi sono persa nell'osservare le persone intorno a me: c'erano tre giovani ragazzi molto giovani, molto alti e molto affascinanti: ognuno di loro con degli strumenti musicali, si avviavano a fare delle prove....il più brutto era comunque bellissimo, avevano espressioni allegre e malinconiche insieme.....ma la malinconia era come una ruga di espressione che attraversava i loro sguardi languidi, e che contrastava l'allegria leggera dei loro sorrisi....se non fosse stato per l'abbigliamento fatto di pantaloni larghi, scarpe da corsa e magliette americane, e le loro chitarre dietro le spalle, sembravano tre ritratti di cavalieri del rinascimento tre volti dal profilo nobile e austero ed i capelli composti e lo sguardo tagliente,di quelli che avrebbe amato rappresentare Piero della Francesca.
Di fronte a me c'era una signora anziana , e contemporaneamente senza età..:aveva i capelli del colore della carta e la pelle a grinze come quella di una tartaruga....sembrava una tartaruga che indossava orecchini di giada.....
In seguito sono saliti due giovani uomini amanti, uno dei due era un africano ed era così alto che sembrava che le sue lunghissime braccia e le sue altrettanto lunghissime gambe avrebbero potuto essere fragili come quelle di una gazzella...ma anche la sua eleganza era la stessa....una gazzella con i pantaloni dal cavallo basso.......
In piedi di fianco a me c'era un impiegato dai capelli color castano chiaro, e anche la pelle chiara così come i suoi occhi dietro a delle lenti di occhiali piuttosto spesse......e una giacca e dei pantaloni e la camicia tutto intonato con i colori del suo viso......sembrava il personaggio dell'impiegato del romanzo del processo di KafKa, anche nel suo lievissimo sorriso un po' smarrito..
Alla mia sinistra c'era un bel signore con barba e capelli grigi quasi bianchi, e occhiali ovali color metallo che sembrava proprio Freud.....e se non fosse stato per il coccodrillo sulla sua maglietta, davvero  suggeriva una somiglianza vezzosa anche nell'abbigliamento un po' desueto......
alla mia destra c'erano due giovani arabi; non giovanissimi, completamente presi nello studio dell'alfabeto europeo....insieme guardavano su un piccolo quadernino completamente consumato, le parole scritte e le confrontavano sui loro foglietti stropicciati riprovando a riscrivere ciascuna lettera...imitandone i suoni, correggendosi tra loro....
erano così assorti e concentrati in questa occupazione da non accorgersi nemmeno di quanto il vagone fosse affollato, e del rumore, e del passare delle fermate.....
per loro era tutto veramente dentro a quel piccolo mondo di suoni, biro che scrivono male, vecchi foglietti....
nulla che sembrasse.....
Il cielo al mattino in ottobre sembra la rappresentazione dell'infinito....assenza di colori e di profondità.
Il cielo sembra che chieda tutta la fede dell'universo per esistere......

 

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come le oche migratrici

questa notte ho dormito dieci ore...
il cielo era così buio, questa mattina , all'ingresso degli oracoli, che i lampioni erano ancora accesi......

l’estate è finita, le giornate si accoirciano e in questi giorni si nota sensibilmente.
mi  faccio coraggio con un grande sforzo di volontà

uno sforzo di volontà per entrare e combinare le solite cose dell'ufficio; quelle sembra non conoscano le stagioni, gli equinozi e i solstizi,

il passaggio brusco da caldo a freddo, quest'anno, quasi impedirà alle foglie delle edere e delle viti di diventare rosse....

ma mi ricordo.

mi ricordo quanto fosse bello l' Oltrepò in questo mese:

oltre quelle strisce di nebbia che si addensavano a metà di alcune colline, portate dalla brezza notturna;

oltre le zolle umide che avevano riflessi lucenti di creta che sembrava bronzo;oltre l'odore di mele appassite cadute dagli alberi, le ultime,che assumevano il colore di pietre  ferrose;
oltre i profumi di funghi che salivano dal terriccio umido dei boschi....
il profumo del corpo della terra......

oltre...oltre....
quest'anno ci sarà questo? sicuramente ci sarà....anche se dal grattacielo non si potrà magari sentire così bene.....
l'Oracolo non vede e prevede

è luogo della vista e dell'immaginazione....
è luogo dove lo sguardo vola esattamente come le oche migratrici che attraversano il cielo in questi giorni....dalla gravità inavvertibile, leggere, perfette.......

 

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la giornata di lavoro ha gli stessi gesti per tutti.


“giornatina pioggerellina”

quì dentro al grattacielo, è come stare sospesi nel limbo: quasi quasi mi dà gusto.....

dunque:

di fronte a me, di fronte alla vetrata del quarto piano dove "abito", c'è un palazzone di quelli alti stile "di quello stile di quando si costruivano i casermoni"....ha di meglio però che chi lo abita possiede il balcone e tutti, ma proprio tutti, si sono costruiti delle autentiche foreste di alberi , rampicanti, fiori e piante tropicali......forse per coprirsi dall'incombere dei tredici piani di cielo riflesso dai vetri specchianti degli oracoli....
ma stamattina oltre alla pioggia è una giornata anche piuttosto buia....di quelle che si intonano col colore dell'asfalto,

e della terra.

Sarà a causa della luce che proviene dal cielo plumbeo, ma i colori oggi sono quasi dei non colori, quasi degli odori, quasi una consistenza di vapore che sale dalle zolle e si mescola con la guazza dei prati;

oggi ogni materia si mescola e tutto sembra ancora imperfetto.....come quando si inizia a colorare con gli acquarelli e si decide di procedere con velatura sulla carta ancora bagnata...e c'è un momento che sembra quasi di perdere il controllo dei colori....è questione di pochi minuti....è solo un'impressione che slittino sulla carta....quando la carta andrà tendendosi un poco ogni colore avrà la sua trasparente forma, il suo volume......ogni colore diventerà una descrizione......
ma questo palazzo di fronte invece  è così vicino e imponente come un massiccio di montagna..e con questa assenza di luce a quest'ora le case sono ancora illuminate dall'interno....camere da letto con le finestre spalancate.....bagni che si accendono di luci più o meno fioche.....la giornata di lavoro ha gli stessi gesti per tutti.....vorrei entrare in una di quelle cucine a prendermi un vero caffè....so che sicuramente è buono, profumato, dolcissimo....e magari una radio accesa che racconta le notizie del mondo che non è solo fatto da queste velature di grigi che quasi sembra invece che avvolgano tutto.....
guardo il monitor....la luce più luminosa che c'è...un'altro piccolo mondo......

 

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in assoluta armonia....


....quì qualcuno ha portato in ufficio la macchinetta per fare il caffè, e si è sparsa per tutto il piano un fragranza deliziosa......voglio quasi ri-azzerare tutto e fare finta che stò svegliandomi adesso.....
 finalmente: gli oracoli che quasi sembrano accoglienti come il bar di fronte alla stazione di Roma termini....

L’arrivo in quella stazione era un mito….

maritozzi tiepidi con crema, caffelatte, cioccolate calde e quel rumore continuo della macchina che macina il caffè, il rumore delle tazzine, e dei cucchiaini.....cancellano la stanchezza di qualunque lungo viaggio, e la fragranza del caffè porta via qualunque sapore di treno dalla bocca, dai vestiti, dagli occhi, dalla stanchezza ....

le giornate che cominciano alla stazione, qualunque ora del mattino sia, hanno sempre questi colori mitemente allegri di giornata di sole anche se diluviasse.....

e non è solo la luce del bar della stazione, che riflette la carta col,orata delle scatole di cioccoilatini della vetrina....delle bottiglie di sambuca dietro al bancone che separano il lavandino dalla grande faema...che sembra lei stessa un compromesso una miniera, una stazione, un treno, .....

hanno sempre l’allegria dell’arrivo.....della partenza... dell’esilio che finisce o che si sceglie

l’allegria del cambiamento

hanno tutto questo mulinello di sentimenti dolci amari caldi forti riassunto nel profumo nell’aroma del caffè che viene girato con sapienza...affinchè anche lo zucchero abbia il suo ruolo....nel palato, nelle orecchie, fin dentro alla valigia che intanto è posta lì...di fianco ai piedi, come un fedele cane da guardia, in attesa.

 


se dovessi descrivere la giornata, come si presenta, adesso, potrei solo dire che ha dei colori pastello bellissimi.....di quando l'autunno ha la sua fierezza....

le foglie degli alberi dei terrazzi degli ultimi piani del palazzo di fronte sono un complicato intreccio di gialli aranciati e ocra......accostati a rosso rubino di edere e verdi rosati di arbusti ...
una signora sbatte un tappeto...questo è il lato soleggiato al mattino...quale allegria entra oggi nelle sue stanze...tutti i colori più belli, con i quali sarebbe delizioso intrecciarsi un maglione caldo e mimetico  per fare passeggiate lungo i pendii di una montagna, oppure di fianco all'argine di un fiume...un fiume che in una giornata come questa è anch’esso indeciso se riflettere l'azzurro mite del cielo, o i bruni della terra, o i verdi scuri e i gialli degli alberi.....qualche foglia secca arancione è portata dalla corrente dell'acqua.......nemmeno il pittore informale più audace ha mai pensato all'accostamento di tanti colori così arditamente diversi...

eppure in assoluta armonia....

c’è da riflettere.

lo scorrere dell'acqua riflette i colori ed una grande calma.

Il profumo del caffè mi riporta alla stazione di roma...e subito dopo mi riporta in ufficio: oracle, quarto piano; la stampante vomita fogli rumorosamente, qualche collega impreca prima di iniziare una conference call.

 

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vorrei essere un baobab:

un grande albero che osserva la savana calda...offrendo ombra a gruppi di leonesse con i leoncini nelle ore più calde, un ramo per il riposo di un leopardo molto pigro; un tronco forte per poter sfregare le lunghe zanne di una elefantessa; gemme tenere per una timida giraffa;radici profonde intorno alle quali scavare tane per piccoli roditori....

vorrei essere un baobab nelle giornate calde di sole,nelle notti stellate,nei tramonti con le nuvole scure e il cielo rosso,nei temporali senza lampi.....

vorrei essere un baobab,

vorrei essere l'africa.....

vorrei essere la bellezza che è in tutto

 

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andare a fare.
 

cielo color nebbia,

temperatura rigida,

forse un grado.

città ferma.
ho sentito della linea bloccata.....

no, nessun problema che mi riguardi direttamente ....era su un'altra linea.....la verde...... cavi tranciati,

venerdì scorso si era già fermata perchè qualcuno aveva pensato di chiudere così la sua esistenza.....facendosi schiacciare da un treno della linea rossa.....

tornavo a casa e ci pensavo.....perchè spesso io ho pensato  a chi sceglie come suicidio di buttarsi sui cavi ad alta tensione mentre passa il treno...:

”che cazzo di morte”

 una morte sempre scartata...in effetti non si può lasciare questo mondo senza pensare che qualcuno ti tirerà i malanni dietro perchè stà arrivando in ritardo,
” di te non sa nulla...invece del suo mancato appuntamento sì....e cosa pensa?”

 io riflettevo su questo.....e mi dicevo, come al solito, che se proprio bisogna lasciare la vita, bisognerebbe prima lasciare tutto il resto che è connesso con la vita ma in maniera “gentile”;...e invece un suicidio coinvolge sempre in un a maniera un po' deformata......anche giustamente........

senza gentilezze.

Rende quasi meschini il pensare con sollievo che “l’incidente è sull’altra linea...e la cosa non mi riguarda”

La disperazione di un cittadino che abita nella mia stessa città....contemporaneamente alla mia vita...lo ha portato a questa scelta.

Ha portato lui a scegliere di buttarsi mentre io leggendo un libricino penso chje la cosa non mi riguarda e invece mi riguarda moltissimo...anche se arriverò in ufficio puntuale...quel cittadino sconosciuto n on dovrebbe essermi straniero ...viviamo insieme e chissà cosa c’è che manca e cosa c’è di troppo..e chissà perchè tanti “ se” si presentano senza poter essere risolti...tanti quanti siamo ogni giorno ad entrare ed uscire da questa metropolitana.

 

Ci si sente solo in balìa...in balìa di qualcosa al limite dell’ inconsistenza...quasi trascendente;

la metro è veloce: non consente domande che richiedono riflessioni lunghe e inconcludenti

La metropolitana è il mezzo del lavoro serve ad andare a fare.

 

 


mentre tutto il traffico di cittadini lavoratori era in attesa di sapere cosa fosse successo e cosa si dovessse fare per poter andare mi sono ricordata anche che stanotte ho sentito il terremoto…..

chiacchieravo con un mio ex collega col quale ero uscita a cana e poi eravamo rientrati a casa per finire di raccontarci....

ci eravamo conosciuti ai tempi in cui superprecaria co.co.co. facevo l’intervistatrice...come le quasi-laureate straniere, o le appena divorziate con “una certa età”....

insomma quelle che non posson ritenere di avere i titoli per entrare nel mondo del lavoro raccontando chi sono...fanno interviste telefoniche...dove, perlomeno, la prima cosa che possono dire è il  nome e cognome e che il loro splendido avvenire è ormai alle spalle...anche se fosse una neolaureata..... il fatto di stare lì....fa comprendere che ci sia un qualche problema...una china che sarà impossibile da risalire... una sconfitta senza possibilità di redenzione.

io ero neodivorziata a quarant’anni, il collega stava scrivendo la la tesi da dieci anni.....

eravamo oltre al fallimento...forse semplicemente cercavamo di stare a galla.

Mese per mese.

...ed abbiamo avvertito l'effetto di uno spostamento d'aria intensissimo....no, non era il solito sussulto di porte delle correnti d'aria, e nemmeno il passaggio di fantasmi....la libreria del corridoio si è spostata e poi, qualche secondo dopo, con fragorosi scricchiolii, è tornata a posto.......noi sorridendo ci siamo detti della paura che prende.....ma intanto sorridevamo....l'essere sicuri che un terremoto a Milano non ci può essere, fa sentire tranquilli anche se crollassero le case a fianco....

in questa grande città, sono altre le paure , altri ricordi......attentati, terrorismo....suicidi in metropolitana; di questi tempi.

lì senti lo spavento angosciante che contagia stato di ansia....
 

 
come tutti gli anni c'è un passaggio di temperatura molto fredda...come tutti gli anni...alla fine ci sono passaggi di correnti  che sono sempre gli stessi......poi, a Dicembre l’inverno è di nuovo mite fino a gennaio: un inverno gentile.

Ogni anno è così

tutto sovrapponibile. più o meno,

e questo, a parte il desiderare un inverno eterno,

mi immalinconisce...

come sarà questo natale in cui mi sento di essere ancora più sola? non sono sola, lo so, natale è solo un giorno come un'altro....

sono sola, e natale non è un giorno come un altro.

Non esiste aiuto.
Intanto, devo cercare fare un po' di ordine, nella vita e sulla scrivania.
 




(Quella testa di gallina della segretaria , sarà pure una gran bella figa...ma è proprio una testa di gallina… da una settimana le ho chiesto di aiutarmi, farmi vedere come si fa, anzi di fare lei, il  “reciving" del monitor del computer...e lei mi dice che non ha tempo.....ma questa attività... “è” parte del suo tempo !!! …..sarà bella, ma non ci arriva!!!! )

 

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arcobaleno



incredibile!

dietro ad un colore grigio compatto come un tessuto di lana spessa, un raggio di sole che chissà da dove è filtrato, ha colorato d’ oro le case di fronte.... un paesaggio quasi orientale......ed è comparso magicamente un arcobaleno che attraversa le vetrate da una parte all'altra dell' orizzonte.....chiudendo come una volta tutto il cielo...
proprio mentre stò scrivendo,stà progressivamente svanendo, svelando così un fondale di nubi con grumi più o meno densi, grumi di celesti limpidi e biancastri come se fossero fatti a tempera.....
che fortuna poter vedere......

 

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non trovo molte distrazioni....sono circondata da vetri attraverso i quali vedo
cadere la pioggia....e questa pioggia, che quì è così triste, sarà pure neve in
alta quota, quella neve così allegra....ma quì è solo una pioggia pesante di grigi, di inquinamento, di cieli senza orizzonti, nebbie monocrome, umidità nelle ossa.

densa e fredda.

 ....pioggie in pianura, nevi ad altya quota

Così è scritto alla pagina del meteo memorizzata fra quelle preferite del pc aziendale.

In qualunque mese nevichi...la neve sembra sempre connessa col natale.....

Con quegli odori, quei sapori, quei colori.

ricordo dei natali con la neve che trasformano le strade in un succedersi silenzioso e metafisico di scenografie da teatrini  incantevoli, dove il bianco è il fondale per le strenne luminose e, come presepi, qualunque ora sia, nella memoria il cielo è stellato e attraversato dalla cometa ..

quelli sono i natali con la neve che il mio ricordo colloca nello stesso periodo in cui ero alla scuola elementare...e il precipitare dei fiocchi era una distrazione alla quale si arrendeva anche la maestra che, dopo un’ora che ci osservava controllare gli alberi, i tetti e i prati, ci concedeva di uscire a correre e giocare con la neve
questo dicembre invece, mi immalinconisce solo all’idea che possa nevicare, come se non fossi pronta ad affrontare quella spensierata allegria infantile che la neve sa esercitare.

penso a certi natali che addirittura trascorrevo in montagna...

ed era bellissimo camminare di giorno, con la neve; un po' scivolando e un po' pattinando su quella patina vischiosa......, e vedere tutto attraverso i fiocchi bianchi diventare
bianco......
ed era bellissimo camminare di notte, con la neve; e vedere attraverso tutti quei puntini
bianchi fitti fitti il buio più buio....e tutto questo mi metteva talmente
allegria da aver voglia di stare lì, fuori, a guardare, a prendere freddo, e
mangiare un po' di neve appena caduta raccolta da una staccionata.....e sentire
i piedi scricchiolare mentre sprofondavano dentro a tanto freddo ghiacciato...

così freddo da non sentire freddo....


tutto già pregustando le coperte di piuma....anche le piume erano bianche come fiocchi di neve....ma caldi.

 

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come i contratti atipici.

 

 

 

oggi gran neve a sesto san giovanni....

voglia di fare: nessuna voglia,

nè di fare nè di non fare.

Forse un pochino di ansia nell'attesa della fine dell'anno.

Ho spedito qualche mail, e non ho ricevuto risposte, la cosa oggi mi ha irritato un poco, come parlare con qualcuno che sospetti non abbia nemmeno voglia di ascoltare.

"Il fioraio che lavora all'angolo di casa è più educato....se lo saluto quantomeno risponde....”

Mi sono detta fra me mentre salivo le scale, dopo essere stata all'ufficio del pianterreno per far inviare dei pacchi con il corriere....

Me lo sono detta quasi con un bitrignao come una signora un po’ petulante, di quelle d’altri tempi...quasi come se io stessa non appartenessi a questa attuale male educazione di non sottomettermi alle relazioni con un filtro che sia sempre formare, a indicare lo stacco culturale rispetto ad un approccio istintivo.

Anche io sicuramente non sento l’obbligo della cortesia che pretendo.

Lo so: non sono una persona cortese.

Non sento l’obbligo della forma.

Eppure mi sorprende il declino dei modi di fare così superficiali, sento che nascondono un pericolo, che solo fra qualche anno sarò in grado di valutare a fondo.

Fra qualche anno sarò certa che un contratto di lavopro atipico è figlio di una risposta data male e tutti e due sono figli di una logica anaffettiva delle relazioni, e che tutto, quando è ridotto nei termini di costo opportunità....perde di vista un insieme, un pensiero senza tempo e responsabilità nei confronti del tempo non è un pensiero eterno...questo un’artista dovrebbe saperlo.

E difatti sento che qualcosa mi ha messa in pericolo, nonostante goda di un contratto “a tempo indeterminato” .....

Sono un’impiegata di ultimo livello eppure mi considero e vengo considerata, una persona che gode di privilegi che sono insostenibili.

Al momento quindi mi limito al mugugno di una serie di risposte via mail che non mi vengono inviate....sono solo una perdita di tempo.

E se l’uomo ha la sensazione di perdere anche il tempo...sono certa che sia un grande guaio.

 

 

.... intanto...l’anno finisce....

avrei voluto organizzare molto accuratamente qualcosa, e invece c'è ancora solo qualche ipotesi molto vaga.

mi sento un po' in preda a un pensiero malinconico...

L'ho sentito sfiorarmi ieri sera, proprio mentre spegnevo la luce.

"non c'è più nessuno da amare"

so che non è vero, ma so anche cosa significa.

Quello che ho scelto di amare non c'è più

Un pensiero che va a coloro che se ne sono andati, per sempre.

La fine di un anno bisestile, fatto di –tanti- giorni dispari porta a riflessioni definitive.

Un pensiero pesante pesante pesante sembra quasi contraddire la leggerezza dei fiocchi di neve, che invece , come coriandoli, vengono trasportati dal vento.

Un pensiero rivolto al passato,

il passato: viviamo e intanto costruiamo il passato.

o-meglio-per dargli una forma e un senso...per renderlo “racconto”.

Un tempo si diceva così;  e noi rispettavamo i nostri vecchi nonni e i nostri genitori perchè avevano un passato in cui progettavano qualcosa e col passare del tempo costruivano...poi c’erano gli imprevisti, le crisi, le guerre, i lutti...e anche questo era parte di una storia ....

cosa è accaduto per poter faticare nel trovare le costruzioni anche nel passato?

Mi sembra che , anche il passato sia pregno anch’esso di precarietà...da non trovare un modo per trasformarsi in una storia stabile, dove le cose sono successe e da quelle cose ne son scaturite altre.

Precari anche i ricordi di quanto appartiene al passato...volano come coriandoli...come fiocchi di neve...come i contratti atipici.

Non riescono a declinare un verbo...sono sempre presenti...in fieri.

 

Guardo fuori dallle finestre del grattacielo,

Neve e neve, ancora neve, sembra che smetta per qualche minuto e invece riprende come se fosse una vera tempesta.

Si attorciglia intorno ai pilastri del grattacielo, osservando l’esterno dalle finestre sembra di volare.

neve, e grigi sopra a grigi e ancora grigi.

il cielo è dello stesso colore dei fiocchi di neve che sono talmente fitti da sembrare nebbia.....

Il vento sibila e si sente attraverso i vetri sui quali restano appiccicati i fiocchi di neve.

se vedessi per strada passare una slitta con una muta di cani penserei di essere nella periferia di san Pietroburgo,e la cosa non mi stupirebbe, considerando che sesto san giovanni era soprannomiminata la "stalingrado" del nord italia.

 

 

"che tu sia per me il coltello"

ho comperato questo libro attratta dall’ eleganza del titolo.

l'ho letto...cercando di superare il fatto che mi sembrasse un po' affettato....

tratta di un rapporto epistolare non corrisposto.

La giusta compagnia per le mie trasferte ufficio casa casa ufficio.

"manca di crudeltà...”-ho pensato leggendo-;

pensando che al riguardo ne sappia abbastanza da poter anche dare un giudizio oggettivo.

ma è difficile descrivere la crudeltà...la crudeltà necessita un lessico normale, ma ci vuole moltissima ironia......ecco: lì è la crudeltà.

la crudeltà stà tutta nella normalità che solitamente non si esprime descrivendo un fatto doloroso, con però qualcosa che manca e che diviene in eccesso

la crudeltà è un paradosso... avrei dovuto spiegare questo a mio figlio...poi, avrebbe potuto cavarsela da solo....

 

 

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ventre, sangue e liquami che fanno cattivo odore.

ossa, muscoli, cervello...e ancora carne, carne,carne,

pancia, mani sporche, unghie rotte, alito al mattino che sa di cena della sera precedente, aria nella pancia, scarpe infangate, colletto della camicia non troppo pulito, peli di cane, un sasso nella tasca.

l'anima è im-perfetta.

Come quella di tutti i compagni di viaggio della metropolitana.....topi, stanchi fin dal mattino, in una galleria.

 

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ecco dove mi trovo

....

”Osserva la terra argillosa di un campo arato al mattino presto, all'alba...osserva quella terra nera e asciutta  dopo un autunno non piovoso e dopo una gelata....

osserva quella terra con una lieve patina argentata sulla sua superficie scura, lucente, che riflette la luce della nebbia di una notte limpida e stellata;
Prendi un pacchetto di sigarette vuoto e  accartoccialo, e osserva come riappoggiandolo sul tavolo; non è possibile che torni alla sua forma originale, e che scritte e colori della sua superficie sono illeggibili...
Abbi il coraggio con una mano di entrare, attraverso l'ombelico, dentro alla pancia, tirare fuori tutte le viscere che fumano, ed hanno anche l' odore di sangue; e trova lo stomaco duro come una pietra e il cuore che batte con un ritmo preciso e convulso insieme....terrorizzato da tale intrusione e contemporaneamente disponibile a ricevere una carezza......
Guarda bene il cielo di una giornata limpida di febbraio, così limpida da creare disorientamento sulla nozione delle stagioni, guarda quel rosa  che invece è tenero azzurro simile alla pelle vetrosa di un neonato, di quel colore di mollusco morbido e tenero che mai ha visto e sentito l'aggressione del sole, e  che ancora non ha consapevolezza, quella pelle tenera è fragile e profumata di latte come un biscotto di pasta frolla; di quanto la luce sia un elemento superbo su qualunque superfici; anche la più inconsistente; anche per l'aria; quel colore di pelle di neonato rosa attraversata da capillari azzurrini che sono una velatura, un presentimento di sangue che palpita”

....
in questo stato di indescrivibile confusione emotiva: ecco dove mi trovo.
Il grattacielo degli oracoli è una superficie riflettente di nubi che lieve oscilla al vento prepotente, vento che trasforma queste giornate che fino all'anno scorso io conoscevo come fredde giornate di nebbia e di neve e di sogni

E mi sentivo sotto a coltri di piume....queste giornate di vento freddo e vento che asciuga lacrime invisibili ma che fanno venire il mal di testa......


ecco dove mi trovo: in una scatola di cielo che riflette cielo, che si arrampica nel cielo e che oscilla nel cielo.

 

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Guardo il calendario e penso a quell’oggi di un anno fa.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Dove erano le montagne quella mattina di un anno fa?

Dalle vetrate del grattacielo degli Oracoli l'aria da grigia divennne progressivamente di un colore celeste chiaro chiaro...le nuvole sembravano una leggera velatura rosata...sarebbe stato  quasi impossibile dipingere tanta leggerezza: forse neanche con gli acquarelli.

Dietro alle case avrebbe potuto esserci il mare; non ero io che non volevo vedere; era proprio l'estate che stava arrivando; venti giorni al solstizio;

Ogni mattina mi alzavo presto,e arrivavo in ufficio presto, solo per la voglia di accendere il computer... scrivere è stato quasi un grido per riuscire a respirare meglio,

è stato un bisogno,

è stato un piacere. ...

è un mese caldo, anche quest’anno; insolitamente non troppo piovoso.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Tanta somiglianza ...vorrei poter osservare tutto e poter descrivere la differenza quasi impercepibile di tanta somiglianza....

Non è solo un tragitto quotidiano abitudinario al punto da creare dei comnpagni di viaggio di cui non si conosce il nome ma il viso diviene familiare.

Non è solo quello

Ogni viso è una storia...non tanto la sua-che non conosco- ma quella che io indovino semplicemente osservando le mani, l’abbigliamento, la pelle, i libri che hanno in mano, il saluto al cellulare.....il racconto con l’amico o collega: “ come va..tutto bene ...cosa hai fatto ieri...come stanno i figli .....a che punto è il trasloco.... ho comperato l’auto nuova con un buon finanziamento...il prossimo finesettimana dicono che piove...se avremo i soldi andremo in ferie sul mar rosso...questo mese ho speso troppo”

le mie orecchie ascoltano i discorsi fatti dalle  persone, fatti da soli, con il cane, ad alta voce, fatti dentro alla mente...

in qualunque lingua: italiano, spagnolo, ucraino, bosniaco, russo, portoghese, tailandese, cingalese, arabo, nigeriano...

allegrie e preoccupazioni straripano da ognuna di queste sagome animate senza nome ma piene di vita.

Gente; gente ovunque...e basta poco perchè diventino persone.

Osservo  i libri che leggono al parco, i giornali sulla metro, i sacchetti della spesa alle fermate del tram, o lungo la strada; cerco di guardare cosa c'è dentro: cerco di decifrarne il contenuto per poter immaginare la cena della sera,  se sarà in compagnia o in solitudine, ricca o vegetariana, frettolosa oppure non sarà nemmeno una cena, ma semplicemente un'ubriacatura a stomaco vuoto; se i bambini non avranno più fame perchè lungo la strada stanno mangiando troppo di quello che è stato appena comperato...

Osservo le loro letture, i loro silenzi pieni di parole, i loro discorsi spesso poveri di idee importanti...creature che riflettono come specchi la precarietà dell’esistere...eppure nessuna di queste sembra curarsene.

ognuno ha un odore, ognuno ha un colore di occhi, un taglio di capelli più o meno curato; si capisce se vive di fretta oppure se ha tempo o denaro per un parrucchiere,quanto è insicuro, quanto il lavoro che fa gli richiede di curarsi, quanto abbia tempo o voglia di farlo, quanto ne sia capace...e quanto può spendere per qualunque vizio decide di concedersi: un orologio,un tatuaggio, una camicia alla moda in saldo.....

come per i sacchetti della spesa: latte, pane in cassetta, vino nel cartone, dolci confezionati, poca frutta.

Nelle mancanze.

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Un anno trascorso nel tentativo di dimenticare di nuovo progetti, desideri e aspettative;

forse ce l’ho fatta: alla giornata; come un cane randagio, che gode di un'ora di sole in inverno.

Un’ ora di sole che scalda il cemento del marciapiede fra due case

Soffrivo di mal di testa continuamente, tutto il giorno; qualche chilo di troppo mi faceva sentire sempre dolore alle ginocchia:

non riesco  a pensare a niente, come se il pensare al senso sia un privilegio che non posso permettermi, cose da fortunati che grazie ad un aiuto...hanno ottenuto “un posto”

 

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

Mi sembra di avere ancora poco, e di darmi ancorapoco.

Non è cambiato nulla.

Sono la stessa.

 

Poi, mentre mi avviavo all’ingresso del grattacielo ho osservato una casa di quelle come tante che casualmente una sera divenne invece una casa particolare...con una storia

Anzi: un insieme di storie intrecciate.

con una mia amica con la quale ho trascorso la scorsa estate molto tempo..

-perché due anime perse stando insieme credono di darsi un po’ di forza….-,

 eravamo andate a casa di suoi amici a mangiare :  ospite brasiliana, cucina brasiliana; tanti bambini, mariti rientrati dopo aver finito il turno di nottte di lavoro di pompiere: dietro a quei lavori già di per sè avventurosi che garantivano la sussistenza in maniera non monotona, in realtà erano tutti attori e clown di mestiere.

Cena sul balcone di una palazzina di un quartiere residenziale abbastanza recente, quei quartieri  di case a tre quattro piani con  il giardino comune molto ben curato, tutte le siepi a forma di palla con le gemme verde chiaro che struggevano gli occhi da tanto rigoglio e da tanta forte tenerezza ; un piccolo quartiere residenziale circondato dalla campagna lombarda che, al termine della primavera prepotentemente lussureggiante e piena di odori.

Eravamo state accompagnate fin lì, da un altro suo amico, clown anche lui, conosciuto  da me il giorno prima; quando eravamo andate a trovarlo nella sua casina in una traversa di sesto san giovanni, a pochi metri di distanza, appunto, dal mio attuale ufficio.

Con osciuto,  anzi, meglio dire ri-conosciuto: lui, difatti, aveva fatto uno spettacolo “ a cappello” il precedente  primo dell’anno lungo via Dante, e lo avevo visto lì….quel giorno  mi trovavo insieme al mio compagno di allora..

Una grande passione finita tragicamente, ma quel giorno, quel primo giorno dell’anno, ci eravamo svegliati tardi...e tutto ci sembrava perfetto.

ci eravamo alzati tardi ed eravamo andati a spasso come le coppie, tutte le coppie che vengono in centro dalla periferia...immersi nella confusione, nel freddo nel profumo di gnocchi frittio e anche nell’ allegria di essersi svegliati all’inizio di un nuovo anno.

Verso l’imbrunire ci siamo attardati a guardare  quell’esibizione di clown e io gli avevo fatto delle foto  che li ritraevano insieme in uno spettacolo improvvisato con il pubblico, foto che adesso non oso nemmeno tornare a guardare, nel timore di essere risucchiata da ricordi ancora dolorosi.

Ed eccomi, dopo sei mesi da quel primo dell’anno,a casa dello stesso stesso clown, che abita a pochi passi dall’ufficio dove proprio in quel capodanno per la prima volta ero andata per fare un colloquio.

Stesso clown anche se senza trucco;

stessa pianola…stessi oggetti visti per la strada in quella fredda giornata....

Stesso clown che poi scoprii, chiaccherando, essere anche amico una mia collega

adesso mia amica.

Ed ecco che tante storie indipendenti si incontravano per caso e diventavano una sola, almeno per pochi istanti.

un anno fa, su quel balcone della casa nella campagna lombarda, osservando il cielo divenire verdastro nel crepuscolo caldo e umido, pensavo che fino a due ore prima mai avrei immaginato un intreccio simile; e questo mi aveva sorpresa....

così, mi era  sembrato quasi piacevole da sussurrare a bassa voce:

“mai avrei immaginato”;

 bassa voce che solo l'animo leggero del clown sentì e chiese.

Chiese spiegazioni con lo sguardo.

Un anno prima

 prima di quel capodanno, tutti quegli intrecci sconosciuti non sarebbero stati nemmeno immaginati, ragionati, ma nemmeno avrei sospettato che sarebbe stato importante pensarci;

Gli amanti non hanno bisogno di niente.

 

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”qualche distrazione...ci mancherebbe....”

 


 Alla fine di maggio succede questo: in Oracle, come in molte società americane, nelle corporazioni -come questa-, finisce l’anno.

L’anno fiscale, ovviamente.

anno nuovo, vita nuova....attività nuove. Cambia tutto.

 

sono stata come un  cane abbandonato, senza collare e senza medaglietta.... senza il microcip sottopelle....un po' randagio ....
e "con le orecchie abbassate ed arruffate", come ha detto il mio collega..."ci sono passato anche io !!!!"

 

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una bella novità agli oracoli, di quelle che sembrano fatte apposta per sentirsi autorizzati a non fare un cazzo...

nonostante tutto mi accorgo di quanto bene mi sia integrata nel mio stato di impiegata di ultimo livello....mi fa stare bene l’idea di andare a lavorare e che il mio lavoro, per un giorno, sarà quello di non lavorare ma attendere...

certamente sono un soggetto che non farà carriera.

Questo però non mi impedisce di godermi questa bella giornata e di pensarla come una scolara che bigia la scuola

Il giorno  prima della lexio brevis...e questo “prendersi il meglio ...cogliere l’attimo...”la fa sentire molto leggera.

 

Lo scorso giorno, a seguito dell’ennesima mia lamentela perchè il pc continuava a “bloccarsi”, mi hanno detto di aprire un tiket per farmi cambiare sistema operativo.

il che significa: tolgo win2000 e metto xp...beh, fin quì pare mica tanto male...ma significa: “ togli i dati dai dischi fissi.... back up...rimetti i dati...”

"daccordo; e i programmi?"

"Quelli li devi ri-installare tutti"

"tutti? ma io non lo sapevo fare prima e non so farlo neppure adesso!"

silenzio: che significa: silenzio.

ovvero: mica posso stare in eterno col mio pc col nuovo sistema operativo ma spento...prima o poi dovrò ricominciare a lavorare...e ci sarà pure qualcuno che è abilitato nell’aiutarmi “

!!!

.....

quel silenzio significa: “vedrai che prima o poi li riinstalli...non preoccuparti!”

 Non so come andrà a finire...ma certamente sarà come bigiare a scuola.

sarà anche una bella giornata , sarà anche l’ultima della settimana, sarà piacevole godermi la sindrome dell’impiegata in attesa dell’ultima mezz’ora in  ufficio per pensare a quello che deve fare dopo.....

quel silenzio è una bizzarra interruzione.

Che non so quanto potrebbe durare...ma niente mi mette fretta.

Certo...mi ricorda la bizzarra inadeguatezza del mio lavorare in questa azienda di informatica che vende licenze per uso di programmi e tutti quelli che ci lavorano...vantano la loro passione per l’uso del computer.

E io non so nemmeno dove salvare i miei dati e solo l’idea che dovrò ri-installare le applicazion i che mi hanno dato in dotazione...mi fa venire voglia di cancellarmi dal mondo con la gomma come si fa con un segno sbagliato sul foglio di carta.

 vorrei in questo momento avere un bel lavoro da...lap dancer!

ma anche quì..ci sarebbero da installare: almeno due taglie di tette.... dieci chili di meno....dieci centimetri di più di altezza...e quella faccia da troia che la dà e poi invece non è detto...e mica viceversa!

 

Venerdì.

senza pc e senza il fisico da lap,

bella giornata, mi sembra, dopotutto.

silenzio: che significa: silenzio.

 

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un acronimo che significa:"pagella"

 oggi che c'è di nuovo agli oracoli?
P.M.S.
performance management sistem
è un acronimo che significa:"pagella"

 

una procedura ereditata dall’organizzazione del lavoro I.B.M.

e che a tutt’oggi non c’è azienda che voglia chiamarsi moderna che non utilizzi, sebbene ciascun dipendente la considera solo una gran perdita di tempo, e quindi viene vissuta come una delle più faticose incombenze da espletare durante l’anno.
il sistema prevede una valutazione annuale : tutti i i manager vengono formati affinchè imparino a fare queste valutazioni...ogni livello a quello a lui più basso...e c'è tutta una bella mappa fatta di slide e  infine un disegno schematico che rappresenta una serie di montagne in salita in cui si segna, con un piccolo ciclista, a che punto si trova il soggetto da valutare rispetto agli obbiettivi prefissati.. a metà, in cima, o non ci sono stati progressi:”aree di miglioramento”,vengono definite con grande garbo...e poi c'è in ciascuna cima della montagnetta , al vertice, una bandierina,... poi una breve discesina e di nuovo un'altra collinetta ....
insomma....tutta l'attività di lavoro è riassunta come se fosse una gita in brianza!
ora  la montagna, quella nessuno la smuove..
.....e i miei polpacci...come la mano... la bella mano che ha sempre fatto velature all'acquarello più che perfette, la mano dell’artista che ha sempre superato il virtuosismo con sensibilità autentica…....così risultati così perfetti che non sembrano nemmeno di maniera...

e i polpacci:

i polpacci parlano da soli,
i "polpacci divini"......quei polpacci e quelle gambe fatte solo di muscoli, che hanno spinto la bicicletta per centinaia di chilometri fino a trasformarsi in una macchina potente non femminile,quasi non umana….
se  facessi io, le slide, ...beh...sarebbero tutte fatte con accostamenti di colorini deliziosi...come  i miei fogli excell , colorati come prati fioriti, e cambiano tonalità ad ogni cambio di stagione..quei fogli non solo sono precisi come ricami, ma hanno qualcosa che prima mancava; quasi un senso di armonia che li rende più facili da consultare….
così il mio capo dell'anno scorso, ad un certo punto, arreso a questo insolito, eccentrico, talento, mi chiedeva di fare una lista che "fosse anche bella da vedere"...
la mia manager alla quale son stata assegnata quest’anno, invece, la nuova manager del mio gruppo, quando le ho chiesto se fosse interessata di essere messa in copia, per avere traccia della mia attività, mi ha risposto..."me pò fregà de meno!"
e sarà proprio lei a fare la mia pagellina...!!!!!!
peccato.

anche cielo limpidissimo....meravigliosi branchi di nuvole bianche  si spostano specchiandosi sul cielo del palazzo di Nymeier
sembra il passaggio di un branco di cetacei......
una meraviglia da vedere...
loro procedono nuotando in questo azzurro lentamente...
 me ne vado all'esame con un bel sorriso da "faccia da fotografo"

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"le forme del fare"..

 

sono le otto e trenta del mattino di una delle prime belle mattinate di settembre.

Il solito fiume di impiegati chiacchiera vivacemente mentre si avvia negli uffici a piedi portando la valigetta con il pc a tracolla

Molti, in questi giorni di fine estate, si incontrano per la prima volta dopo le ferie e si raccontano come è andata la vacanza, altri invece affrontano l'idea di fare programmi per l'autunno.

"per un periodo ho fatto il tedesco, poi però ho lasciato perdere, era troppo difficile!"

"ma perchè non fai lo spagnolo, lo spagnolo è divertente"

 

Dopo la crisi industriale che ha coinvolto tutta l’europa e la conseguente delocalizzazione del lavoro in altre parti del mondo in cui la manodopera è più economica, anche sesto san giovanni, prima sublime capitale della classe operaia che concentrava in sè più fabbriche che abitazioni civili...si è riinventata come nuovo polo dell’ informatica; gran parte di quelle vecchie bellissime fabbriche in stile fine ottocento, con cancellate in ferrobattuto,  vetrate con decori policromi e ingressi con sobrie boiserie o mosaici sono diventate sedi di uffici, agenzie internazionali, banche.

Fuori dalla stazione della metropolitana di sesto Marelli, dove prima c'era un bellissimo palazzo liberty, una fabbrica di magneti,  alternatori, batterie per auto, bobine, centraline, navigatori, quadri di bordo, sistemi elettronici, sistemi di accensione, sistemi di scarico e sospensioni per auto e motoveicoli, (La fondazione dell'azienda risale al 1919, col nome di F.I.M.M. - Fabbrica Italiana Magneti Marelli, antico esempio di jonventure fatta ai tempi con fiate che perl’appunto dà il nome alla stessa fermata della metropolitana, nonostante oggi non esista più la fabbrica, trasferita tra torino e altre sedi), adesso c'è un palazzo di vetro con un portico, costruito peraltro da un’azienda appartenente  a un gruppo quotato anche in borsa  considerato il primo italiano nel settore delle grandi opere, sempre con capitale maggioritario fiat  e coerentemente con i tempi,  anche al centro della cronaca per sospetto di riciclaggio di denaro e collusione con ambienti mafiosi.

Tra un reinventarsi e l’altro...anche a Sesto San Giovanni, un tempo chiamata la Stalingrado del nord italia, c’è scappata di mezzo anche qualche inchiesta  di collusione con la nuova economia mafiosa... anche il nord ci ha fatto i conti e di conseguenza si è adeguato senza nemmeno lamentarsi troppo.

(di colpo, leggendo i giornali, il nord italia si è scoperto nel suo nuovo volto più spregiudicato: in gran parte delle inchieste fatte dalle procure che si sono concentrate sulle collusioni delle imprese con ambienti mafiosi, è stato messo in evidenza che il nord, si è perfettamente adeguato ad una economia fatta di profitti senza scrupoli e, facendo leva quasi su una storica indiscutibilità morale e una specchiata tradizione di etica trasparente nella gestione del denaro che la lasciava al di sopra di qualunque sospetto, invece non ha mai posto la questione morale avanti alle opportunità di generare ricchezza, nè più nè meno di un clan di camorristi, anzi...ha subito colto l’opportunità del risparmio nell’uso del denaro sporco; e così, leggendo i giornali, possiamo apprendere che con questi clan e gruppi mafiosi, i poteri ricchi del nord italia hanno fatto affari da anni....riciclandone i soldi facilitando l’assegnazione degli appalti, che attraverso le conoscenze e la capacità di corrompere hanno praticamente distorto l’intera economia e il mondo del lavoro anche delle regioni settentrionali)

 

E mentre i costruttori di strade e palazzi sono convocati nei tribunali, gli impiegati continuano strisciare il badge che ha sostituito il cartellino- e che registra gli orari di entrata e uscita, esattamente come prima facevano gli operai... per entrare negli stessi palazzi che prima erano fabbriche.

 

È tutta un’altra cosa. 

La classe operaia aveva la consapevolezza del suo ruolo;

lo aveva rivendicato, lo aveva conquistato, aveva costruito una sua identità che era sia di classe che individuale.

Forte di questo suo ruolo importante aveva anche conquistato diritti e preteso che lo stesso stato legiferasse tali diritti

La nuova economia ha smantellato gran parte di tutto questo definendolo poco allettante dal punto di vista dei costi

E così come se fosse l’invenzione più moderna, ha risottomesso gran parte dei lavoratori delle classi più “basse”a lavori precari, con contratti fragili che rendono la coscienza di ciascun individuo fragile anche dal punto di vista esistenziale.

Fragile, sostituibile, ricattabile, insignificante,

ciononostante, le persone si sentono insignificanti nella loro vita, ma usano parole" grandi" da telenovele sulle ricche saghe delle famiglie del capitalismo moderno.......

in vacanza si “fanno” le nazioni, come se fossero le campagne di colonizzazione;

si fanno le lingue con  cui attraversarle.

si discute se fare il tedesco o lo spagnolo

il filosofo Cacciari in un saggio interessantissimo si sofferma in una riflessione:

“ ..... le forme del fare appaiono con somma evidenza riconducibili a quest’ unica idea: è fare

(poiesis) tutto ciò che è causa del passaggio dal non-essere all’ essere. Impressionante certo è la varietà delle forme del fare che la civiltà dell’Occidente è andata sviluppando, ma questa “ricchezza”, lungi dal

contraddire quella originaria idea, ha finito con l’ imporla come uno dei suoi principii fermissimi: fare significa esser causa

del manifestarsi di qualcosa che prima si occultava, non stava nella presenza....”

 

il signore e la signora che si avviavano in ufficio così chiaccherando, indossavano vestiti da impiegati... i vestiti di quando si decide di essere  da impiegati....

perchè nessuna azienda impone che quest'anno si indossi lo spezzato grigio chiaro, con la camicia a righe e la cravatta color pesca...e , naturalmente, dove prima c'era un fazzoletto...l' i-pod che esce dal taschino con i suoi fili bianco panna...nonostante apple lo abbia fatto in una ventina di colori.

 lei invece indossava un vestito verde muschio composto da gonna lunga e giacca sciancrata e scarpe sabbia e anche calze a rete sabbia, e camicina sabbia...

i due impiegati erano il prototipo di loro stessi...e , ovviamente, sfruttavano la prima settimana di rientro dalle ferie per parlare, con grande soddisfazione, dei loro quindici giorni appena trascorsi.

Essendo stati all'estero, stavano prendendo in considerazione di "fare" delle lingue.

 Tutto quì

tutto quì se non fosse che alcune lingue sono "difficili".-

il che è vero.

io mi sono domandata, con tutta l'onestà che mi è possibile alle otto e trenta del mattino.. se imparare il tedesco sia più difficile di impastare la farina , riparare una bicicletta, o disegnare una sfera "che sembri una sfera, liscia e che giri come una sfera, liscia",

ma -sopratutto- di riuscire a stare dentro a quel tipo di vestito da impiegato middleclass......col lavoro middleclass....la casetta middle class nell' interland , le rate del mutuo, le rate dell'auto, le rate dell nuovo televisore a cristalli......

se sia più difficile portarsi una giornata con quell'abito, scrivania, computer, parlare delle "lingue da fare" camminando in fretta prima di entrare in ufficio,

oppure passare una vacanza in un campo di naturisti.

 

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lontana da tutto e contemporaneamente presente

 

 

la mia cuccia, la mia postazione, quella con i “miei” cespiti aziendali,  al momento, è nel silenzio più totale....non c’è nessuno

sento lo scatto della porta:

è arrivato il fenomeno: un collega tarchiatello, che giunge fino a quì in Oracle  da Sirmione.

Sento la sua voce lontana..accende il computer, parla con qualcuno della partita del milan dell'altra sera, o forse dei prossimi campionati

non oso mai fargli domande, perchè tanto mi saprebbe rispondere solo riguardo alle eliminatorie della serie B...o del girone di andata.

invece le mie curiosità sono altre, e come faccio a sapere qualcosa di più della sua vita, o del suo tipo di felicità o su come si fa a stare al mondo, più o meno sereni....mettendo su pancia, o più o meno sereni, con la casetta da pagare col mutuo, e i bambini che crescono e le ferie a Lignano........?

perchè questo, invece, a me che ho le idee così poco chiare riguardo alla felicità,  mi interesserebbe moltissimo....

quindi ci ignoriamo in un garbatissimo silenzio che al massimo si spende in un “ciao” frettoloso e garbato, nel caso ci si trovi sullo stesso percorso.

lui, che sa andare al nocciolo delle cose della vita....anche sapendo che ci sono, sa di essere solo...sa che, se ci sono io, vuol dire che  quì in oracle è come  essere soli, mica fa il giro della colonna dell'ascensore per venire a salutarmi...

e se lui fa così..devo fare così anche io.

è vero o no, che dicono sempre che "sembra che io viva in un mondo tutto mio"?

 allora ci posso anche rimanere, nel famoso mio mondo!

questo lo dicono in molti, quì nel grattacielo, e lo dicono a me quasi a dover giustificare la mia presenza mia con il mio percorso accademico inadeguato che traspare anche dalla pettinatura.

Ma non lo dicono solo a me, per schernirmi;

...se lo dicono fra loro...per identificarmi....

"quella strana...che vive nel suo mondo..."

nel mio mondo non c'è un "divieto di ingresso" scritto sulla porta...eppure.......

eppure non entra nessuno, anzi: è percepito come vuoto.

 

Una collega  dice che sono fortunata, a essere emarginata, in questo a suo dire inferno...

Al momento non ho la percezione che questo sia un luogo infernale, una volta messo a fuoco il grande equivoco inerente all’ ineguatezza;

forse una vita privata più monotona mi avrebbe fatto avere una percezione differente

ma a me pare di stare benissimo.....otto ore in assoluta tranquillità, diumenticata dai colleghi, lontana da tutto e contemporaneamente presente; ci sono periodi in cui sembra quasi un lusso avere otto ore a disposizione in cui ci si sente fuori da qualunque mondo.

quindi, per tornare a chi popola il quarto piano dopo dieci giorni di chiusura di anno fiscale, lui, l'amante del calcio,se ne stà quatto quatto al suo posto; ieri, passando di fianco alla sua postazione ho notato che approfitta di questo periodo di bassa operatività per connettersi su TGcom...e ampliare la sua cultura...

e io che invece sul motore di ricerca oggi ho messo " cosmismo e bolscevismo..."

...ho capito

ho capito cosa vuol dire convivere in mondi diversi.......

 

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Metropolitana Giovedì mattina.

 

 

scuola addestrsamento cani da guardia:

Specializzata in rotweiler, schnauzer e dobermann...

“mai guardare negli occhi e pochi comandi secchi:

"sitz!

geht hin!

komm her!!"…..”

premio: se obbedisce...un biscotto che profuma di pancetta....

 

se e invece disobbediente...niente...niente...niente

se il soggetto si dimostra troppo poco avvezzo ai giusti comandi..: nella gabbia...o nel cortile, quello del cavedio...

o alla catena.....

punizione: isolamento, acqua e zuppa di pane...

"capisce, e vedrai che dopo obbedisce".....

 

Il treno della linea metropolitana ha le sue fermate in cui si riempie a dismisura e quelle in cui si svuota.

Una specie di cambio della guardia.

Quando arriva alla stazione di piazza san babila, scendono molte persone: si libera un posto, decido di sedermi incuriosita dal fatto che di fianco al posto libero c' è un ragazzo particolare.

Bel volto abbronzato, lineamenti antichi, naso da pugile;

orecchino: solo uno, piccolo al lobo destro.

Anelli di acciaio al medio e all'anulare, e uno anche al pollice: semplici fascette piatte senza decorazioni; belle le mani.non eccessivamente curate

Legge un libro.

Questo colpisce la mia attenzione prima di tutto.

Un giovane assorto nella lettura di un libro.

Un libro; non un giornale o una rivista.

Mentre legge ascolta la musica con le cuffiette.

Indossa abiti abbinati con gusto: una camicia scura a righe scure tutte tono su tono: color caffè, nero, mogano e di nuovo nero, castano, mogano, la camicia, con sapiente civetteria, è portata fuori da un paio di pantaloni neri gessati con sottilissime righe color sabbia.

Scarpe inglesi comode, con suole di gomma "dr.Marteens".

Elegante; abiti di qualita"grandi magazzini", ma elegante.

sembrerebbe non essere nemmeno rientrato a casa, ma non ha lafaccia stanca, tutt'altro.

vestito da sera anche se sono le otto e mezza del mattino

sembra uno che in qualunque ora del giorno si sente a suo agio

come di fronte ad un negroni con la fetta di arancio e un piattino pieno di olive.

Legge con aria attenta

Quando arriviamo alla fermata "Sesto Marelli" scendo io e si alza anche lui, si avvicina ad un signore seduto nello stesso scompartimento ma in fondo, lontano, si salutano e cominciano a parlare.

 

scuola addestrsamento cani da guardia:

 “Steh auf …. bereit zu gehen”

con i dobermann mai un momento di debolezza: non bisogna mai abbassare la guardia: comandi secchi e premio del biscotto con l'aroma di pancetta.

È stato dressato in questo modo: all'obbedienza.:"geht hin....poi c’è il premio"

una vocina che mi sale dai piedi mi dice invece: "ma non ho voglia".. affrontare l' indolenza.......

seguo ogni consiglio sul da farsi e ci ragiono sopra con calma.

archivio la sensazione, mi dò tempo ...ci ragiono...mi ascolto, mi ascolto

qualunque osservazione, la tengo buona...

 

Scuola addestramento cani da guardia:

proima regola:"marcamentostretto"...guinzaglio corto, e presa autorevole....

Una leggera strattonata col guinzaglio....e si esce

Usciamo dal treno e dalla metropolitana.

 

Fuori, nella luce, io proseguo dritta verso Oracle mentre lui gira a destra, sempre chiacchierando col signore incontrato sul treno.

Il ragazzo vestito da sera e il suo conoscente camminano insieme e entrano nella sede della C.G.I.L.

Altro che negroni con le olive.

 

 

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La seconda cosa che mi è stata spiegata in azienda è stata che tutte le mie vicende personali devono rimanere chiuse dietro alla porta di casa

Per quanto mi sembri complicato, e –volendo- anche ingiusto, mi devo adeguare, cercando di comprenderne gli innumerevoli vantaggi.

stamattina all’ora del suono della sveglia mi sono lavata e vestita e ho anche fatto colazione come se nulla fosse,

in effetti lo sforzo di decidere di andare a lavorare anzichè mettermi sotto le lenzuola, è stata una valutazione personale; che cosa fare dopo aver trascorso una notte senza dormire, è una valutazione mia, che appartiene alla mia vita privata.

Quindi non ho nemmeno valutato la possibilità di restare a casa “in malattia”

Valentina è stanca, la matricola 4263, invece, non ha nulla da dichiarare.

A parte che piove .

E dopo tanti giorni di siccità l’aria trasporta ancòra un odore di polvere bagnata, come talvolta si sente camminando poco prima di un temporale.

Durante Il viaggio in metropolitana mi è sembrato di trovarmi in una astronave che viaggia seguendo un’orbita misteriosa.

All’uscita della stazione di Sesto, c’èra la luce .

Mi incammino dopo aver osservato il cielo color piombo e i fiori di tiglio caduti sui marciapiedi

 

 

 

proseguo, con il mio solito passo leggero, piede un po' a papera da grande fondista, da "attraverstrice di piste della savana",

Quel passo lievemente ancheggiante di chi potrebbe prendere al volo il passaggio di un furgone gia carico ananas e  banane, o veder attraversare la terra rossa della pista da un elefante o da un pitone

quel passo leggero che trasporta uno sguardo leggero.

Esattamente lo stesso passo della giraffa.

Cormorani si appolaiano sul baobab: bassa pressione,piove leggermente.

 

Oltrepassato il portico del palazzo Impregilo, Vengo superata da una mamma con un bambino con un impermeabilino e un ombrello a "pezzedimuccafrisona"

Passo da scalatrice e un sottilissimo senso di tenerezza.

Un singhiozzo che si ferma nella gola: a mio figlio avrei certamente dato  questo

 e, a colazione, latte di cocco; rinfrescante e nutriente insieme ad una macedoniadi mango eavocado,prima di attraversare  quel pezzo di strada in terra battuta rossa che che separa la casa immersa nelle palme e nelle yucche alla scuola,in fondo alla strada,la scolaall'ombra di quellegrandi acacie

Cielo grigiogrigio.

Nessuna savana e pista dalla terra rossa nè cormorani o baobab.

Cielo grigio come nelle brutte giornate equatoriali e pioggia fine e fitta.

 Indosso Una canottiera nera, sopra un golfino a maniche corte nero, di quelli con la chiusura che si intreccia; e sopra ancora un a maglietta aderente con i bottoncin anche quella nera ; una gonnellina in seta nera con una tempestina di pois bianchi piccoli piccoli e sotto sandali timberland neri che fanno I piedi grandi e il passo stabile.

Mascara agli occhi.

Una vera lezione di eleganza.

 

anche quando si cammina nella pista che porta da  Yamoussoukro a  Boualè ci vuole un attimo, soltanto un attimo,

un attimo per sentirsi la regina d' Africa

Il pitone potrebbe innamorarsi e regalare la sua pelle per un un impermeabile

 

dopo la bronchite e gli antibiotici della scorsa settimana..stò provando  un gran senso di fatica.

forse anche perché la difficoltà a respirare mi dà un leggero stato di spossatezza e  la sensazione che anche il peso della borsa con dentro una rivista e mazzo di chiavi…non sia due chili… ma non meno di otto..."Micromega": devo cambiare lettura in giornate come queste."piccologrande"troppo pesante in giornate come queste.

stessa sensazione della convalescenza:..il corpicino dice: "ho altro da fare,non posso darti retta....ma tu non dovevi andare in vacanza?"

dovrei  organizzare per lafine di questo mese la partenza per le ferie a Panarea....

Previdente, ho anche già cominciato a riempire la valigia,

ma la sensazione è la stessa: "Micromega":piccolo grande peso

potrebbe andare bene andare in ferie...ma non se ne parla di affrontare quel viaggio...

staccarsi è una specie di rinascita...rimanere nelle cose di casa...impigrisce, rilassa,

 

lo immagino faticoso come se dovessi affrontarlo  in groppa all'elefante...l'idea mi affatica.

 

 

"i tuoi affaticamenti non competono all’azienda. Devi smaltire le ferie accumulate:

anche se non te la senti..parti lo stesso.......!"

ho una gran voglia di dire...di dirmi..

"se non hai voglia resta...."

resta come te lo chiederebbe un amante quando ti alzi in ritardo e quasi vorresti correre in bagno e "pettinarti-truccarti-caffè-scarpe-borsa-da questa-casa-devo-portare-via-via-tutto-a-lavare-i-denti-ci-penso-in-ufficiovia-via-sono-in-ritardo-cazzo"

"resta, per oggi resta, il mondo non ti aspetta....

Ti prego: resta"

 

eppure a dire di sentirsi stanchi...non dovrebbe esserci niente di male...tanta gente lo dice continuamente.

E poi è vero che non sarebbe un viaggio ai lavori forzati...sarebbe una visita a mia mamma che risiede a panarea, nell’arcipelago delle eolie, credo uno dei posti più belli del mondo, sopratutto a fine primavera, quando il tempo cambia ogni cinque minuti e il panorama cambia ogni cinque minuti, come fosse un film, sembra di stare al cinema sotanto guardando fuori dalla finestra si possono osservare i passaggi di tutti gli uccelli migratori in formazione, i delfini che saltano lasciando una leggera increspatura nell'acqua....le tartarughe marine.....

 

 

Entro nel grattacielo, vestita come una esploratrice..

come una che si sente pronta ad un daiquiri, ad una conf-call con I nuovi assunti di Dublino…ma anche ad una lettura del giornale "il sole24ore-pagina della cultura"da Taveggia sorseggiando un cappuccino ogni venti minuti, o una passeggiata per raggiungere un alpeggio sopra a Cortina e bere latte fresco, o pronta a farsi un bagno nuda nell’oceano.

 

Entro nel grattacielo

Grattacielo che riflette il grigio delle nuvole …In questo" posto", in questo "non posto: Entro dove gli uomini portano vestiti delle tonalità del grigio così intonati che sembra si siano messi tutti d'accordo lamattina e cravatte più o meno lucide dai colori pi?o meno sgargianti quel tanto che li fa sentire estrosi e pieni di fantasia.e le donne hanno i capelli tinti come se fossero mobili della cucina col mordente..e scarpe a punta e tacco a punta

…un non luogo.

Quindici piani che si arrampicano nell'aria che contengono circa trecento persone che osservano dentro al monitor del proprio computer come se si affacciassero su una finestra che ha la vista sul golfo di Portofino

Escludo qualunque incontro per me.

 

Escludo che qualunque elefante possa offrire un passaggio.

 

 

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Oggi in ufficio tutti hanno una gran fretta.

 penso a cosa significhi "fretta", la nostra, che transitiamo su questo pianeta per una porzione di tempo praticamente virtuale....

 

una gran fretta.

a volte, mentre al mattino salgo le scale del grattacielo una voce fatta di carne, muscoli, intestino sembra quasi dire "perchè sono quì, a cosa serve, a cosa servo?"

come se io non fossi io.

penso all'arcipelago delle Eolie, immobile da milioni di anni...

a Stromboli, che, da quando èemersa alla superficie del mare, erutta ogni cinque minuti, di giorno e di notte.....ed è uno spettacolo costante.

penso a cosa significhi la nostra fretta.

A voler accorciare il tempo

A voler accorcioare il tempo si dovrebbe pensare che c’è un desiderio innaturale, che non appartierne all’uomo, che nemmeno un vulcano si permette una simile velleità...e da milioni di anni erutta ogni cinque minuti, ed è bello .

A pensare a Stromboli penso a quanto senta proprio la mancanza del Tempo, anche del tempo metereologico: del vento e dell'aria; e lo spazio...il vuoto.... vuoto così vuoto .....

Vorrei essere un falco e fare il nido sulla scogliera.

Vorrei essere un pesce rondine e volare sul pelo dell'acqua del mare.

Vorrei essere un lamantino e vedere sopra di me passare il vascello di ulisse.

 

il pescatore Nino, che abita a Lipari,..  mi ha letto qualche giorno fa una poesia bellissima al telefono, pensavo che la leggesse da qualche libro...e invece l’aveva scritta lì...sul porto, mentre attendeva l’ aliscafo.... e così ho capito che lui dovrebbe fare il poeta...cosìcome il muratore Piero dovrebbe fare il cuoco perchèil suo pescespada  arrosto coi pomodorini èeccezionale...

tutti facciamo altro...ma la veritàèche loro non hanno nèansie ne frustrazioni....e sicuramente la loro èuna vita settevoltesemplice, ma piena.

e invece il nostro destino non ha nèproporzioni, nèbellezza, nèsemplicità,nègrazia, siamo come dei parassiti; dei parassiti e crediamo di aver capito tutto della vita perchèriteniamo di avere talento e fortuna, e non rinunciamo a pensare che siamo pieni di idee e sensibilitàuniche e rare...e cosìintelligenti che non possiamo pensare se non in grande, cosìin grande che tutto appare talmente piccolo da sfuggire ai nostri occhi.

E cosìci sentiamo stretti, come in un acquario.

mentre loro, i muratori e i pescatori, durante il giorno, mentre lavorano cantano, cantano a voce alta, cantano e vendono pesce sulla piazza di Lipari con una piccola Ape Piaggio, osservando il mare e le nuvole, oppure costruiscono case e muri e cucinano il pescespada divinamente e quando la sera se lo mangiano da soli con la luce del neon della cucina e nel silenzio possono sentire entrare dalla finestra il rumore del mare...

loro ....

loro sono in paradiso.

 

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Le impiegate

 

al mattino, guardare  ciascuna persona che si prepara ad affrontare la giornata di lavoro, è come immergersi nel mondo, quasi senza lo spazio di ragionare, ma solo quello per amare.

Attraverso  con I miei pensieri un po' severi, le loro presenze.

Le osservo, le osservo da quando sono impiegata anche io le cerco per capire dove mi trovo, quanto mi manca per potermi sentire anche io parte di questo branco di femmine.

Io, che fino a pochi mesi fa ero una “libera” professionista, schiava del peso di sentirmi appartenente ad una casta che vive di suoi meriti speciali, di suoi talenti.... schiava di un privilegio dalla nascita, schiava di concedermi alle ambizioni, al  bisogno di riconoscimento, visibilità....

ora invece sono anche io im-piegata

loro, si sentono sicure nella loro compostezza del mattino che sarà tale fino a sera, mi guardano perplesse per i miei occhi gonfi, la gonna spiegazzate e le scarpe da ginnastica, quel disordine non celato....

Quel qualcosa di eccentrico che io stessa non riesco a vedere, non riesco a togliere o controllare. Quel modo distratto che non è una posa..quel modo distratto che invece è deltutto attento

Una analisi più fredda e razionale, sociologica o politica, comunque elittaria mi sottrae qualcosa, me le fa vedere colpevolmente complici di un sistema imperfetto.

penso che lo sappiano anche loro, che sappiano anche loro ciò che è sbagliato ma penso anche che il loro pragmatismo, il loro cinismo, la loro capacità di adattarsi...”senza pensare troppo”, le faccia vivere meglio.

Mentre io mi tormentavo nei miei privilegi romantici,  loro si sono inchinate al lavoro subordinato: ogni loro energia è stata messa a profitto, sfruttata.

Loro:  con i loro vestitini tanto perbene, e anche i foularini intonati e le scarpette comperate sfogliando la rivista di moda;

i capelli ordinati, e quei dieci minuti davanti allo specchio per farsi quel  trucco visibilmente non vistoso.

quanta attenzione in quel rossetto color mattone  discretamente intonato con il colore dei capelli; quanta cura nella scelta degli occhiali scuri con le lenti azzurrate e bombate come occhi di mosca. Quella ricercatezza, seppure un po’ volgare ,  ma quanta attenzione, quanta diligenza.

Quanto tempo.

Ma alla fine sono davvero “in ordine”.

Pronte per una nuova giornata di lavoro.

Pronte a “non dispiacere”

Impiegate.

Ogni particolare  mi parla, fino a quel lontano profumo di saponetta al mughetto non deltutto coperto da quello di rosa e di zinco del fondotinta.

Eccole salire alla fermata di san babila mentre discutono fitto fitto; quel senso di integrazione sociale fa sentire qualunque impiegata italiana più forte, più sicura di sè..

Il 27 del mese ricevono quello stipendio modesto che offre loro l'opportunità di qualche piccola spesa, una borsetta firmata, una pizza alla fine della settimana, un viaggetto all'estero durante il ponte .

qualcuna stà pagando il mutuo della casa, le rate della macchina..si raccontano di leggerezze, frivolezze e grandi impegni che si incastrano nella quotidianità con assoluta armonia..si sente nel sottofondo la musica della sigla della telenovela, forse del programma della defilippi..

Per le più giovani, al collo un ciondolo descrive la loro unione con qualche fidanzato che forse, in un orario diverso, da una casa diversa, dopo aver bevuto anche lui il caffè fatto dalla mamma, si infila nella metropolitana, magari nell'altra direzione, magari tre vagoni indietro..

Per quelle sposate un anello d'oro piuttosto vistoso fermato da uno con una pietra di acquamarina...

Si riconoscono quelle che sono appena tornate dal viaggio di nozze..

“....in egitto, Sharm e anche le piramidi nel deseto....”

Si sentono sicure nella loro compostezza e sostengono il mio sguardo insistente.

Osservo lo smalto rotto di un'unghia, il segno del cuscino ancora sulla guancia,

 i capelli con quelle striature, -"colpi di sole", che sembra rendano alcune ciocche troppo importanti-,con il colore che andrebbe rifatto, o forse rinunciare alla tintura , perchè di fondo non stà poi così bene.

Alcune sembrano assorte, altre leggono libri pieni di pagine , libri di avventura comperati al supermercato.

Alcune incontrano la collega, altre hanno iniziato il viaggio insieme partendo da lampugnano, dall’altra parte della città….…si raccontano cosa è successo la sera prima: o perchè hanno discusso con una amica e avrebbero avuto voglia anche di litigare.

Alcune al mattino si raccontano già cosa si prepareranno per cena: hanno già scavalcato le prossime dodici ore…sono già davanti ai fornelli che assaggiano lo spezzatino….

Per loro questa è una giornata sprecata.

Un'occasione nella quale non vedono occasioni.

 

non sanno che le osservo per poter scrivere di loro, di quei piccoli imprevisti non controllati, incidentali imperfezioni.

Imperfette superficialità.

Banali;

Nella loro arte di realizzarsi e di essere socialmente accettabili

Comunque si guardano intorno con una leggera sufficienza:

Loro hanno e fanno.

 Eppure rimane tutto rinchiuso in un cupo apparente benessere…cupo come il colore opaco del fondotinta.

cupo e uniforme.

cupo e conforme.

Questo le fa sentire al riparo e sicure.

Anche quando hanno contratti a scadenza, come oramai accade quasi a tutti.

Si sentono al sicuro...

Giovani, umiliate dalle pubblicità, dalla televisione, dalle veline, dalle cantanti, dalle soubrette, sfruttate nel lavoro, nell'età in cui si dovrebbe meglio sfruttare tutto quello che offre la vita.

Si sentono al riparo; perchè l’inquietudine data dal bisogno, o dall’ansia di cambiare, di migliorare,  che porta ad avere il coraggio di attraversare un oceano per cercare un modo migliore di vivere per sè e per i propri figli...non le ha nemmeno sfiorate.

Guardano le emigrate straniere, con timore e turbamento: le guardano come se quelle presenze femminili venute da mondi lontani, riflettessero qualcosa che erano  riuscite a rimuovere....

Le osservano e le pensano più brutte, più precarie, sfiancate dalla lontananza da ciò che amano, dalla fatica quotidiana della condizione esistenziale, del contratto di lavoro.

Le guardano sedute solitarie nell’ultima poltrona in fondo al vagone, completamente perse dietro a loro pensieri che le fanno attraversare l’oceano per raggiungere altri continenti, altre città altre case altre famiglie, mariti, fratelli, figli.

Le guardano appena sfiorate da un dubbio, poi riprendono a chiacchierare.

Le guardo anche io

E poi finalmente mi appoggio, mi accoccolo con lo sguardo di fianco,  vicino, intorno  a  tutte le donne  straniere..arabe, somale, tailandesi,russe .

Uno sguardo come una coperta

Cosí , solo cosí, difatti, è possibile appoggiare lo sguardosul loro; la loro stanchezza lo sguardo un po’ umiliato a volte, altre invece, spensierato e leggero

 cameriere e donne delle pulizie sudamericane,che avvolte nei loro abiti poveri e sgargianti ,e nei loro gioielli da mercatini vistosi e eccessivi, sonnecchiano con l'aspetto di belle farfalle tropicali sfinite, spaesate,piene di entusiasmo.

Nemmeno un contratto di assunzione, forse un contratto in una coperativa, di quelli che garantiscono il rinnovo del permesso di soggiorno di semestre in semestre; niente di più precario eppure per loro niente e di più certo: sono finalmente fuori dalla propria realtà difficile, dittature, guerre, povertà….

Questa opportunità che si sono conquistate, al confronto è solida .

 

Le loro mani con le dita gonfie già di primo mattino,

I loro capelli raccolti con fretta;

Le unghie delle dita dei piedi colorate con smalti da grandi magazzini dai colori scuri.

mi soffermo ad osservare I sandali, le dita dei piedi, alcune le hanno in scala, altre già deformate da scarpe strette, artrosi o semplicemente incuria.

Incuria per mancanza di tempo,o perchè sono troppe tutte  le altre priorità.

Però un po' di vezzo rimane lo stesso, nonostante lavorino fino a tardi, o già al mattino presto prima che aprano gli uffici,

poi i bambini, la spesa. Cucinare. Dormire. Incontrarsi con gli amici, I parenti, la loro comunità ricomposta in questo loro “oltreoceano”

Resta un minuto anche per colorare le unghie dei piedi.

Sono straordinarie.

La mia vita complicata, il mio cuore nella tempesta, Il mio cuore alla deriva, Il mio cuore nella pace.

Il mio cuore le ammira con affetto.

 

Non sanno che scrivo di questo e lo faccio con amore.

 

 

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un prossimo probabile temporale

 

Sono in ufficio, alla mia “postazione”

Nonostante il palazzo sia di vetro ho la sensazione di stare sul palcoscenico, circondata da quinte dipinte :

il cielo oggi non sembra fatto di aria, fa l'affronto di sembrare di cartoni dipinti..... nuvole così dense da sembrare di marmo, color alabastro; sembrerebbe impossibile pensare ad una materia così pesante sospesa nel vuoto.....invece è proprio così..come un fondale dipinto con lo stile dei tromp d’oeil.

così, mentre fuori dalle finestre specchiate inizia il secondo atto de “zauberflote”(!!)

si aprono tagliate da raggi di sole che sembrano lame di luce,

e fantastico che fra poco forse si aprirà una parete entreranno Papagena e Papageno, un collega di fianco a me, che ha una voce sempre gentile e davvero molto bella, ha fatto una lunga telefonata probabilmente piuttosto difficile, con un cliente anch’ esso probabilmente piuttosto difficile.

quando ha terminato la telefonata, e messo giù la cornetta e ha fatto un sospiro di sollievo...quella conversazione lo aveva messo in uno stato di apnea.

lo stesso che ho io , che un po' scrivo, e siccome non sono affatto brava ad usare la tastiera uso sempre due dita e in maniera molto concentrata devo fare attenzione a dove le metto, così mentre scrivo, un po' mi dimentico di respirare, e quando alzo gli occhi mi trovo di fronte...

oggi mi trovo di fronte una tavola di alabastro sospesa nel vuoto;....e so che non cade.......

 

oggi, a parte lo spettacolo teatrale, credo che in sede ci sia un altro evento eccezionale, una riunione importante: tutti i colleghi sono in ufficio chiusi dentro a vestiti grigi come il cielo di questa mattina, ed elegantissime cravatte di seta con sfumature madreperlate nelle tonalità degli stucchi veneziani decorano i loro colli: dal rosa all'azzurro,

Ecco, la perturbazione trova un senso, intonandosi perfettamente ai loro tailleur .

Intanto, mentre i manager sono indaffarati a studiare l’ intervento per la riunione che è “al piano zero”

la segretaria si aggira indaffarata indossando un improbabile completo turchese che fa ballare la vista

ha dei buoni motivi per farlo:

la prima: non è una donna bella ma è convinta di esserlo

la seconda: è idiota

la terza:è la moglie di un manager che "in azienda fa il fatturato"

quindi questo la fa sentire protetta, perfetta.

nondimeno di questo pecca assolutamente di gusto, e , sopratutto, di stile.

e nondimeno di questo, pecca anche di discrezione....

Stamattina, per rendersi interessante, ha deciso che tutti i condizionatori del piano vadano spenti, e li ha spenti senza nemmeno chiedere...è venuta e li ha spenti...e siccome indossa un paio di pantaloni celesti così aderenti che le tagliano a metà non solo il culo, ma anche la figa...nessuno, nessuno, si è opposto.

 

È fantastico. la terra gira a velocità costante e questo già sarebbe un evento eccezionale “in sè”.

Per una strana alchimia, le azioni, alla fine sono tutte in armonia.

I vetri del grattacielo che scricchiolano, come sempre quando c'è vento, il cielo grigio chiaro, le cravatte di seta che riflettono le luminosità di un prossimo probabile temporale: vorrei complimentarmi con ciascun collega, per l'accostamento perfetto della cravatta con la camicia o la giacca...davvero di buon gusto...nessuno escluso, e dietro a quel complimento dovrei complimentarmi con ciascuna moglie, o forse nonostante ciascuna moglie.

E anche col cielo.

 

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il prezzo più alto

 

ieri pomeriggio sono andata a prendere il caffè al secondo piano e ho incontrato una ragazza del gruppo della cooperativa che si occupa della manutenzione del grattacielo: dall’ascensore alla reception, dall’impianto elettrico ai pavimenti.

Hanno una bella divisa con la scritta “Facility”, ho saputo che  titolare di questo gruppo è Pirelli,

Quando ero piccola, non era difficile avere un compagno di classe, o di giochi, col papà che lavorava alla pirelli.

Faceva l’operaio .

Ora cerco su internet e vedo il ritratto fotografico di Tronchetti Provera, con una espressione ammiccante di chi nemmeno sa come è fatta una tuta blu, la sua immagine guarda ammiccante e sotto la scritta “Global exellence”(che ha un bell’impatto emotivo ma non significa assolutramente nulla più che se scrivesse: stella cometa)dichiara una...”capacità industriale basata su una capacità di rinnovamento[...]e profonda conoscenza del mercato mondiale”...è amaro pensare che licenziare centinaia di operai che facevano turni di giorno e di notte, adesso si possa dire “capacità di rinnovamento”

Comunque la pirelli si è rinnovata, dall’ assemblaggio di gomme per pneumatici,  di cui era azienda leader  fino ad una ventina di anni fa, si è rigenerata acquistando immobili per grandi uffici, condomini per abitazioni civili e fornendo anche il servizio per la manutenzione di questi edifici

E questa ragazza alla reception fa parete del gruppo della manutenzione del greattacielo di oracle.

non l’ho mai visto prima, probabilmente sostituisce una sua collega del turno pomeridiano che in questo periodo stà facendo altre attività;

Le chiedo come si trova, se le piace lavorare nel grattacielo.......

due o tre parole...

non è contenta, perchè al contrario di quanto dichiara il signor Gardini, i nuovi impiegati nella manutenzione con contratti da cooperativa, si sognano di notte gli stessi diritti che avevano i loro genitori operai della stessa

probabilmente la conoscenza del mercato mondiale significa adeguarsi ai nuovi paesi emergenti...

quindi un motivo di più per farle due o tre domande, per non farla sentire più estranea di quello che è; ha un bell' anello con due delfini...e lo osservo con attenzione, apprezzandolo.

In un inconsapevole moto di debolezza, dimenticando la regola aurea delle aziende che recita che il privato in ufficio non deve esistere, quasi fossimo un tutt’uno con i cespiti,  le dico:

"mio figlio aveva il nome Delfino"

"che nome originale.....ho sempre amato  le cose originali, esserere originale"

essere originale...bastasse un nome...bastasse un taglio di capelli.......

le darei volentieri la mia vita a prestito.......

anche solo per mezza giornata.....

così potrebbe divertirsi a guardare i libri con le fotografie che ci sono a casa....disegnare....prendersi un aperitivo al bar leggendo un saggio di psicanalisi...andare ad una mostra......ascoltare una lezione di storia dell’arte a Brera,chiacchierare lungo la strada con un pittore così romantico che è senza soldi e devi sempre offrirgli il caffè e non rifiuterebbe nemmeno una cena.

magari questo potrebbe bastarle.

 

l’originalità è come una amante assoluta: non si può essere originali ogni tanto, le  dici “per sempre”  e deve essere per sempre; ma, affinchè sia per sempre...devi trovare il modo di rinnovare il modo di sedula, che significa farsi sedurre.  E come nei melodrammi...quasi sempre non c’è il lieto fine.

Mio figlio, col suo magnifico nome così originale, è morto pochi mesi dopo, a voler sottolineare che nalla mia storia, ciascuna illuminazione è circondata da tenebre, e questo sembra quasi non si possa cambiare,

anche se arrivassi in ufficio tutti i giorni in orario,  temo che dovrò sempre motivare la mia presenza, quasi che il mio essere impiegata non mi abbia piegata...

quasi che il buco nero e doloroso di quanto mi sia successo, sia inspiegabile e imbarazzante

Una differente precarietà.

Una precarietà esistenziale.

....

forse mio figlio era meglio chiamarlo Pietro, in memoria del santo del giorno della sua nascita.

Forse sarebbe stato di gran lunga meglio .

 

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stamattina un collega mi chiede "come va lo studio dell'inglese?"...
"come va? " faccio una smorfia...
"non leggi le mail? ci sono i nuovio corsi, basta iscriversi!"
mi pare che annunci i saldi di fine estate...
"non ho avuto l'autorizzazione a far nessun tipo di corso..."

“no, non devi avere l’autorizzazione...devi iscriverti tu da sola...”

mai trascurare nulla che l'azienda fornisce gratis, di qualunque cosa si tratti...
intanto

mentre c’ è un gran far fare lettere di dimissioni-in italiano-, ci si può sempre iscrivere  ai corsi di inglese personalizzati.
 anche io vengo sfiorata da questa “tempesta” fatta di attività da consegnare ad estranei di origine rumena.

Anche a me tolgono qualche attività..qualche altra la delocalizzano...

Continuo a fare quello che devo fare. ..

Che è sempre meno

non faccio domande, ho acquisito la perfetta mantalità aziendale. Eseguo possibilmente senza nemmeno capire.

se vado avanti così c'è il rischio che mi promuovano...
devo solo mettere le scarpe giuste e posso tranquillamente raccogliere i frutti di tanta disciplinata e passiva diligenza.
mi piacerebbe invece che venisse ufficializzata la mia mobbizzazione:

anche se dicono che il mobbing in questa azienda non esiste, la terza volta che delocalizzano una parte delle mie attività il risultato è che io vengo in ufficio ma non ho più  nulla da fare, non ho più il mio lavoro....io non faccio domande, io eseguo, ora eseguo il mio ozio forzato e disciplinato

un giorno mi diranno che sono inutile.

Ultimamente le mie attività residue sono tutte volontarie, ufficiose:

 bagnare le piante quando i colleghi sono in vacanza; ripulire ( ovvero ingerire) i tavoli dei buffè del primo piano da tutti i panini imbottiti di mozzarella e pomodoro, le focacce farcite con prosciutto e lattuga e  le tartine ripiene di tonno e maionese...l’nsalata di riso e la macedonia.
oracle “licenzia”, ma mai visti tanti rinfreschi: ...in effetti c' è da fare parecchio.
l’ufficio personale, visto che mi ha assunta dovrebbe creare un ruolo finora inedito dare consulenza su come vestirsi nelle varie occasioni:
dal pranzo all'aperitivo fino alla cena... cosa ordinare, cosa dire e cosa non dire...come abbinare la cravatta per i manager uomini e i gioielli per le donne...
qualche erudizione sul buon uso della buona conversazione
come usare le posate e stare a tavola.
i regali da fare. Quelli da accettare e quelli da non accettare.


al corso di inglese ci pensiamo dopo...altro che “non leggo le mail....”

 

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-prima che arrivino le orde dei barbari!-


un pensiero esce da un imprevisto spiraglio delle finestre e certamente va a raggiungere le persone che sento più care, quando arrivo in ufficio prima dei colleghi  sembrano inamidati nei loro vestiti intonati col colore del pc che hanno in una valigetta anch’essa intonata, intonata anche alla cravatta e-sopratutto-, a quell’ansia di chi crede che, una volta acceso il portatile, nos digiterà solo la password per leggere la posta....ma una formula da cui deriverà la sorte del pianeta.Se arrivo presto, se arrivo prima, il silenzio mi fa sentire bene quasi come se stessi a casa mia; e quel “quasi” significa “meglio”.

Riesco anche ad avere un pensiero lieto  ...

Sorprende anche me  la quiete e anche la serenità che può offrire un luogo...che da fuori appare come un “non luogo”....un acquario che riflette dall'esterno la luce del cielo e che dall'interno fa sentire sospesi come se si stesse nel cielo; quel  pensiero,....se fossi a casa non avrebbe la stessa leggerezza.

Sarà l’effetto di tutte queste nuvole che si riflettono

attendo con apprensione l’inevitabile aprire della porta e il comparire di un collega qualunque che-forse solo per darsi un tono, forse a ragione o forse per finzione....- parla con l'auricolare al cellulare..o peggio con quei paradossali oggetti che si appoggiano all'orecchi e che fanno una luce blu intermittente...questi colleghi, a vederli da lontano sembrano dei pazzi......o degli alieni con le antenne che si illuminano  ....o un'auto con le frecce che segnala una svolta...o una sosta.

Sembrano , a ben vedere, quello che sono… persi come il loro sguardo perso nel vuoto.

Eppure non sono più persi della media.

Una media smarrita

è venerdì.......i colleghi, arrivano ostentando la conquista di un’abitudine americana che concede, il venerdì, di indossare abbigliamento casual....

si passa quindi dal tailleur grigio canna di fucile sopra alla camicia celeste, al maglioncino color pesca o pistacchio...nuovamente tutti uguali, come scolari;

consapevoli del nulla in cui precipiteranno nei prossimi due giorni...hanno un fare leggermente più sciolto, come chi non ha da dimostrare le stesse cose che deve dimostrare lunedì, al cospetto dei "capi"

venerdì: vale a dire che sul tavolo di panno verde è stata data l’ultima mano. I giochi sono quasi imposti da quello che è rimasto nel mazzo.

I più bravi hanno a memoria le carte che sono uscite... Poco margine d’azione.

Seguirà nel primo pomeriggio un leggero panico....poichè per due giorni dovranno togliersi la maschera di marziano( se riescono) e metterne un’altra, che a sentirli lunedì che seguirà sembra piuttosto simile.

O forse hanno trovato il modo di intrattenersi, anche nel loro tempo libero, spesso li sento che si raccontano di domeniche pomeriggio trascorse fra il guardare le partite e il connettersi sul sistema di oracle a leggere la posta...

Mai uno che abbia avuto un momento di debolezza e racconti che è stato a paseggiare col cane lungo un fiume...o che ha costruito la casa sull’albero del giardino per il figlio più piccolo.

Anche i loro passatempi sembrano un lavoro:

“ho corso : due ore  e fatto cinquanta chilometri...”

“ ho fatto Dieci miglia in bicicletta in un tempo minimo....”

“fino alle nove di sera a leggere la posta aziendale”

.......

 

Se si accorgono di me, che intanto non ho fatto nemmeno una piega, mi guardano un po' male, mentre scrivo o correggo le bozze dei miei testi...

Non osano chiedermi cosa posso aver fatto nel fine settimana: fosse mai che gli racconto di essere stata a sentire un concerto al leoncavallo e il giorno dopo al parco a farmi le canne tutto il pomeriggio....-da me si aspettano una risposta del genere-, quindi, per non confondersi, per non prendere posizione, fanno il giro largo intorno alla scrivania, come se lì ci fosse un elefante mansueto ma è prudente non avvicinarsi....e poi si raccontano con gran soddisfazione il loro tempo fuori dal lavoro ben impiegato con profitto

anche molti di loro passano molto tempo a combinare nulla...ma hanno uno stile diverso.

difatti, durante il giorno...distanti dallo sguardo dei capi.....molti di loro seguono le partite di calcio...comprano e vendono titoli in borsa...ristrutturano appartamenti...tutte attività abbastanza distanti da quelle per cui son chiamati a venire...cambiail loro emolumento, ovviamente..e la "posizione di potere" nell'azienda...che gli consente di guardarmi male...

ma questo lo fanno da quando sono arrivata quì il primo giono solo per il fatto che non ho studiato ragionereia...(ragineria, attenzione!!!!)..

ma, a ben vedere... a loro non ho mai destinato parole migliori.....

 

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Giovedì pomeriggio.

Verso sera

Sono appena scesa dal nono  piano dove un pomeriggio alla settimana , svolgo un’altra attività.

Mi hanno affidato la gestione dell’archivio cartaceo dei curriculum che vengono inviati in azienda e che l’ufficio personale controlla al momento del bisogno di ingaggiare qualche stagista che, pergiunta straonorato di esser stato scelto come se avesse vinto alla lotteria, ben contento svolgerà compiti di intelletto che potranno variare da pomeriggi interminabili a fare recall di meeting, alternati a mettere a sistema la richiesta di approvazione per i costi del catering e a finire per imparerà a riempire fogli excl di feedback sempre degli stessi meeting, e la cosa bella è che vengono selezionati studenti che si sono laureati a pieni voti all’università di economia e commercio, mai niente di meno......

Quindi mi sono dedicata all'archivio dei curriculum che la "segretaria" aveva già estratto gentilmente dalle buste.....

Li ho ordinati secondo le mie simpatie, cosa assai disonesta ma una piccola rivincita che mi prendo nei confronti di questa logica aberrante; in fondo i curricula dei candidati che allegano raccomandazioni firmate da personaggi di chiara fama, privilegiando invece neolaureati stranieri, possibilmente originari del “terzo mondo” anzi: come ora si dice con un certo tipo di ipocrisia: “paesi dalle economie emergenti”

Nell'empireo del nono piano nemmeno si avverte il delirio frenetico del piano del marketing dove io normalmente  lavoro tutto il resto della settimana.

Frenesia che si acquisce in questi giorni, poichè oltre alla fine del mese è anche lai fine del “quarto” (non di bue,e nemmeno del calcio, semplicemente si tratta di trimestri fiscali); ordini che devono"entrare" (ha il gusto un po' porno....) per essere fatturati, contratti da processare (in perfetto stile “togherosse”).....milioni di Kappa bloccati....(questo è Kafchiano: invece trattasi di soldi: ogni cappa equivale a mille euro...così è solo un pochino più imponente!).
Al nono piano, invece,sembra sempre di respirare un’aria diversa.

Al nono piano non si avverte nulla di quell’inferno .

Tutto è tranquillo.

Come sempre.

Al nono piano ci sono i legali...la mente dell’azienda, che si contrappone alla manovalanza sguinzagliata a cercare clienti e a fare gli obbiettivi di fatturato anche nello stile: niente openspace....poltrone in pelle, salette spesso vuote con tavoli ovali per le riunioni e colorate con tinte “rilassanti”......piante alle finestre....

Il “nono” quasi a sottolineare la sua alterità, è separato dal resto del grattacielo, dal resto dell’azienda, dal resto del mondo,  dall’ “ottavo”, il piano dove sono collocate  delle macchinette del caffè...contrariamente a quelle che si trovano “al secondo” dove vanno anche gli operai della manutenzione, questo è panoramico e sembra quasi vi si possa accedere con qualche riguardo nel modo di vestirsi.

Perchè a questo vanno a prenndere il caffè i legali, i colleghi che gestiscono il personale, e a volte anche l’amministratore delegato, se si trova nello stato di grazia di uscire dal suo ufficio, ma sempre circondato da avvocati o colleghi suoi pari provenienti da qualche sede straniera.

Sotto quel piano si fanno i kappa, si fa il fatturato, si fanno i soldi,sotto; sopra, si fanno le cause legali e si gestiscono i rapporti fra l’azienda e i dipendenti, sopra si pensa...

C'era il manager della” formazione”, al solito disinvolto ma con quel passo nervoso, che si aggirava come un furetto.....
la capa dell’ufficio “risorse umane” mielosa come se avesse trascorso una notte con Brad Pitt;
La signora dei “fogli ore” soddisfatta perchè aveva terminato uno dei suoi arazzi a punto croce:  stava terminando di inserire tutti i giustificativi e le ferie di tutti i dipendenti; un foglio excell con un programma oracle difficilissimo;
Il dirimpettaio moderatamente distratto dalle unghie delle sue mani.....

Giovedì, grazie alla tenerezza che suscito nella responsabile della gestione delle nuove risorse....ho il privilegio di trascorrere quattro ore in quell’atmosfera rarefatta e profumata di legno di sandalo....

Mi sento una ganza, degna di essere finalmente invidiata anche io per qualcosa....quattro ore a un  tavolo, proprio quello ad angolo;

strapanoramico.

quello esposto verso la città,

quello esposto verso il tramonto.....

il tramonto, che i persiani chiamavano:Europa

 

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È una bella giornata di sole, la luce giallina filtra dai vetri del grattacielo.....

"dunque dovrei dirti una cosa che al momento è riservata..."

intorno non c'è nessuno, a parte il gran silenzio....

la mia nuova manager, si avvicina con fare da faina.....

"dunque: il nostro collega, che stà di sede a Roma, ha chiesto di poter cambiare ufficio e attività e si sarebbe pensato ....penseremmo...vorremmo .....sapere se saresti disponibile a prendere tu in mano anche tutta la sua parte dei contratti...ovvero anche quella che attualmente fa lui...avevamo pensato di proporti di occupartene tu.. se te la senti..."

So, grazie a qualche “voce” riferitami in uno dei miei pomeriggi al piano dell’ufficio personale, che la lettera per il trasferimento è stata scritta due settimane fa..altro che "pensare"....

e così proprio a me, proprio quella che va in giro in scarpe da tennis anche quando indosso una gonna di romeo gigli...mi tocca di fare che, con lo sguardo interessato e intelligente e un sorriso rassicurante che sembra proprio rassicurare, mi renda disponibile al “salto” e prendere in consegna anche l’attività di un collega che nemmeno conosco...il che significa che se dirò che mi va bene, svolgerò attività non più-o, meglio- non solo di supporto alle vendite, ma anche di supporto al gruppo finance, che si occupa della fatturazione, e questo perchè i contratti di licenza, prima vanno venduti, poi messi a sistema affinchè siano disponibili per fatturare.

 

lo so che sono stata il carma della mia nuova manager, e che –davvero- per lei era stato come una sciagura avermi nel suo gruppo a lavorare, sebbene la mia attività non avesse nulla a che fare con la sua...anzi, come si dice quì ...sebbene la mia attività “non impattasse....”-mi sento quasi nel mezzo di un crash test”!!!- per lei, che non sa quello che faccio, non le interessa e non vuole nemmeno interessarsene ora,  resto quella che non si pettina troppo e che sembra andare in giro fra i piani ad offrire noccioline, come se girasse allo zoo....: un po’ contrariata sulla scelta dell’esistenza dello zoo”in sè”, un po’ accondiscendente alle richieste degli animali in gabbia.

...so che è questo che pensa....

E lei, che in questi mesi aveva trovato la tecnica sapiente per aggirare la mia scrivania in modo da evitare di salutarmi e contemporaneamente di chiedere ai colleghi di fianco a me di condividere un caffè...senza sentirsi obbligata a coinvolgermi....stamattina invece la vedo avvicinarsi a me, proprio a me, con un sorriso dolce e avvolgente...

Lei, che se avesse potuto, avrebbe giurato a sè stessa di non aver mai a che fare con me..e invece le ero rimasta attaccata come se fosse stata una svista aziendale, di cui lei si sente parte importante..

all' inizio escludermi dal suo "ristretto giro della tisana e biscottini del mattino" mi era sebrato le riusvisse quasi imbarazzante, ma poi si era accorta, forse, di quanto poco ci tenessi...

"e finalmente vede un bagliore...uno spiraglio...una via di uscita...”

trasferimento dal marketing  al finance...ci sono ben otto piani di distanza...otto di cui uno è quello della pausa caffè..una vera cesura....

"bel salto di carriera...importante", dice il collega che mi lascia il suo posto, a volermi convincere..." è importante, dopo solo un anno e mezzo che ti trovi quì....-sottolinea-, poi, per far un po’ pesare, con il tono di chi fa pesare senza sembrar che vuol far pesare, prosegue: "ho parlato bene di come lavoriamo affiatati insieme...che secondo me era giusto che questo lavoro lo facessi tu che sei quella che ne sa di più”

(" come?...quella che ne sa di più?!”)..sembra quasi che abbia scoperto un pozzo di conoscenze e arguzia che ingiustamente era stato messo a fare fotocopie e etichette per gli indirizzi da attaccare sulle buste.... "

Ovviamente non ci credo, non ci credo che qualcosa di appagante e prestigioso venga consegnato da un collega all’altro così...quasi per un moto di sensibile altruismo; non ci credo perchè le cose sono diverse: quì si consegnano le rogne per dedicarsi ad attività più remunerative, non c’è molto altro.

La parte buona della torta resta nelle mani di chi è riuscito ad ottenerla, quando si creano situazioni come questa, non è un regalo, è cercare la soluzione ad un problema: il collega non vuole continuare a fare questa attività che non ha sbocchi, riesce a trovare un modo di riallocarsi, ma giustamente si crea il problema di come gestire l’attività che lascia: niente di più semplice...la consegna in toto a me, che faccio una parte di questo compito-la prima- ; lui mi suggerisce di fare anche la sua, la seconda, e la cosa finisce lì.

Non capisco tutto questo teatro della soddisfazione,

forse hanno ragione gli anglosassoni: è una debolezza tutta italiana, quella di essere teatrali in tutto...

Comunque, lo assecondo per farla un po’ più breve, con la stessa morbidezza lenta di chi ha dormito poco alla notte...

Però apprezzo il loro coraggio: sono entrata in questo ufficio perchè fortemente voluta da una manager che forse ha trovato irresistibile l’idea di assumere una che “non c’entra” e rimarrò quella che non c’entra e qualunque cosa farò, e anche qualunque cosa imparerò a fare, sarò sempre una che  non c’ entra e quindi sarà sempre un rischio, perchè sarà come se facessi qualcosa che non so fare...

Questo- secondo me- è il senso più biblico del lavoro.

Questo è il prezzo per la vita quì nella terra...questo è il prezzo dell’aver voluto accedere alla conoscenza.

Questo è lavoro e basta.

Una fatica .

È finito il tempo del lavoro come opportunità di stare insieme, crescere, migliorare umanamente...ora il lavoro è un’ansia perenne, una percezione di sentirsi sempre in ritardo.....di non fare in tempo....di non riuscire a interporetare bene gli ordini,

io continuo a vedere in questo cubo di vetro le nuvole che si specchiano, e il cielo....

ma questo non è un pezzo di cielo chiuso in una scatola trasparente...

questo è un ecosistema terreno, quì c’è lo spazio, il tempo, la fatica, la stanchezza....

non è semplice adattarsi per me, che sono comunque una persona che ha sempre vissuto grazie alla sua capacità di essere creativa....quì la creatività, la fantasia, la poesia...la curiosità .....quì hanno deciso che non serve.

 

“bisogna sempre stare all'erta ...... prima o poi ci si accorge che fa tutto sbagliato...."

 

 

pensano anche le segretarie che si vestono come delle manager, che mettono i tacchi se devono quel giorno parlare semplicemente con la collega dell'ottavo piano per comunicare il “piano ferie”....

eppure....

eppure .

ora sono quì...vediamo cosa succede:

prosegue il colega che stà cedendomi la rogna camuffata da onore di cedermi delle nuove responsabilità...."ho riferito che, adesso, da quando lavoriamo insieme, dei mille contratti, prima ne erano bloccati in media circa cento e adesso non più di due o tre...un delta che è davvero tendente a zero..."; ribadisce soddisfatto..

la cosa non fa scattare successive riflessioni, si ferma lì come fosse una coincidenza.

(".... ma siete sicuri?[...] Che non ci fosse nessun altro a cui dare questo incarico?

proprio quella...quella strana?”

ma strana che basta dire "strana" e tutti capiscono di chi si parla in tutta oracle...insomma davvero strana...)

Penso anche io, che-fossi in loro- non sono un cavallo su cui puntare...

 a volte mi sorprendo che qualcuno vestito in giacca e cravatta, superi i pregiudizi e abbia bisogno di me,...che si avvicini per chiedermi qualcosa.....io non lo farei, io non sono sicura che mi verrebbe voglia di saper qualcosa da uno con la faccia tirata come loro.....quasi quasi li ammiro.

e così le rispondo, cogliendo subito la sua gratitudine:

"sono disponibile. mi sembra una idea vantaggiosa per l'azienda..."

dico con lo sguardo che ha dentro quel modo che sembra sempre che tutto il suo tempo sia a disposizione....

"un-vantaggio-per-l'azienda"...ma questa risposta proprio non se l'aspettava...

"ma è anche una gratificazione per te....non credi?"

Ho riferito al collega che mi lascia l’incarico, e che dice di essere soddisfatto che sia andata così, dice di essere soddisfatto di avermi raccomandato..

forse dovrei mostrarmi un po' meno timida....

"secondo me era giusto che questo lavoro lo facessi tu ...vedi ho parlato proprio bene di te"

non sa nemmeno come sono fatta...stando a Roma...

gli piace la mia voce, sa che sono gentile...sa che non perdo mai la pazienza....e che non gli faccio mai fretta...

...

mica sa delle mie occhiaie al mattino...

 

 

......poche ore dopo sono stata convocata al dodicesimo piano e nella stanza ad angolo orientata verso milano, verso ovest;

una nuova- praticamente mai vista colega e il suo capo col braccio rotto e il fare un po' frettoloso di chi vuole velocemente concludere...(per andare dove?) mi hanno proposto di "passare le attività al più presto..."

basta fotocopie e lettere e attività da segretaria....basta marketing.

"bisogna capire i tempi .....ma si rende necessario che dal quarto piano tu passi al dodicesimo...al più presto" aggiunge sistemandosi gli occhiali..

"bello...panoramico..dall'altra parte si vede anche il monte rosa..." è stato il modo di dare il mio consenso......

non aumenta lo stipendio...aumenta l’altezza... il piano...

cosa dovrei dire....

forse mi spiace di lasciare i miei colleghi attuali, i loro ritmi trafelati, i loro volti sempre affannati, sempre in ritardo.... che tutte le mattine mi chiedono come va e mentre me lo chiedono stanno già pensando ad altro....

la mia "casetta" fra i responsabili delle vendite....

D'altra parte, in un ufficio di 300 persone non si può piacere a tutti, io questo lo posso capire...

... e invece...pur di togliermi di torno...la manager mia capa,la responsabile del marketing, ha acconsentito a una mia "promozione"; come dire: a nemico che va ponti d'oro.

ecco, "contract specialist"....  dopo diciotto mesi in questa azienda senza aver mai nascosto di non sapere granchè di computer e di inglese mi chiamano per cambiare il ruolo ed entrare nel reparto "finance".

un passaggio che sembra quasi incredibile.

"imparerai"

imparerò

"la gestione dei contratti passa tutta a te.

dal controllo delle licenze alla fino alla chiusura del contratto e il protocollo; cominciamo giovedì...”

fra tre giorni.........

certo...un po' di sforzo all'inizio....ma poi...tutto scorre....

ho chiesto un po' di affiancamento...chissà se mi mandano a Roma a farmi spiegare da lui cosa e come si fa; dal volpone che ora è sollevato e tutto bello piacione se ne va al reparto "quality"...

 

il dodicesimo piano offre i vantaggi della vista sulle alpi.....e anche sulle piramidi...

perchè nei bei giorni limpidi e sereni si vede anche il grattacielo di porta romana....

praticamente vedo fino al quartiere dove abito..a sud della città....

al dodicesimo piano abita anche uno dei due colleghi col quale riesco a dividere la pausa del pranzo senza rimpiangere di non avere il colera.....

quindi mi viene da pensare che il benefit sia questo e sia buono.....

bisogna fare un po' festa

nonostante-proprio-per

quindi ...almeno un pochino.....ancora.

 

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Colombiani metropolitani

 

Li incontro  sopratutto al rientro dall'ufficio, non capisco che orari abbiano al mattino, ma verso le sei di sera sono contenti di prendere la metropolitana e fermarsi un'oretta in piazza Duomo.

Donne con bambini e bambine piccoli tutti aggrappati e vicini e in braccio, forse a quell'ora tornano dall'asilo. le bambine hanno curate treccie fermate da fermagli decorati con pupazzetti, vestiti un po "della festa"...borsettine, e sandalini che calzano pidini dentro a candide calzine bianche di cotone... succhiano caramelle dolcissime pasticciandosi le mani,

Hanno uno stile che li distingue.

Uno stile oltre ai loro profili che sembrano scolpiti nell'argilla e i loro occhi scuri ;sempreallegri e attenti a tutto,

gli uomini: gli uomini, come le donne,sono tutti molto giovani. si vestono come giocatori di football, con canottiere dai numeri sgargianti e cappellini con la visiera

Adorano i pantaloni larghi funky e le scarpe da corsa; escono dai posti di lavoro come se fossero appena usciti dallo stadio...non sono sportivi, ma vivono imitando chi pratica lo sport, semplicemente fieri dei loro stomachi gonfi di birra e delle loro nike che li fanno sentire entrambe le cose, molto ma molto eleganti. I

Che significa aqnche “integrati”.

ll loro abbigliamento ha un modo di essere vezzoso.... tutto “firmato”, magari falso, ma con le firme di stilisti italiani...armani, dolce e gabbana.... firme stampate gigantesche come cartelli di pubblicità.

....amano sempre la loro musica, i loro ritmi, e  cenare col brodo di gallina.....le loro fidanzate passeggiano fasciate in pantaloni aderenti e magliettine che ostentano pancie grassottelle, unghie con smalto consumato dai colori perlati e fermagli vistosi stringono a crocchia capigliature lustre e nerissime... hanno finalmente conquistato i pomeriggi da mac donalds a bere frappè e trovarsi in piazza, in centro, sul sagrato della cattedrale fumando marlboro oro.

In colombia potrebbero farlo, quindi così In Italia si ricongiungono  fantasticamente alle comunità ispaniche di maiami, di new york e del new messico, Acapulco,  Cartagena.

Per loro nessun luogo è lontano.

Mi scalda il cuore la loro maniera di dichiararsi felici e magari innamorati, anche per gioco, ma sempre così semplice e spontanea.

Si stringono fra loro in abbracci affettuosissimi e poi scoppiano in risate alternate a carezze e baci.

Nella vita è così...nella vita si fa così.

Si abbandonano i luoghi dove si fa fatica a vivere lasciandoci magari un pezzo di cuore ma portandosi dietro l'allegria e la voglia di amare.

 

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venerdì
il giorno dei "testi del pesce asciutto"


più li ascolto più mi chiedo se sono io a cui manca qualcosa,  o “loro”...
Loro parlano di linee guida
(come direbbe il ministro della sanità riguardo al protocollo sperimentale su un vaccino...o sui farmaci da usare nel caso di....)
linee guida riguardo i...

 ( si parla della legge della natura...)
"il pesce grande mangia il pesce piccolo..."

"l'animale che vive nell'acqua, quello più grande si nutre di quello più piccolo ..."
oracle è un grande laboratorio di appassionati di ittica

(god bless you)
oracle è un esempio di pesce grande che stà facendo fuori tutti quelli piccoli...
così detto mi sembra però un messaggio poco appetitoso..perchè stare dalla parte dello squalo?

Perchè mangia per ultimo....

È una questione di presenzialismo....

(Ho letto che al culmine della scala alimentare –in natura- c’è un animale che ha sostituito la forza con l’intelligenza, ma sopra a lui ce n’è uno praticamente inutile che è capace di adattarsi: il battere)

"occorrerebbe considerare, però, che ci sono a volte anche pesci piccoli che mangiano pesci grandi....Che dire dei piranha?”

Il castello costruito sull’ipotesi che è sempre il più grande a vincere, crolla.

Oracle potrebbe sentirsi in pericolo....


silenzio
ma non è finita: anche in un acquario ci sono i nonsensi...quelle inversioni logiche che gli evoluzionisti non riescono a spiegare se non con un “c’è riscontro...”

in attesa di ulteriori informazioni che possano fornire la possibilità di formulare una nuova ipotesi.

ascolto un nuovo stagista mentre stà parlando al telefono con il copy writer dell'agenzia che si occupa di testi e immagini marketing -
...."sono daccordo su un lettering un po' più asciutto"
lettering...asciutto?
e io so essere lui uno che non capisce un cazzo... “lettering asciutto”, non significa nulla 
il lettering asciutto non esiste, a parte l’acqua dei pesci grandi e pesci piccoli....sa soltanto di una frase messa lì a fare impressione, sa di aperitivo in un locale alla moda.......”per favore, può farmi un martini dry e ...mi porti anche un lettering asciutto...”

forse intendi un lettering a bastone, senza le grazie.....

ma cosa te lo dico a fare che nemmeno sai chi è Bodoni....
non serve fare gli istruiti in questo limbo.....
tocca solo avere la pazienza di giobbe, o forse il distacco, o altro per la testa...ma non troppo altro altrimenti ...altrimenti mi accorgo di quanto sia vasto il mondo e allettante, in tutta la sua tragica vita...
carne
neve
luce
freddo
strade
bicicletta
casa
foreste deserti città
amori dolori
guerre
pesci grandi che mangiano pesci piccoli

"senti...come ti chiami? Visto che hai studiato allo yed e non puoi fare a meno di usare tre parole in inglese ogni quattro e le metti prima di pensare se sono sensate nella sequenza in cui le metti....per coerenza stilistica ti consiglio di dire: lettering DRY....."
silenzio
tempi di reazione da koala assonnato....stessa in-espressione

 comprendo che non vorrei trovarmi quì ma mille chilometri più a nord ...o più a sud.,..
con una piccola squadra di pulcini del basket ai quali insegnare  ad andare in bicicletta sulla spiaggia senza perdere l'equilibrio.....
se ci penso, se penso di trovarmi su una spiaggia.....

con una intera classe di bambini...so che ci sarebbe comunque più calma, più tenerezza...e anche più pace.

ovvio facendo la differenza rispetto al fatto che quì di fianco a me, c’è un coglione che parla di linee guida rispetto al lettering asciutto.

 

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rientro dalle ferie

 

 

 

E' arrivato un manager, rientrato dalle ferie....

un pezzo da novanta...

"gay"...

così si chiacchera, si dice, girano voci...voci da segretarie, per ammazzare il tempo, per interessarsi per l’ennesima volta di qualcosa che a ben vedere non dovrebbe risultare interessante, ma la dinamica è questa.....fra un’attività e l’altra, misurata con scatti di anzianità, aumenti di stipendio, cambio di ruoli, resta sempre qyella che invece è assolutamente trasversale: i pettegolezzi, è così che funziona.....

Parlare di cose inutili per passare il tempo e riempire i vuoti lasciati dalle cose importanti.

(Che ovviamente-a mio vedere- sono moltissimi, considerando che nel lavoro individuale, in un’azienda, c’è ben poco di importante)

Fra quelli che vengono trattati con più senso della riservatezza svelata, e quindi con appassionata falsa discrezione, c’è quella che una delle pietre apicali dell’azienda, sia, sebbene sposato e con figli, sia omosessuale, nessuno ci crede, ma si dice

il piano dell h.r...-( human resurces...guai a dire: risorse umane-o, peggio ancora: ufficio personale...-siam mica al supermercato, e nemmeno in un guardaroba!!-)-ha, fra le varie attività che lo tengono impegnato, quella di sapere tutti i cazzi del personale, ovviamente lo statuto non prevede quello dell’indagine degli orientamenti sessuali, quindi risulta il più indagato.

se ne parla fra un caffè e un cioccolatino  dopo la pausa pranzo, dopo aver agevolato il suo passaggio con un saluto molto ossequioso,

ma come ogni argomento ozioso...serve ad accompagnare l’ozio.l'importante è esser leggeri...insistenti e leggeri.....

un giorno mi sono trovata in mezzo a questa amabile conversazione, e forse sono andata al nocciolo un po' troppo in fretta...distruggendo un argomento preziosissimo....

senza nessuna ostilità, -perchè i gusti sessuali di un uomo o di una donna, non generano in me grande interesse, se non ne sono coinvolta in prima persona-, avevo confermato che “certamente”...il mio stesso istinto di donna mi diceva  che lo fosse, non ne facevo un problema, mi sembrava più problematico il suo carattere supponente e pergiunta rozzo, nonostante le sete preziose delle sue cravatte, sempre intonate con le calze...e a parte la sua insopportabile voglia di mettere le persone “inferiori” di livello lavorativo, a disagio, dando per scontato che sia lecito avere un comportamento fra persone decidendo che vi siano categorie  e successivamente, in base a queste, assumere un atteggiamento, distinguendo fra inferiori e non.

appena arrivata in oracle, fin dalla prima volta che l’avevo visto, avevo intuito il suo disagio che si trasformava nel mettere a disagio: il tutto ovviamente nascosto da quel birignao di chi recita la parte del supponente con un eccesso di convinzione.....il suo modo di chiudere gli occhi, di distogliere lo sguardo, che contraddivano però  l’ostentazione della sua gran padronanza di sè comunicata con un sorriso sempre troppo ostentato e severo, che non rifletteva alcun sorriso nel cuore.

Avevo pensato...sebbene sposato e famigliato....lui fosse gay, del genere più scostante.....quello al limite dell' inconsapevolezza...e quindi fra me pensavo a quanto poco fortunato fosse l’uomo con cui avesse rapporti, ma anche la donna con cui aveva “messo su la famiglia”, quantomeno però appagata dal suo invidiabile stipendio di top manager

Questa sensazione era passata sottopelle, senza importanza, si tratta solo di un collega molto anti-patico.

 

Poichè ha l’ufficio al mio stesso piano, lo incrocio di frequente.

Essendo certamente ai suoi occhi una paria, non mi parla e non mi saluta, nemmeno se io lo saluto guardando proprio lui..... e sorridendo...

Finge di non vedermi ed è anche particolarmente irritato che da un anno giri per Oracle, nel suo territorio, un insetto come me...

E poi lo ha sfiorato subito il sospetto che data la diversità “culturale” della mia provenienza, lo avessi “ sgamato “subito...

Credo che la cosa che più lo disturbi è che l’insetto-cioè io-  lo salutai sorridente e indifferente

gli insetti non sorridono.....e non si è mai visto che si debbano salutare....o sorridergli

L' altroieri

è rientrato da fantastiche vacanze....

anzi....trascrivo fedelmente:  è tornato dalle ferie durante le quali "ha fatto...la bassa california..."

meraviglioso: ci tengo ad ascoltare la storia della sua vacanza esclusiva, quindi mi camuffo da cespite e concentro l’udito...........

ha fatto il bagno fra le foche...

ha visto le balene...

faccio finta di scrivere, abbasso la testa sulla tastiera, avvicino gli occhi al monitor: sa di racconto interessante....

Ha visto le foche ....e le balene;

sa abbastanza di racconto di Melville...

quasi quasi ha fatto una vacanza che è un romanzo, un genere letterario:...tempeste, temporali,mare forza sette.......

basta "fare la bassa california" ed eccoti quà un bel racconto da film. "master e commander":  set del cinema....le onde finte, le tempeste create con gli spruzzi delle  pompe d'acqua...i  modellini in balsa con le vele che si stracciano........ i lampi fatti dalle alogene che si vedono attraverso i cieli di carta.......scene da esterni.... le orche , i pinguini gli arbatri e....le foche e le balene.....

prosegue:

"e i cocktails......!"

"... i cocktails in catamarano"...

figata!aspetta: poi c'è il deserto...

il manager "ha fatto il deserto".....ora parlano di cactus , coyote, struzzi....

ci sono le mucche che camminano lungo la strada.....nel deserto si incontrano coiote, struzzi e anche 

"lo struzzo è più piccolo del pollo......e non vola.".

ergo: i cartoni animati sono precisi...

segue: crotali e serpenti velenosi...

"c'è gente che li alleva....".

Ma allora siamo di fronte ad un raffinato studioso del comportamento animale...nel bel mezzo della caccia grossa alla balena ecco affiorare la passione dell’ etologo...

Cui seguono dettagliate osservazioni sui caratteri comportamentali degli uomini di differenti etnie, luoghi, culture:

"i camionisti messicani guidano come pazzi, sono simpatici e gentili e si mangia bene....si ficcano negli alberghi, (connesso col fatto che è gay il fatto che ha usato la parola "ficcano"?...mi sa che è troppo arguta), si ubriacano "come balene" (cosa ne sa....?! e passano le ore bevendo al bordo piscina..."

mi sembra una nota di colore rilevante

" negli alberghi messicani è una formula usuale: happy drink: paghi un fisso e poi è tutto a volontà: praticamente: si beve gratis"....

Poichè questo manager costa all'azienda un miliardo all'anno di vecchie lire( solo in stipendio, poi ci sono benefit e risarcimenti in nota spese)...mi pare che sia nelle condizioni per notare questi piccoli risparmiucci.

adesso si discute dell'open bar

"in italia non esiste.... l'open bar...a bordo piscina...."

...deve essere piuttosto dannoso per il fegato...

ha visto Keywest e ha constatato che è uguale a quello della copertina del disco....è importante.

è importante perchè introduce il tema degli ascolti musicali

 la questione adesso è che l'ipod.... costa 150 euro e non conviene installarlo nell'auto aziendale...come il palmare e il navigatore......

“l'installazione costa troppo...”

non si può mettere in nota spese...già informati....

il signore continua a costare all'azienda una miliardata (prezzi sempre in lire) all'anno...e ancora non ci è dato sapere cosa mette nella nota spese.....però....installarlo nell' auto costa troppo.

comunque...- e queste sono le cose veramente disoneste-.......si arrovelleno perchè in italia "quel" sofware per installare l'ipod sull'auto costa sette euro in più che in Francia...

attenzione...adesso arriva la parte culturale.....

jonni depp ha pagato venti miliardi per "sparare" uno scrittore...-le ceneri-....fuori dall'atmosfera...si chiama tim....”sì: tim come come tim robbins”

...ma il cognome...la cosa importante...no: il cognome non lo sa...

Riferito così, così questo gossip fa cagare!

Del gossip, in pratica sfuggono le cose importanti....sfuggono i nomi e i cognomi...

roba che a scuola ti rimandano al posto con una "i" e poi sono cazzi tuoi........

però è tim...non tom.....

“tom.....”

Quello del cartone animato del treno...tutto digitale ...quello con ...”tom hanks....”

cosa c'entra con "gli uccelli"? (di Hitchock, presumo io)

ah, sì:l'evoluzione degli effetti speciali.....

Ma parlando di effetti speciali la conversazione va all'approfondimento.

"Quelli sì che sono effetti speciali"

il signore degli anelli rimane il punto di riferimento.

“Film un po' pesante.bello il libro.”

Non perchè lo hanno letto......citano il nipote :sostiene che, se superi l'inizio,-...attenzione si parla di ..."il signore degli anelli"-....è davvero una bella lettura.

E non una lettura banale,

“l'autore era uno studioso....”

"mai riuscito a leggerlo........troppi nomi"....

Devi superare l'inizio è non male...lo ha letto il nipote.....ma non lo ha superato nessuno.....

Ma questi manager hanno cervelli eccezionali...saltan da uin argomento all’altro resettandoci alla velocità che sbalordisce: come hanno fatto a arrivare al "collezionista di ossa"...?

I libri letti nell'estate.

Bel giallo, bello il film

c'è dezel......

a proposito di film...uno ha letto "l.a.confidencial"...bello.

fine delle informazioni......

....e se per caso gli dicessi che l'autore del libro, da bambino, assistette legato al calorifero all'assassinio della madre, e che è uno degli autori di libri di crimine più pulp d'america, e che il film ha una sceneggiatura esemplare proprio perchè scorre con appena qualche cenno truculento?

lasciam stare....non voglio perdere il filo.

e invece:

finita la conversazione.

adesso tutti a testa bassa a far entrare gli ordini e i fatturati.....

io mi domando: questa gente....con tutti i mezzi che ha ...e le opportunità....cosa guarda, di questo mondo....se di fronte al meraviglioso fa dei racconti così...poveri?......

 

che spreco!

però, ho imparato qualcosa......

in messico incontri le mucche in mezzo alla strada...

 

e ogni tanto piove......

mica male....

 

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oggi in ufficio sono tornati praticamente tutti....a parte me e una
vicina di fronte che è veramente uno spasso di arguzia misto alla follia
più genuina e godibile, che non siamo mai partite....gli altri sono
veramente degli uomini qualunque, che hanno dato un'occhiata a /Men's
Health, e hanno scelto: “la vacanza più trandy dell’anno, gli alberghi più traqndy, i locali più trandy”

un esercito che fa cose trandy, ovviamente, è la coda del trand, diciamo che a furia di cercare di essere esclusivi leggendo tutti il rotocalco per persone esclusive...diventano nella norma.

Rientrati da poche ore sono già ai blocchi di partenza:
sacrpetta nera prada......o “ acomodino” rigorosamente color kaki
camicia a righe azzurre.... tutti.
tailleur nero/antracite/indaco,in gabardine.....cravatta in seta rosa
confetto+badge Oracle rigorosamente attaccato al collo;  chi può sfoggia
il nastro rosso che significa che è stato nella sede in nord america
(san francisco),anzichè blù che invece indica la provenienza autoctona emea:in europa; volgare comune e di chi non ha trasferte pagate.

 io
lo perdo quasi sempre il badge e quindi quasi sempre ho quello con scritto
Visitor...a ben vedere, mi stà a pennello!
e di cosa parlano? oggi, nella fattispecie, del derby;

 oppure dei documenti di marketing e allontanandosi come se avessero cento cose da
fare.... si dicono con voce ostentatoria:”.....mi giri quel file....?"

superata l’ironia del girare un documento che sembra quasi abbiano a che fare con hamburger .....
non capisco bene se sia un delitto il fatto che a me mi frega un cazzo
di parlare con colleghi con i quali condivido già lo spazio .....essendomi resa conto  che
a loro interessi più questo che un modo di presenziarsi piuttosto che raccontare ciascuno la loro
vita privata che dovrebbe interessargli..

poi penso che non sia interessante raccontarsi la propria vita privata modello oracle-mens-healt.....e accorgendosi che risulta un’esperienza sovrapponibile, come se fosse la vita della stessa persona......

forse alla lunga se ne sono accorti, quindi di loro stessi non dicono nulla..anche perchè l’originalità sarebbe “nell’elaborazione” ma a furia di girarsi i file di corsa...hanno deciso di non aver tempo di creare una riflessione originale

_nello specifico di questo lunedì..._..
c'è la variante delle “campagne “ intraprese durante la stagione estiva....
c'è chi:  "ho fatto la grecia"...chi: "ho fatto le capitali europee"
-esclusa amsterdam che ci va la falcioni-...poi c'è quella che "ho fatto Parigi"...e quello che, tediato, dice che: "ho fatto tre settimane a bormio/ponte di legno e doveva esser
solo una ma ci son stati contrattempi".....

("contrattempi perchè stai tre settimane in vacanza in una tua seconda casa? ma io ti ci butto
dentro cinquanta indiani di etnia sinti e poi mi parli di contrattempi,
coglione!")
poi c'è uno, scheccatissimo, che non oso chiedergli dove sia stato....ma lui muore dalla voglia di dirlo: si
è fatto....”Stromboli?”
per non farci mancare nulla, ma proprio nulla,è arrivata quella del
marketing dal primo piano che racconta come sono andate le vacanze con i
suoi nuovi due bambini adottati...:"Gaspare li ha accettati benissimo....e il cane
adesso li adora..."(ci ho messo un po' per far coincidere i nomi alle
persone.....Gaspare è il marito....!!!....se non scrivessi queste cose
nessuno crederebbe che ci siano persone che in questo ufficio parlano 
in questo modo...gente laureata...!!!!!)
ne conversa giocherellando col badge versione “nastro rosso”....e ne parla
con un’altra collega che non ha figli e ... è andata a fare
tekking sulle montagne sopra como col fidanzato e il cane.... e
dice:  “....tutto molto bene...."con quell'aria di chi è perennemente a dieta
perchè le hanno detto che così si vive di più.... ma i conti non le
tornano granchè visto che, questa vita che potrebbe durare di più, se la
deve ancora far piacere...
dove sono posizionata io?
io fra quelle che non hanno niente da dire e che hanno -come sempre-
pensato troppo.

 

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è il primo giorno di settembre

milano in agosto è stata vuota....improvvisamente silenziosa...splendida...tutti i viali alberati hanno assunto una nuova larghezza senza le auto...e le strade con quell'ombra verde sono  state freschissime.

ho fatto giri in bicicletta per spstarmi da un quartiere all' altro, con questa atmosfera densa, tipicamente estiva milanese, mi sembrava di trovarmi da un'altra parte, rispetto a pochi giorni prima....sebbene sappia che sia proprio peculiare di questa città

ma quest’anno l'ondata di caldo non c'è stata.

alla sera mi sono dedicata lla scrittura

...la scrittura mi ha tenuto compagnia nelle serate in cui non andavo a trovare i miei amici, concedendomi ad una gita notturna sui navigli.....

ho frequentato locali nei fine settimana sorseggiando aperitivi e leggendo, e guardando...

guardare;

il mondo è una scoperta.

non richiede di andare molto lontano....il mondo, per essere “abbracciato”

richiede tempo e voglia di annotarlo,

richiede tempo e voglia di non dare per scontata nessuna sua fibra..nessuna

mi piacerebbe far vedere solo attraverso le parole,questi colori di fine estate in questa strana città che sembra sempre anonima e caotica e che invece , a percorrerla nelle strade centrali medioevali...agli angoli dei navigli...nelle sue piccole piazze rinascimentali... o in quelle con ancora parte di ruderi dell'antica roma.

è tutta un 'altra città

non è un posto per turisti...forse è un posto per scrittori, o viaggiatori..

è una meraviglia, una sorpresa inaspettata.

è una città anche molto bella e non perchè piace a me...

una città per viaggiatori della fantasia, per tutti gli altri resta solo una anonima città molto molto caotica.

primo settembre.....

cielo color latte,

guazza nell' erba,

il verde delle foglie degli alberi ha assunto una tonalità lievemente ambrata...

so benissimo che se dovessi colorare adesso gli alberi che vedo, il verde delle chiome dei platani del viale sotto l'ufficio...dovrei escludere certi colpi di luce fatti con il color ciclamino, ravvivati con azzurri intensi; e invece , mettere dalla parte della luce, una velatura di arancione, e abbassare il tono del verde con grigi polverosi ottenuti da miscele di blù e terre d'ombra,

l'aria è umida, tra i fili d'erba si scorge la guazza, "sarà brina"; presto; non ancora, al momento è guazza che col primo caldo del mattino solleverà strati azzurrini che leviteranno a pochi centimetri di altezza dal suolo...rendendo anche il più piccolo spazio di verde uno spettacolo di fiabe .

fino a ieri questo mite tepore mi sembrava un affronto di una stagione che voleva terminare precocemente: "è ancora agosto."

ad agosto cominciano a crescere i funghi...ma agosto è ancora un mese in cui viene voglia di sentire il profumo di pomodori appena colti, foglie di basilico,

niente che abbia nemmeno il più vago ricordo di quella fragranza marciscente che hanno le spore dei funghi...quel profumo di legna fermentata che hanno i boschi subito dopo un acquazzone .

a settembre molte di queste sensazioni non sono più fuori luogo,...a settembre il palato cerca nuovi sapori, il fiuto trova nuovi profumi...l'occhio vede nuovi colori.

Il palazzo di fronte alla scrivania...un palazzo di dieci piani , so che è di cemento; so che in certe giornate di brutto tempo invernale si confonde con il colore del cielo, della nebbia, anche della pioggia. 

so che è grigio perchè è fatto di cemento...perchè penso al cemento non come un impasto di sabbie che riflettono la luce in base al tempo...."un problema di rifrazione, possibile che abbia dimenticato tanti miei studi, e anche tante mie osservazioni riguardo la rifrazione della luce sugli oggetti?"  no, non ho dimenticato...e non mi ostino a dire che quel palazzo è grigio...stamattina era giallo di un giallo tenero come quello della polpa delle banane....ora leggermente più rosato come quello delle pesche pallide ,di quel rosa leggermente azzurrino.....

non esiste il grigio.

non esiste il grigio come non esiste il nero e il bianco...gli unici colori “convenzionali”.

"non esiste il grigio"

...a ben vedere, il grigio su quelle facciate di sabbia impastata non c'è mai stato...forse, a volte quasi aranciato all'ora del crepuscolo.....azzurro verso sera.....

cosa esiste dunque...?... la luce è l'insieme di tutti i colori ;basta una goccia d'acqua a dividerli per creare un arcobaleno;

la luce crea un paesaggio che non è mai lo stesso......la luce cambia gli oggetti , anche quelli più pesanti...anche le montagne e lo specchio dell'acqua del mare; tutto esiste, niente rimane lo stesso.

Perchè ostinarci ed essere fedeli al nostro modo di pensare, se la stessa superficie di sabbia impastata che io vedo come un palazzo a nove piani cambia col passare dei minuti a seconda che sia una giornata di sole o di pioggia, a seconda che sia autunno o primavera?

0ggi ho cambiato la pagina del calendario: a settembre c'è un lupo che corre...

ho pensato molto alla montagna col suo autunno precoce.....i suoi colori netti e i suoi profumi forti;

ho pensato alle discese di erba già un po' bruciata....ai cieli limpidi, ai profumi di frutta e zucchero e latte che l'aria con l'ossigeno un po' più rarefatto rende deltutto speciali.

certi silenzi. certi spazi. certe assenze, certe presenze.

pigne profumate di resina da bruciare sul fuoco.

 

Sono stata assunta nonostante parli poco e male l’inglese, la mia capacità di comprendere la natura delle materie e i colori, la loro teoria , come si rifraggono o vengono assorbiti, i colori come frequenze , come onde, o come molecole.....

Il linguaggio del colore...

Tutte le migliaia di immagini che ho nella mente che fanno del mio cervello un file prezioso con una ram tecnologicamente impossibile da egualiare …non è importante.

“niente di ciò che tu sai è importante, quì”

Mi ha detto un giorno un collega.

 

 

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si chiamano riservate perchè sono delle piccole salette con all’interno un tavolino, un cavo per connettersi col pc e anche un telefono, e che offrono l’opportunità di parlare al telefono senza disturbare e che vengono sopratutto utilizzate per  lavorare nel silenzio senza alcuna distrazione, l'architetto di interni, ha le ha "ricavate" semplicemente isolando una parte dell’openspace dal resto del piano con delle pareti di vetro rosso; l'azienda con l'ultimo straccio di ironia rimasto , le ha rinominate le salette rosse:
cubetti in vetro rosso posti all'ingresso del piano, dai quali si osserva il vai e vieni dei colleghi che entrano ed escono dall’ascensore, o che camminano avanti e indietro parlando al cellulare alternando il guardarsi i piedi al guardare fuori dai vetri come se fossero dei serpenti chiusi nel rettilario.....dall’interno delle salette rosse si osserva questa processione di monologatori impazziti...sembra di stare ad amsterdam nella via delle donne in vetrina...

solitamente anche all’interno delle salette si trova qualche "pinguino" che parla col vivavoce digitando sul pc....
lavoro al piano dei pinguini in vetrina......

stamattina, per il bene di tutti mi sono spostata in una saletta riservata,

insonorizzazione=0
di cosa chiacchiera il pinguino della saletta di fianco?
richiesta di approvazioni che si teme non vengano accettate, discussione sul "che fare" per raggirare il problema del veto che inficia la possibilità di fare entrare l’ordine, anzi: consente di buccare l’ordine da enne cappa

"sì....sì....

[.....]
sereni....

[....]

....allora fammi sapere, ciao...."*
-il new deal walterweltroniano ha sfondato, nei cervelli dei commerciali di una corporazione americana -

lui dice di stare sereni...quindi: non disperiamo...e proseguo l’ascolto visione filtrato dal vetro rosso...

la super manager super-tacco-punta chiacchiera nervosamente di fronte a me con un paio di scarpette di vernice grigio tortora che sembrano fatte per togliere le lische di legno quando si infilano nelle dita....
segue a distanza di sicurezza un altro “randagio” che parla col cellulare girando, anche lui di fronte a me....cammina facendo un in cerchio come gli orsi in gabbia....
cambia la scena: questa ha un che da avanspettacolo....anzi: stile frociopoli:
un simpaticissimo commerciale gaissimo discute con una che stamattina ha degli stivaletti alla caviglia di quelli “made in china” che, giuro, la fanno sembrare una poveretta appena uscita da via san michele del carso...e giurerei che invece li ha presi ai saldi di qualche outlet pagandoli comunque carissimi perchè...”non hai visto? Sono di patrizia pepe”!!!!
rievoca quel barlume di zoccolaggine che meglio si addice al luogo - siamo sempre nel piano dei venditori- di fronte alle salette rosse...se non quì...da nessun’altra parte”
via loro, rientra un altro "scarpa a comodino "che parla da solo e gira in tondo facendo la danza dell'orso......
fra poco torno al mio posto...credevo che quì nella vetrina rossa mi sarei sentita più tranquilla...ma questo è moooolto più che entrare in un locale di scambisti......




ma io come mai mi sono appartata nella saletta rossa, visto che non ho un’attività che necessiti di mettermi in evidenza nè standoci dentro...nè standoci fuori camminando e parlando al cellulare con frasi mordicchiate del tipo...”ti rubo un secondino....”

semplice: le donne al primo giorno di ciclo mestruale si sentono come nel mezzo di due fiumi che si incontrano......tempeste ormonali che non riescono a mescolarsi e per qualche porzione di spazio corrono parallelamente generando gorghi e mulinelli...
peccato che tutto questo è dentro al corpo...e così si vede subito che hanno una sensibilità quasi insopportabile...se non la sopporta chi ci stà fuori...figurarsi sentirsela dentro!!!!!
ecco cosa ci faccio io quì...nella saletta rossa...
contengo il danno.
ho fatto tutti i conti delle bollette e cazzi vari di una vita tecnologica che vanno affrontati questo mese......
compresa revisione caldaia, rata per pagare la cucina e la play station...considerando il marito nero e disoccupato direi che non mi stò facendo mancare nulla....
stamattina, gli ho detto che:
considerando che senza nulla togliere all'amore e alla salute  ho sulle spalle non poche responsabilità tutte inerenti alla buona manutenzione del mio corpicino e che -senza far pesare perchè di fantasie sul futuro ci nutriamo ma non frustriamo-di quanto desiderassi iniziare a progettare, al momento, non posso fare nulla.....per non avvilirmi troppo vorrei iscrivermi ha un corso di pilates perchè -(qualora dovessi motivarmi...)-sento che il mio corpo e la mia testa ne hanno bisogno......
"fai bene...-mi ha risposto- noi arriviamo prima delle cose da pagare....."
come no!!!
lo vado a spiegare alla banca.....che vengo prima io.....rispetto alle bollette!!!!!!


*mentre parla così agisce intona una posa di voce fra l’allarmato e il tutto sottocontrollo di Bertolaso di fronte all'inevitabile smottamento della montagna con conseguente sprofondo di mezza città nel fango a seguito di un temporale autunnale
anche se stesse zitto si sa che direbbe..."...avevamo previsto ma c'è stato qualche imprevisto"
e la popolazione di fronte che sembra piuttosto sollevata che la situazione sia rientrata nella voce disastro e pensa ”....si a muntagna smuttassi.... u stato ha ‘a  pagare.....”
vorrei saper il giorno in cui lo stato smetterà di pagare i danni di chi scientemente-(come si fa a decidere?…chi lo fa scientemente sa farlo e chi costruisce una villa alle pendici del vesuvio.....mi sa che non è uno sprovveduto…) agisce contro le norme...si costituisse parte civile dicendo....
"avete costruito dove non si poteva...non vi diamo un cazzo e e se proprio ci fosse il problema di chi deve dare a chi...vi dico anche che ci sarebbe una multa da pagare per aver infranto almeno una decina di leggi e se intentate una causa..ricordatevi che sarebbe come fare una causa individuale contro una lo stato -rappresenta qualche milione di cittadini...- la fa lo stato la class action, ma quella vera...."
voglio proprio vedere se rimarrebbe uguale il numero di quelle teste di cazzo che si fa la casetta sul letto del fiume, se sapesse che , nel caso succedesse un casino....non si vede un cazzo di risarcimento nè da assicurazioni private, tantomeno da enti pubblici.....
hai mai visto che quelli che vivono negli slum alle periferie di caracas , il giorno che arriva l'onda anomala hanno un  premier che gli regala delle belle villette fatte finite e arredate ?
se vivi in uno slum...sai che sei su un letto di fango e prima o poi ci finisci sotto...se hai culo ti salvi...ma è culo....


nota alla nota: vedi che se io voglio ragionare come un governo di destra...sarei capace meglio di questo governo di destra...

almeno questo, a furia di frequentare queste mezze tacche travestite tutte da “il libero mercato l’ho creato io e lo cavalco alla grande se solo avessi l’approval....( prima da banghalora, poi da bucarest e  infine da Dublino...)”
e poi, della seconda carica dello stato che sembra che ragioni più a sinistra di quando c'era bertinotti al suo posto, non mi fido...non è che non mi fidi di lui...non mi fido di "noi" .......

 

 

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Spettri Ucraini del finesettimana

 

Li riconosco sempre, ovunque li incontri,

li riconosco dall'odore, li riconosco da quella sfumatura lievemente aranciata del castano chiaro dei loro capelli, assolutamente intonato al colore sabbia pallida della pelle e azzurro ,quasi grigio, azzurro un po' torbido dei loro occhi, sempre malinconici, ancora più malinconici....

con quella fronte corrucciata, che li rende simili come se esistesse una genetica delle espressioni, della mimica facciale,  e lo sguardo che ovunque guardino, sembra sempre rivolto dal basso, ma  verso l'alto, verso un punto dell'orizzonte lontano, oltre la metropolitana, oltre la città all'eccesso oltre l’italia....nuovamente lungo le brughiere delle periferie nere di carbone dove probabilmente hanno lascato una nonna, un fratello, un padre......che zappa l’orto con la terra scura di scorie.

Adoro avvicinarmi a loro, ciascuno di loro, rapita dal quel malinconico silenzio, lo sguardo a volte sprofondato dentro a letture di libricini stropicciati, ultimo residuo del “socialismo reale”;

Occhi assenti e stanchi dopo una giornata di lavoro faticoso.

un lavoro faticoso...quei bei giovani forti e malinconici spesso lavorano nei cantieri, si arrampicano fra i ponteggi, sollevano carriole di mattoni, a testa bassa costruiscono palazzi altissimi, strade, muretti per giardini.a lla sera,rientrano a casa in metropolitana con le mani ancora gonfie e bianche di calce.

I muratori cantano sempre; loro sono gli unici che non cantano; sollevano pesi ,guardano per terra con l'espressione seria; non cantano non pregano non parlano.

Cercando di ricordare qualcosa, cercando di dimenticare qualcosa.

Gli ucraini si rivolgono fra loro con la voce bassissima, e una intonazione di velluto... di qualunque cosa parlino. questo contraddistingue un po' tutti i popoli che provengono dall'est...ma negli ucraini i loro vestiti non eleganti

è quasi discorde rispetto al loro aspetto possente, robusto,

La loro tradizione di campioni di pugilato costraddistingue quello che poi è anche uno stile...braccia grosse e muscolose, spalle ben piantate, magliette aderenti, pantaloni stretti che mettono in evidenza gambe forti e glutei torniti...

Forse ciò è anche dovuto dall' alimentazione...anche quando sono in sovrapeso, gonfi di serate di superalcolici scadenti, hanno sempre dei fisici atletici....

mentre le donne, le donne che facevano sognare tutti gli ebrei della carinzia......per lòa loro sensualità per la loro bellezza, per il mloro erotismo prepotente....sono sottomesse dalla fatica:ormai gonfie dopo varie gravidanze nel loro paese, allattamenti sono arrivate in italia per prendersi cura dei vecchi degli altri,le donne hanno le dita ancora cotte dai lavori di casa, bagni ad anziani con sapone di marsiglia, anziani dallo sguardo perso;come il loro.

Questo è il lavoro che viene offerto alla loro pazienza e alla loro fatica.

E, di fondo, sopratutto alla loro intelligenza.

 

 hanno i capelli del colore platino delle dive degli anni cinquanta...comprano tutte, ma proprio tutte,la tintura al capolinea della fermata della metropolitana di bisceglie, da dove la domenica sera, partono tutti i furgonio che trasportano pacchi verso l'est.....un euro al chilo, all'andata..anche soldi chiusi in una busta.....sul cruscotto c'è il nome della città di destinazione...basta fare una ricerca paziente.

Questi furgoncini dalla targa quasi sempre tedesca, portano al ritorno barattoli di cetrioli, cioccolatini, bevande frizzanti al sapore di malto dolcissime...sacchetti di grano per minestre....e , naturalmente, vodka.

Ho visitato a volte quei terminal, quel punto di partenza e di arrivo, quel luogo che non è un luogo, è solo un passaggio: sembra quasi la piazza dove si incontrano fantasmi alla ricerca di un pezzo di loro stessi smarrito...e si perdono in lunghe bevute sui margini dei marciapiedi affondando quelle mani gonfie di giornate di lavoro dentro all'aceto dei barattoli di cetrioli...una scatola di sardine, pane di segale.

quando alla fine della settimana si incontrano lì per fare acquisti o spedire qualcosa, o semplicemente per incontrarsi, sanno di avere quel tempo che basta per perdersi dentro ad un eccesso di alcol bevuto in bicchieri di plastica e musica malinconica.

 

 

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ognissanti.

c'è una nebbia così fitta che quasi fatico a vedere i palazzi di fronte.

quasi innaturale.

 

 

sono in ufficio e mi fa compagnia un collega che ha il suo computer di fronte a me.

lo sento scrivere e tossire..c'è silenzio.

nel mio piano siamo in tre.

ho deciso di approfittare di questa giornata tranquilla per affrontare un lavoro radicale di aggiornamento di liste...

un lavoro di quelli piuttosto monotoni, che richiedono soltanto molta pazienza.

ne avrò per parecchie ore.

Forse perchè si tratta di una attività molto semplice, che non richiede l’uso di più di due o tre neuroni, e molta pazienza, rischio di addormentarmi...

mi tengo compagnia pensando ...quei pensieri un po’ ripiegati in sestessi...ma dopo un’ora di copia e incolla su un foglio excell...non posso aspettarmi molto di più.

Ma i pensieri solitamente si poggiano sull’elaborazione del confronto fra i progetti e i ricordi...o viceversa.

Comunque sono a modo loro un genere di copia e incolla, un fogliuo di calcolo nè più nè meno di quello che vado aggiornando quotidianamente in cui trascrivo il contratti arrivati, quelli in attesa di firma, quelli firmati, quelli inviati ed infine quelli notificati.

Stessa cosa.

O quasi: coi ricordi bisogna andarci sempre piano..i ricordi ti fanno stare dove non sei....i ricordi fanno stare dove sei stato.

“Dove sei stato ?”

“....’dove sei stato’ è l'unico posto che è esistito”.

I ricordi, i ricordi; viviamo per costruire il nostro passato.

Creiamo progetti futuri che sembrano mattoni poi tiriam su pareti e volte....

E ciò che è...è tutto nel passato.

Praticamente archeologia.

 

 

Praticamente una giornata di fine autunno.

Nebbiosa, come raramente se ne incontrano in città.

il cielo nebbioso sembra un foglio bianco, completamente bianco, sul quale si potrebbe dipingere e colorare.

mi sembra di stare abbastanza bene.

 

ieri ho preporato un dolce con tanti chiodi di garofano, cannella, e anche frutta candita e uvetta.

so che ai morti piacciono questi dolci così sostanziosi.

so che preferiscono queste prelibatezze a quattro crisantemi vicino alla tomba.

domani non andrò al cimitero, se vogliono, verranno loro ad assaggiare il dolce...ce n'è abbastanza per tutti.

 

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Una coppia di bulgari

 

 

È molto interessante viaggiare i metropolitana..

sopratutto in questi vagoni sottoterra è possibile osservare un intero mondo che si muove allo stesso orario...

lo stesso orario delle convenzioni dell'orologio, ma si capisce che la giornata non è allo stesso punto..per qualcuno è appena iniziata, per qualcuno è a un punto quasi a metà.per qualcuno forse stà terminndo.

Per qualcuno è a un punto morto; in qualunque punto egli, o la giornata, si trovi.....

Ma, in qualunque punto ci si trovi...., sia esistenziale che geografico, la metropolitana non si ferma...

la metropolitana è un piccolo spazio che attraversa un mondo enorme.

come un’ arteria, che trasportando globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, anticorpi e virus, trasporta la vita; un piccolo spazio di un mondo enorme diviene esso stesso il mondo enorme.

La metropolitana è affollatissima comunione di popoli che provengono da ogni paese del mondo

sembra che in quel tunnel così stretto ci possa essere finalmente tutto l'universo rappresentato dalle persone che, tutte insieme formano un nuovo popolo: un popolo composto di  una miscela di suoni odori e colori :

un universo di vite, di mondi..... uno spazio talmente vasto eppure tutto rappresentato in ciascun vagone

Osservare e fare qualche riflessione.

Ogni straniero ha costruito una nuova vita quì in italia, per un attimo ha pensato e realizzato che può fermare la sua fuga...

Ogni straniero cerca di sentirsi grato di questa corsa che finalmente rallenta...

Ogni straniero osserva, osserva, sogna ed imita...

Isola qualche particolare che lo colpisce e tenta di farlo suo.

.....ma nel loro sforzo di omologarsi...invece, sembra quasi trovi uno stile che contraddistingue ciascuna comunità dalle altre...

Ciascuna comunità ha il suo modo di vedere ed emulare gli italiani...di elaborare la sua emigrazione "mitica"....di integrarsi come se avessero conquistato qualcosa che è oltre il lavoro, la casa...il fornello sul quale bollire il riso alla sera....è qualcosa che ciascuna comunità inconsapevolmente ridefinisce come la sintesi dell'Italia...un modo di assumerne lo stile...

mitizzare e metabolizzare... Così .... ciascuna nel voler sembrare un po' italiana...invece ridefinisce, si distingue.

e questo è davvero interessante.

 

Ogni mattina mi distraggo in questo gioco di rivelazioni attraverso lingue straniere sussurrate...sguardi che viaggiano lontani, sguardi interrotti dalla stanchezza, sguardi discreti,.

sguardi quasi impauriti alla ricerca di qualcosa sul quale appoggiarsi.

sguardi che cercano di ricordare, sguardi che cercano di dimenticare.

Tutti mi fanno compagnia.

Le loro braccia incrociate, le loro mani appena riposate,le loro teste appoggiate al sedile; il loro osservare me che osservo in un completo silenzio.

Una coppia di bulgari entra nello scompartimento suonando, uno la fisarmonica e l'altro la chitarra... i loro occhi hanno lo sguardo distante...

I loro strumenti musicali...probabilmente sono non di buona qualità..e, sopratutto, sono anche usurati e sporchi...eppure la loro musica un po' scomposta fa molta pi?compagnia di qualunque concerto eseguito con strumenti pregiati in sale foderate di legno di ciliegio dall'acustica perfetta.

La loro musica è quasi troppo allegra e rumorosa, rispetto al loro sguardo, ai loro vestiti consumati come i loro strumenti...

tutto subisce l'usura., ( i loro indumenti saono gli stessi che indosseranno in pieno inverno : stessa giacca di lana, stessi pantaloni e stesse scarpe), stesso sarà il loro sguardo un po'perso in qualche luogo del cervello alla ricerca della nota, del tasto, dell'accordo, del suono , da eseguire quasi con automatismo.

Quasi. La musica è un grande sforzo.

Ma la loro, forse, è, sopratutto, troppo allegra ed esuberante rispetto alla ora del mattino... a quest'ora qualcuno chiederebbe ancora un minuto, un minuto appena di calma e silenzio....

Un minuto ancora per leggere il giornale ad occhi chiusi.

Non una musica che li faccia sentire dentro una folle corsa per le steppe con la colonna sonora di musicisti che intonano accordi zigani..

quella vena di follia, tipica dei popoli dell’est dell’europa, quel sensoo di libertà fatto di assenza di freni, confini....può comprenderla solo il cittadino di quelle nazioni, per gli altri è un concetto talmente destabilizzante, da muovere un lato dell’angolo delle labbra, ad accennare una ruga di sospetto, di fastidio.

Nessuno offre a questi due musicisti una moneta,

e questi due musicisti non sanno che stamattina qualcuno scriverà su di loro una riga, una riga di attenzione che farà sì che la loro presenza non sia più soltanto un incontro con quella musica libera che si dissolve nel fragore chiuso della metropolitana.

 

 

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se qualcuno è inadeguato, forse quella sono io...

 

 

Inizia la settimana e so bene che per quanto riguarda me: sarò spettatrice di una trentina di colleghi che vantano di aver imparato a fare non meno di tre cose insieme,  che si aggireranno per il piano parlando con l’auricolare, connettendosi in “conference call” in orari che rispettano altri fusi orari, calcoleranno i soldi fatturati dall’azienda sostituendo con i “K”  le migliaia;-per fare prima- e intanto dare una sbirciatina sull’andamento di piazza affari, per controllare se vendere o meno le loro stock option.

Stamattina entrando in ufficio ho pensato che comunque sono persone serie, padri , madri, genitori, tutte persone con pochissimi fallimenti alle spalle...e questo le rende persone assolutamente rispettabili, magari anche più di me...che a contemplare e disegnare, non sono stata utile a nessuno....sono persone che ammiro, nonostante non riesca ad avere una relazione in teressante con nessuno di loro, le ammiro.

E quindi inizierò la settimana sapendo che la maggiore delle mie attività sarà quella di ammirarle,

Sarò spettatrice con pochissima attività...un po’ perchè è la stessa di quando ho iniziato, un po’ perchè quella stessa che prima era assai più ponderosa, è stata trasferita.

nessuno di loro sa cosa cazzo farmi fare ma non hanno un motivo per licenziarmi...visto che è la mia presenza (in qualità di categoria protetta) a fargli guadagnare molti più soldi che la mia assenza... e visto che, sono stati loro a cercare me, non io ad inviare qualche curriculum con tanto di raccomandazione col sigillo della santa sede( quando rimettevo a posto l’archivio dei c.v. cartacei, ne ho trovati non pochi, di questo genere; la cosa mi aveva sorpresa, perchè la ritenevo lontana dall’ ontologia di una azienda americana, ma mi è statao ricordato che fra l’america e l’italia c’è un oceano, uno stretto e il mare mediterraneo..il che significa che questo è un altro mondo)

e forse non hanno nemmeno la sottigliezza d’animo di ritenere che l’avermi assunta e non farmi produrre...è anche la parte esplicita di un fallimento professionale, prima di tutto di chi invece dovrebbe occuparsene..

oltre che una mortificazione per me...ma questo non ha alcuna importanza...non è nemmeno detto che gli artisti proovino questo sentimento...loro vivono di intuizioni e ispirazioni...son gente differente.

Quindi, mi osservano nel mio isolamento, quasi fossi io ad aver fatto questa scelta, quasi fosse una naturale attitudine.

io forse ho scelto di non mettermi troppo in evidenza come una che avrebbe tanto, ma tanto voluto fare una gran bella carriera, servire l’azienda per poi riceverne il massimo e magari nel frattempo fotterla per come è possibile....forse ho scelto di stare quì a lavorare, semplicemente a lavorare...illudendomi che il lavoro è il lavoro...e lo sbattimento costante alla ricerca della visibilità...non avesse nulla a che fare col lavoro, che fosse solo una patologia della quale talvolta si parla pagando uno psicologo....perchè si vuole ritornare ad avere una vita normale, in cui si stà bene per quello che si è...e non si sogna di essere altro e di vivere come un altro...magari anche un’altra vita.

O forse è vero...gli “artisti”, come loro mi definiscono, di lavoro non capiscono nulla...

 

meglio farmi scivolare nell’oblio......

un oblio reciproco e rispettoso.

un piccolo stipendio come contentino per  tenermi  tranquilla...secondo loro, hanno fatto tutto il possibile...

e il fatto che io sia stata messa in un angolo appartato del piano..è cosa che deve imbarazzare me...

daltra parte, una come me perchè vorrebbe pretendere di più...visto che non sa fare niente di importante che abbia a che fare con la vendita di software...?

perchè non ha fatto la pittrice?

Perchè non ha fatto la grafica..o la disegnatrice di gioielli, o scarpe...o  accessori della linea Armani...?

Già: perchè non ho fatto quello?

 

 

 

 

 


Comunque: in questo teatrino dell’immobilità......

Assolutamente coerente con la situazione di questi tempi in cui siamo governati da una maggioranza in parlamento che annuncia di essere il governo del fare, e in virtù di questo annuncia azioni che non potrà fare e che in seguito smentirà dicendo che non si possono fare perchè l’opposizione o la crisi energetica o la guerra in oriente o la caduta dei titoli finanziari, la ristagnazione del mercato del lavoro....

La scarsa dinamicità dell’economia...l’assenza di maggior liberismo , le troppe leggi..

....Fino a quando ci sarà una tale confusione mentale da non riuscire più a comprendere che “il governo del fare” da anni non stà facendo nulla...

Ecco l’archetipo.

La linea guida.

Io mi sono adeguata in un insano silenzio: come un cane di bancata.... mi aggiro per l’ufficio, fra i colleghi, ma tenendomi alla larga....

può darsi anche che questa mia posizione di risorsa inattiva ma disponibile sia parte del metabolismo dell’attuale economia occidentale.... ma a me sembra un po’ improvvisata, da parte dell’azienda.

E psicologicamente pesante

Il lavoro è una cosa importantissima e non solo per la libertà e la dignità e per le opportunità che offre.......ma per tutto questo insieme;  che è molto più che la somma dei singoli...
il  lavoro consente di ragionare consapevolmente senza il condizionamento di forti pressioni....
 
la mia vena calvinista emerge prepotente......ma indossando la maglietta di mediano , che da un anno è in panchina.

Intanto il mediano nelle partite di calcio non esiste più...ma non importa, faccio lo stesso allungamenti dei muscoli...sperando quasi che non mi chiamino..ma non si sa mai. 

 

 

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in ufficio non c'è ancòra nessuno....in questo momento mi sento quasi come se fossi a casa mia...anzi: lo sento come se fosse l’ufficio la mia casa.
la mia casa con quel leggero, lontano senso di in quietudine di chi sa che qualcosa romperà l’incantesimo...

è la mia casa fino a quando non arriveranno i colleghi, espropriandolo del silenzio e della calma...come se il silenzio sia un bene depredabile...temo il loro arrivo  come l’arrivo delle orde dei barbari.....

può salvarmi il fatto che la super country manager è stata due giorni in trasferta all’estero, e oggi peraltro è venerdì........potrebbe darsi che non si presenti in sede...lei e di conseguenza nessuno dei suoi pletoriani....

difatti, mancando lei non vale la pena farsi prendere dall’ansia del presenzialismo, molti non si presenteranno in ufficio;

 

forse per oggi ci limiteremo alla conta delle segretarie, stagisti e addetti alle pulizie.....

 

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dieci giorni a natale

 

Rientro casa.

dopo aver partecipato al “discorso di fine anno” dell’amministratore delegato di oracle.

L’evento segue questa precisa scaletta, che può variare solo in caso di neve e aereoporti chiusi.

Sala di un hotel presa in affitto.

Raduno di tutti i dipendenti, dagli avvocati ai venditori, dagli ingegneri a quelli che fanno supporto, dalle segretarie alle categorie protette.

Una volta riuniti tutti, viene fatto il discorso, composto da un’analisi dello stato delle cose un’ anticipazione delle iniziative per il prossimo semestre e per i prossimi sei anni, un incoraggiamento, un ricco rinfresco con prelibate tartine, pizzette, canapè, succhi di frutta, vino e panettone...

Che a mio parere sono l’unica parte davvero importante di tutto l’evento.

fosse solo perchè i buffè sono da sempre il forte di un raduno di persone estranee che mentre si ungono le dita fra pizzette, olive fritte, tartine, canapè, ma anche perchè in questo caso, avrebbero l’opportunità di chiacchierare fra loro, più o meno parlare fra estranei è già un progresso...è già un parlare....che in questo caso, trattandosi di colleghi che vivono nella perenne ansia di non avere tempo, è già qualcosa.

Potrebbe dirla lunga il fatto che, una volta ricevuti i complimenti per l’eleganza del vestito la ricercatezza del make up e l’eccentricità dei gioielli “etnici”, nessuno abbia più nulla di importante da dirmi...quindi mi di fianco al tavolo imbandito e all’ombra di una colonna mi servo di tutto quello che c’è, osservo e ascolto, e di nuovo da capo

 

Dopodichè, seguendo la marea, rientro a casa.

Ma solo dopo esser stata in palestra e aver corso per tre quarti d'ora.

Come una bulimica improvvisamente cosciente di quanto ha mangiato e in preda ai sensi di colpa di tutto quello che dovrà metabolizzare il fegato...e che è cento volte superiore a tutto il lavoro svolto da me in ufficio.

Mi piace, quando non sono troppo stanca andare in palestra e correre sul tappeto quasi come un criceto sulla ruota,

Di fianco a me correva un giovane piuttosto grosso con uno struggente profumo di saponetta.

proprio di saponetta, e avrei voluto essere nelle fibre della sua maglia

per poter fondermi con quel tenero aroma di mughetto e latte di mandorla.

ho corso per tre quarti d'ora.

Sento tutte le calorie di un ricco passto entrare nei muscoli e darmi energia, sento i miei passi che lasciano dietro di loro pensieri e sento i miei passi che incontrano nuove parole.

Sento il mio corpo e la mia mente stancarsi ...e vivere.

Ho corso per tre quarti d'ora.

Ad ogni passo è come ricominciare il conteggio di tutte le tartine mangiate, e poi

bisogna scaldarsi se si pensa al freddo, a quel freddo che si trova dentro al cuore, in alcuni spazi della memoria, bisogna scaldarsi e sentendosi vivi pensando al freddo della terra.

E mentre mi sembrava cominciasse a riprendersi lo stomaco da quell’enorme volume in gran parte composto da pizzette, cotolette, focaccine col prosciutto e la maionese, Superato l’annebbiamento mentale da picco glicemico e sangue saturo di grassi vellutati

si faceva strada anche il desiderio far seguire alla corsa una doccia calda e di fare tardi.

rientro a casa, pedalando lentamente sulla mia bicicletta.

non c`e` la luce nella strada,

forse a causa di un cortocircuito, i lampioni sono spenti, la strada è buia .

mi accorgo di quanto il buio sia buio guardando il cielo.

c'e` la luna piena e l'aria e' molto umida e fredda.

sento proprio quel freddo dell' inverno stringere la testa, irrigidire le orecchie, risalire lungo le gambe,accarezzare le cosce,

quel freddo.

una sensazione piacevolissima.

a casa avevo in mente di finire di mettere le lucine natalizie.

un desiderio di fare qualcosa di allegro per decorare la casa, un desiderio allegro cheperò mi avrebbe obbligato a sentire malinconia.

rientro a casa ascoltando il freddo e ricordi, ancora ricordi.

 

.......

 

Ricordi.

“Faceva cosi` freddo e anche nevicava, era inverno, e godevo del tepore di quella veloce doccia calda che avevo fatto dopo l'allenamento di pugilato.

stanca, felice, innamorata.

avevo fretta di tornare a casa, dopo una giornata di neve "opprimente"

opprimente come un presentimento......”

ecco: guardando la nebbia e la luna piena, ho sentito il cuore cercare, anzi: trovare e soffrire.

Soffrire nel soppesare ciò che aveva trovato: la mancanza

“faceva cosi` freddo e nevicava anche....”

ecco cosa fa disperare il cuore ....e il corpo:

di fronte alla morte piu nulla è in grado di avere voce.

In quella giornata in cui faceva freddo e nevicava, il mio compagno aveva deciso di togliersi la vita, addormentandosi nel letto.

Per sempre.

"hai fatto quello che hai voluto":

lo dissi credendoci, ma io non conoscevo il dolore che puo` esserci nel rispetto delle idee differenti, divergenti.

il distacco dalla vita.

una divergenza che non si puo` calcolare.

Aveva sussurrato questo desiderio appoggiando le labbra alle mie sopraciglia, al caldo delle lenzuola, lo aveva fatto mesi prima, ed io con un sospiro profondo avevo stretto gli occhi forte, come per trattenere qualcosa.

Era un pensiero senza disperazione, un desiderio, una volontà, un progetto, come quello di inviare curriculum per cambiare lavoro...

"hai fatto quello che hai voluto".

non potro' mai piu' perdermi dentro a quel neo, proprio quel neo sul collo, dietro, vicino all'orecchio.

non potro' mai piu`.

e questa splendida notte  fredda e serena con la  luna piena che galleggiava nel cielo nero

questa splendida notte di inverno, è diventata una notte di muta tempesta.

 

 

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un primo pensiero, mentre accendo il monitor:  se vedessero ora il mio ufficio, ora che è vuoto e silenzioso...ora che nessuna persona o suono interrompe l’orizzonte...vedrebbero trecentosessanta gradi di orizzonte con aria condizionata a temperatura costante....quasi quasi potrei non traumatizzarli troppo....e io stessa potrei non credere che sia vero quello che invece è vero.

Vedrebbero un luogo- non-luogo....un acquario che riflette dall'esterno la luce del cielo e che dall'interno fa sentire sospesi come se si stesse nel cielo......il tutto in un senso di pace quasi metafisico.

Oggi sembra così
penso con un po' di apprensione al momento in cui si interropmperà questo incantesimo: all'aprire della porta e al comparire di un collega qualunque che-forse solo per darsi un tono, forse a ragione o forse per finzione....- parla con l'auricolare appoggiato all’orecchio e il microfono all’altezza del primo bottone della sua camicia.... con quei paradossali oggetti che si appoggiano alle orecchie e che fanno una luce blu intermittente...ma data la discrezione di queste cuffie ed il loro modo di camminare a testa bassa, sembra che parlino da soli: a vederli  a distanza sembrano dei pazzi...con lo sguardo perso nel vuoto...o degli alieni....o un'auto con le frecce che segnala una svolta...o una sosta.

E ci sono momenti in cui ce ne sono molti a fare questi monologhi in cui alternano parole in inglese a frasi in italiano con subordinate senza congiuntivi...

Da quanto dura questo?

Questo orrore?

 

 

oggi è venerdì....e i "manager" ufficialmente dicono che “lavorano da casa”

e lo dicono credendoci...

conoscendoli, ”lavorano da casa” secondo me significa che “hanno dei lavori da fare a casa”...poi, fin dalle nove del mattino, connetteranno la chat di oracle per far capire che sono attaccati al monitor...e invece controlleranno nell’ordine:  piazza affari, gli immobili messi all’asta dal tribunale di milano , e infine, prenoteranno un w-end nel golfclub in val d’aosta...avendo cura che sia nell’albo Golden Book Hotels, ma poi una volta che avran visto il prezzo di una notte con colazione, controlleranno le previsioni meteo e si convinceranno che questo non è il fine settimana adatto.......... insomma faranno le stesse cose che fanno normalmente in ufficio....ovvero reciteranno il ruolo dell: ”scusa se son di fretta ti rubo solo cinque minuti anzi ne basta uno....ma sai, sono incasinato di lavoro...( e tu: Perchè non sei in affanno?.....cosa stai facendo? Nulla?....perchè sei quì? Non vedi che quì si lavora?).....”

da quanto dura questo orrore?

L’orrore è la finzione, la recita, il teatrino....è l’inconsapevole messa in scena....uno spettacolo in cui si scambiano a vicenda il ruolo di attori-spettatori...

È il confondere la pocxa capacità di organizzare il tempo, con conseguente accumulo di attività che vengono svolte in modo trafelato e approssimativo e-sopratutto, con scarso rispetto per il prossimo, che viene travolto da questo vortice di ansia e panico dell’ultimo minuto...nemmeno questo acquario fosse la depandance della sala ovale dove davvero si decidono le sorti dell’economia del mondo...

da quando “per scommessa” sono stata assunta,-indipendentemente dalle mie più o meno numerose attività( in questo momento praticamente al minimo storico), ancòra contribuisco col mio atteggiamento ad uniformarmio a questa  recita collettiva, non faccio la mia parte....così, per questo motivo, mi  guardano un po' male.

Ma non è poi così vero che loro si dedicano all’azienda con abnegazione....

è solo questione di scelte sul come fare  “quello che nulla ha a che fare”...

 difatti, anche in ufficio, distanti dallo sguardo dei capi,.....ognuno di nascosto dall’altro,molti di loro seguono le partite di calcio...comprano e vendono titoli...ristrutturano appartamenti;  tutte attività abbastanza distanti da quelle per cui son chiamati a venire...ma poichè cambia l'emolumento, ovviamente..e la "posizione di potere" nell'azienda...sono convinti che questo gli consenta di guardar male me, perchè invece dedico il mio tempo inattivo a leggere saggi di filosofia on line...

e questo fin da quando quando sono stata assunta, sei anni fa ...forse perchè ho studiato all’accademia di belle arti e  non ho studiato ragionereia...(ragioneria, attenzione!!!!)...e a ben vedere... non hanno tutti i torti, a guardarmi male:... a loro non ho mai destinato parole migliori......

 

 

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oggi abbiamo ospiti...

 

salendo le scale incontro un collega  olandese invitato  in sede per tenere qualche corso di quelli per i dipendenti in cui sono illustrati prima i nuovi prodotti e poi le strategie per la vendita.

......mi ha chiesto la strada per salire al piano dove gli avevano riferito vi fosse l’aula dove si teneva il corso:


quindi oggi abbiamo ospiti...ho pensato.....chissà che fermento!......

in effetti c’è un contagio di adrenalina da “ultima occasione”:

un ex stagista ( fintanto che era stagista sembrava un ragazzotto  genere "acqua cheta", dal giorno in cui è stato assunto ha trasformato i lineamenti da ciclista in cerca della salita da fare col rapporto piccolo per riscattare l'onore di Pantani, in quelli di un guappo che al posto della lupara non toglie mai le mani dal suo I-phone aziendale;

come dice anche la canzone: si cambia. ......)insieme ad un altro, (simpatico, pettegolo e  sfacciatamente leccaculo,-tanto  che, con le colleghe vicine di scrivania amiamo pensarlo corredato di calza a rete e tanga in tulle rosso sotto i pantaloni...)-ascolta, e guarda e fa il "sopra-tutto" ...
non risponde e non accenna a sorrisi ...al massimo annuisce al vicino mentre dice: "che casino...che casino"...e questo è per l'indole da puttana che si ritrova, anzi: che si ritrovano........ forse, per essere credibili, devono sostenere la  parte  e fare quelli  sotto la pressione di troppe attività.

Almeno oggi, che gli olandesi ci guardano
quali attività?
non le scrivo per non insultare nè i minatori nè gli ingegneri di dighe, strade e ponti; nè gli stilisti, nè i carpentieri; nè i matematici o quelli che fan volontariato nelle zone di guerra, i commercianti e ............
....e...poichè io sono parcheggiata nell’inattività coatta........li accontento quando mi guardano e mi dicono: “beata te....tu si che vai bene.....”
forse avvicinandosi La fine dell'Anno Fiscale, e la fusione oracle-sun, (che sa quasi di profezia del millennio)....con conseguente  caduta delle teste di buona parte dei manager...o forse la riprogettazione dell'organico aziendale nel motto di tomasi di lampedusa..."cambiare tutto per non cambiare nulla"ma tagliando i costi nonostante costino molto care le liquidazioni offerte per le autodimissioni....fa credere a ragione che loro stessi abbiano l'Opportunità da giocare, e che il gioco consista a che fa creder meglio che si stà dando da fare........e così è un gran rumore per nulla....per non fare un cazzo.............ma con un gran bel clamore.
ma, immancabilmente, ....con quel fare che rasenta l’atteggiamento in affanno della segretaria che un giorno fu amante...e da allora è solo frustrata ma  aspetta sempre che arrivi LUI e finalmente la scopi di nuovo.......

ciò scritto attendo gli sviluppi della giornata...
bellissima, calda e profumata e, davvero, varrebbe la pena di dire "viva l'italia":
...oggi: 13 aprile...non si potrebbe mettere nulla di più pesante che le calze a rete.....

 

 

(segue)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


valentina pubblicato il 02.05.2011 [Testo]


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